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Mahmoud e Ahmed Muna

Gerusalemme: raid della polizia israeliana nella Libreria Educativa

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Medi Weaves, la Rete Mediterranea delle Librerie Indipendenti, condanna fermamente le incursioni di ieri della polizia israeliana nella Libreria Educativa di Gerusalemme Est e l'arresto del suo proprietario Mahmoud Muna e di suo nipote Ahmad Muna e ne chiede il rilascio immediato.

"E' un chiaro atto fascista fare irruzione in una libreria, confiscare libri e arrestare i proprietari sulla base del fatto che il governo israeliano non è d'accordo con il contenuto dei suoi libri", ha detto Marilia Di Giovanni, presidente fondatrice di Mediweaves e proprietaria della libreria Casa del Libro Rosario Mascali a Siracusa, in Italia. "E' un segno pericoloso del terrore fascista. Se i libri diventano pericolosi, non è più una democrazia."

La libreria The Educational Bookshop di Gerusalemme Est è un membro attivo di Mediweaves, che esprime piena solidarietà a Mahmoud e Ahmed Muna, che hanno entrambi trascorso la notte in una prigione di polizia e sono comparsi in tribunale oggi 10 febbraio.

Mediweaves invita tutti i governi a contattare il governo israeliano per protestare con forza contro questa oltraggiosa azione della polizia, liberare Mahmoud e Ahmed Muna, restituire i libri confiscati e risarcire la famosa Libreria The educational bookshop di Gerusalemme Est per eventuali danni. Secondo il quotidiano Haaretz, la polizia di Gerusalemme è entrata nei due negozi della Libreria The educational bookshop e The American Colony bookshop a Gerusalemme Est con un mandato di perquisizione concesso dal tribunale e ha confiscato molti libri.

Il rapporto afferma che i proprietari sono formalmente sospettati di turbamento dell'ordine pubblico e non di istigazione, poichè quest'ultimo richiede l'approvazione della procura. Haaretz cita il fratello di uno dei proprietari che sostiene che gli agenti hanno utilizzato Google Translate per determinare quali libri (la maggior parte dei quali sono in arabo) confiscare. "Hanno preso qualsiasi libro che non gli piaceva", dice, secondo quanto riferito. Hanno anche visto un giornale Haaretz con immagini di ostaggi, hanno chiesto cosa fosse e hanno detto che era incitamento.

Hanno preso qualsiasi libro con una bandiera palestinese. Orly Noy, presidente di B'Tselem  Centro d'informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati, ha postato sulla sua pagina Facebook: "questo negozio speciale, che è un luogo di pellegrinaggio per chiunque sia interessato alla cultura della regione in generale, e a quella palestinese in particolare. [...] Questa è una mossa barbara compiuta da persone barbare che servono un regime barbaro. [...]

Tra i nomi dei libri molto pericolosi che sono stati banditi, ho visto anche il nome Love Wins di Afzal Huda. Decine di giornalisti e diplomatici stranieri provenienti da diversi paesi - tra cui Gran Bretagna, Paesi Bassi, Francia, Svizzera e Brasile - sono venuti questa mattina alla corte di Gerusalemme per esprimere la loro solidarietà ai membri della famiglia Mona.

Allo stesso tempo decine di persone stanno protestando davanti al tribunale, tra cui il membro della Knesset Ayman Odeh (Hadash-Ta'al). L'ambasciatore tedesco in Israele, Stefan Seibert, ha scritto sulla rete X di conoscere la famiglia Mona come "un'orgogliosa famiglia gerosolimitana-palestinese che persegue la pace" e ha espresso preoccupazione per l'arresto di Mahmoud e Ahmed.