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19-22 giugno: Festa di quartiere Rebibbia/Ponte Mammolo 2024

Data di trasmissione
Durata 5m 47s
QUESTA NON È (SOLO) UNA PERIFERIA
Dal 19 al 22 giugno 2024
 
 
MERCOLEDÌ 19 H17 @Cortile di via palombini 24
La ASLRM2 incontra il quartiere:
Giornata di prevenzione e promozione della salute. Con stand e rinfresco finale!
 
Riapriamo Villa Tiburtina
GIOVEDÌ 20 H17 @comitato mammut// H21.30 Iniziative Csoa La Torre
Buon compleanno serigrafia Impronta:
Laboratorio di stampa serigrafica per bambinə e adulti con aperitivo e poi cena e Sound Rebel alla Torre!
 
VENERDÌ 21 H20 Casale Alba Due
Proiezione di “Erasmus in Gaza”
Con cena sociale e dibattito finaleImmagine rimossa.
 
SABATO 22 H 16.30//H 20 @Parco Cicogna

Iniziamo alle 16.30 con la PICCOLA FESTA Un pomeriggio dedicato a piccol e grandi con Laboratori, presentazioni, sport e spettacoli circensi!

Il programma:
MOSTRA fotografica “ti racconto il doposcuola”
A cura del Doposcuola Mammut e Fuorifuoco!
 
LABORATORIO itinerante di Lingua dei Segni italiana per bambin piccol e grandi.
Si giocherà con lettere, colori e canzoni per imparare a comunicare col corpo e con le mani. Canzone flash mob finale!
A cura di "io se posso komunico"
 
PRESENTAZIONE di “Cambiare il mondo con la fotografia” con Momo edizioni e Daniele Napolitano // LABORATORI di narrazione fotografica per grandi e piccin!
 
E poi ancora:
Letture animate con Fuori Classe
Prove di baseball con i Red Foxes - Roma
Per tutta la giornata ci sarà una postazione di TRUCCABIMB con i Piccoli Giganti Onlus 2
 
H18.30 Spettacolo di circo con i Corpi Pazzi Palestra Popolare e Chien Barbu Mal Rasè un Fantastico duo di clown
 
Proseguiamo la serata dalle 20 con la GRANDE FESTA: una super serata di musica, risate, banchetti, stand con cibo e bevande!
Il programma:
Stand up comedy con C'è FIGA e musica popolare con LAVINIA MANCUSI
Showcase acustico + Live painting con (Z)ZeroCalcare e Giancane
e si balla forte con DJ EFREM from Borghetta Stile
 
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NARRAZIONI
 
Come si rappresenta la realtà che ci circonda?
Nella nostra città sentiamo continuamente parlare di alcuni quartieri, e soprattutto delle persone che vi abitano, come dei campi di battaglia. Degrado e abbandono, spaccio e rassegnazione, sembrano condizioni permanenti senza soluzione. Una sorta di girone infernale a cui chi vive ogni giorno in un determinato territorio è condannato per sempre. La frontiera invisibile tra i quartieri che non meritano di essere parte della città, e quelli che invece sono degni di essere parte dei grandi eventi, dei grandi investimenti, è rappresentata ogni giorno sui social, i giornali, le televisioni come un confine da irrigidire, anziché da abbattere.
 
Come raccontare la quotidianità di un quartiere?
Comunità, conflitto, contraddizioni. I quartieri come Rebibbia-Ponte Mammolo sono un insieme di collettività e individui, di socialità e diffidenza. Non c’è un modo giusto o sbagliato di raccontarli, ma c’è un modo sicuramente speculativo di dipingerli. Alcuni quartieri di Roma meritano il deserto in cui sono lasciati? Nel nostro quartiere l’unico complesso scolastico è a rischio dimensionamento, non c’è uno spazio di aggregazione giovanile, non esiste un consultorio, tantomeno un teatro o un cinema. Diverse serrande di proprietà comunale sono chiuse da decenni, la manutenzione delle case popolari avviene solo se si fa casino. Da queste parti tutto quello che si vede, è stato strappato coi denti: un parco che è l’unica piazza del quartiere, un polo sanitario pubblico, una sede dove organizzarsi e fare un doposcuola, spazi sociali dove incontrarsi e proporre iniziative. Un campo di battaglia, certo, ma contro l’abbandono, gli stigmi, il bus che non passa, il lavoro che non c’è, il colloquio in carcere non concesso. Tutti i giorni.
 
Esistono altre narrazioni?
Sguardi, prospettive, racconti. Nel nostro quartiere, come in altri di Roma, accadono piccole e grandi cose che vengono oscurate, ignorate, marginalizzate. La città-vetrina salva solo sé stessa e dipinge alcuni quartieri come erbacce da estirpare? Partiamo invece dal racconto di questi luoghi, delle esperienze di tutti i giorni, senza nascondersi dietro un dito, provando a ribaltare il punto di vista.