Sudafrica nel caos dopo l’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma, oltre 200 morti. La violenza è scoppiata nelle province di KwaZulu-Natal e Gauteng per poi propagarsi in quelle di Mpumalanga e Capo Nord.
Aggiornamenti sulla situazione in Etiopia e sulla grave crisi in Tigray.
Kenya, non basta la tragedia ambientale ed i 13 morti nell’esplosione di una cisterna di petrolio avvenuta il 17 luglio, si progetta un nuovo oleodotto.
Radio Africa ci aggiorna sulla grave situazione in Tigray, sulle ripercussioni in Etiopia e nei paesi vicini; parla delle proteste in Sudan e della repressione operata dalle forze di polizia contro i manifestanti nel regno di Eswatini.
Si sono tenute le elezioni in Etiopia in un clima di guerra nel Tigray,in molte zone non si è potuto votare ed il primo ministro Ahmed cerca una legittimazione nonostante le tensioni interetniche che hanno provocato centinaia di morti e una violenta repressione ,la guerra nel nord che aveva promesso breve ed invece si susseguono i massacri indiscriminati ,le truppe eritree sono nel territorio etiope e la fame minaccia gli abitanti del Tigray,nelle altre regioni i partiti di opposizione hanno boicoattato l'appuntamento elettorale e si accrescono anche le tensioni con il Sudan e l'Egitto a causa della diga del Rinascimento .
Anche in Algeria si è votato per l'assemblea nazionale in elezioni volute dal presidente ma boicotatte dal popolo algerina ,l'astensione ha raggiunto picchi del 70 per cento ,il movimento Hirak ha contestato la scelta del presidente definendola una mascherata elettorale e una fuga in avanti.
Un parlamento delegittimato dovrà nominare un nuovo governo mentre il paese si avvita in una crisi senza fine.
Matteo Dominioni, storico e ricercatore attivo soprattutto nel campo dell'analisi del passato coloniale italiano, presenta ai nostri microfoni la sua ultima fatica, I prigionieri di Menelik, 1896-1907, Storie di soldati italiani nella Guerra d’Abissinia.
La battaglia di Adua del 1° marzo 1896 fu una sconfitta epocale per l’Italia. Morirono 4.424 uomini, più di tutte le battaglie risorgimentali nel loro insieme, 1.744 furono i prigionieri e i reduci (il 43% del contingente di 9.441 nazionali) tornarono nelle retrovie in Eritrea in condizioni drammatiche. Il volume racconta le storie dei prigionieri che rimasero in Etiopia un anno fra immani sofferenze, le vicende legate alle trattative di pace e all’invio delle prime missioni umanitarie e quanto lo shock del 1° marzo influenzò la politica di raccoglimento.
Con Valentina Fusari, ricercatrice dell'Università di Pavia e docente di Popolazione, Sviluppo e Migrazioni, approfondiamo le origini dell'attuale guerra del Tigray: partendo dalla colonizzazione italiana e giungendo fino ai giorni nostri, si analizzano le ragioni e le ripercussioni dell’ultima crisi umanitaria. A seguire, voci e racconti di donne e uomini presenti in piazza domenica 14 febbraio alla manifestazione "Fermiamo la guerra nel Tigray" indetta dall'Associazione Donne del Tigray.
Domani, 14 febbraio, dalle 10 alle 13 manifestazione in piazza della Repubblica indetta dalla Associazione donne del Tigray. Nel comunicato leggiamo: "Da oltre due anni la Regione del Tigray è assediata dagli eserciti etiopi ed eritrei, che bloccano i viveri e rifornimenti alla popolazione tigrina. I bombardamenti sulla popolazione civile inerme, su aeroporti ed ospedali si susseguono ininterrottamente. Sono passati tre mesi da quando il Tigray è stato invaso. I militari commettono sempre più di frequente attacchi alle donne, stupri, violenze fisiche e psicologiche".
Parliamo della situazione del Tigray e in particolare della catastrofe umanitaria che prosegue nel silenzio dei media e della comunità internazionale con RadioAfrica e con una esponente della Associazione Donne del Tigray che invita tutte e tutti alla manifestazione di domani
Algeria stretta repressiva e condanna di un anno per un attivista del movimento Hirak.
Etiopia Il governo alla fine del mese scorso ha dichiarato la vittoria nel conflitto nella regione del Tigray contro il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf) e la fine dei combattimenti, ma per il Tplf il conflitto prosegue.
Elezioni in Ghana scontri in attesa degli esiti elettorali e tensioni durante le votazioni del referendum costituzionale in Liberia.
Aggiornamento sulla grave situazione in Etiopia, scontri e morti nelle manifestazioni di piazza in Uganda, Costa d'Avorio ed Angola. Tensioni durante l' elezioni in corso in Burkina Faso.
Etiopia:Il primo ministro Abiy Ahmed, al potere dall’aprile 2018, Premio Nobel per la Pace 2019, non cede alle pressioni della comunità internazionale e continua la guerra in Tigray; sono stati effettuati arresti anche nella capitale.
Algeria :passa il sì al referendum che riforma la Costituzione,ma la tensione resta alta. La consultazione si è distinta per l’affluenza più bassa della storia dell’Algeria indipendente: ha votato solo il 23,7 per cento degli aventi diritto.
Costa d’Avorio: migliaia di persone in fuga e arresti di massa di oppositori. Queste le prime conseguenze della rielezione del presidente in carica Alassane Ouattara.
Guinea: ancora proteste dopo le elezioni di ottobre