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L'ultimo spettacolo, da Putin a Navalny

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Durata 19m 37s

Nel suo ultimo libro, "L'ultimo spettacolo. I funerali sovietici che hanno fatto storia", Gian Piero Piretto, professore di cultura russa presso l'università degli studi di Milano, analizza la realtà sovietica e postsovietica attraverso la lente del culto dei morti e dell'organizzazione dei funerali, dalle esequie di Lenin a quelle di Prigozin passando per l'ultimo saluto ad Anna Achmatova, a Majakovskij e a Gagarin. Al professor Piretto abbiamo anche chiesto ovviamente un parere sui funerali di Allexei Navalny, che si sono tenuti qualche giorno fa

10 gennaio: presidio ambasciata russa delle comunità LGBTQ

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Questa mattina si è svolto un presidio davanti alla Biblioteca Nazionale a Roma in Castro pretorio delle comunità LGBTQ+ per protestare contro la legge firmata da Putin all'inizio di dicembre che prevede multe altissime per la propaganda di 'relazioni sessuali non tradizionali' e cambio di genere, assimilati a pedofilia. Sono vietate diffusione di informazioni a carattere Lgbt su tutti i media, internet, libri, film e pubblicità. Per aver diffuso propaganda LGBT nei media o su Internet, i cittadini potranno pagare fino a 400 mila rubli (circa 6 mila euro) mentre le persone giuridiche come i media fino a cinque milioni. Per gli stranieri è prevista l'espulsione, preceduta da una possibile detenzione di 15 giorni e da una multa di 400.000 rubli. 

Ne abbiamo parlato anche qui ---> https://www.ondarossa.info/newsredazione/2023/12/russia-movimento-lgbti…

 

Russia: movimento lgbtiq al bando

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Durata 35m 6s

Lo scorso 30 novembre, la Corte suprema della Federazione russa ha approvato la mozione del ministero della Giustizia russo di riconoscere il “movimento internazionale LGBT” come “organizzazione estremista”.

Ne parliamo con Maria Chiara Franceschelli, dottoranda alla Normale e autrice, tra le altre cose, dell'articolo "La Russia ha messo al bando il “movimento pubblico internazionale LGBT” definendolo estremista" pubblicato su Valigia blu.

Com'è profondo il packet

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Durata 1h 24m 19s
Durata 54m
Durata 13m 1s
Durata 13m 17s

3 Dicembre, Puntata di Halloween (secondo il calendario in nostro possesso): 25 anni fa, i "Documenti di Halloween" rintuzzavano la polemica tra Microsoft e il mondo del software libero. Come si cambia, per non morire.

Parliamo delle evoluzioni della censura online (made) in Russia. Un sistema ormai sufficientemente avanzato da riuscire a bloccare quasi tutte le VPN almeno da dispositivi mobili; ma non ancora "sovrano" come vorrebbe il governo russo. Analizziamo un po' di aspetti tecnici e storici.

Meta denunciato negli USA perché consapevolmente avrebbe cercato di generare nei bambini dipendenza dai suoi prodotti.

News sull'IA:

  • approvata la prima ordinanza dichiaratamente scritta da una IA;
  • nuove ricerche mostrano che i principali bot conversazionali rivelano le loro informazioni di addestramento... incluse quelle riservate

 

La Russia fuori dalla convenzione sui diritti delle minoranze

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Durata 27m 23s

La Federazione Russa è ufficialmente è definitivamente uscita dalla convenzione europea sui diritti delle minoranze, una convenzione continentale che si occupa delle necessità e dei diritti delle minoranze nazionali e linguistiche. Per quanto si tratti di un accordo non fra i più rilevanti a livello europeo, e per quanto ormai la Russia sia fuoriuscita da quasi tutti i trattati e le convenzioni ratificate in precedenza su base europea, questa mossa potrebbe provocare malumori e rimostranze all’interno della federazione, in particolare per quanto riguarda diverse popolazioni residenti nel sud e nell’est del paese. Ne parliamo con la nostra corrispondente dalla capitale del Kazakistan.

Asia centrale, tempi duri per chi fugge dalla Russia

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Durata 13m 16s

Kazakistan e Kyrgyzstan hanno firmato un accordo con la Federazione Russa, operativo da luglio, che consentirà ai tre paesi di scambiarsi i dati dei residenti stranieri. Nella capitale del Kyrgizstan intanto sono stati arrestati degli attivisti russi, il timore è che questa operazione possa essere l'inizio di manovre più ampie e generalizzate.

E' morto Gleb Pavlovsky

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Durata 13m 47s

E' morto Gleb Pavlosky, intellettuale e politico russo dalla particolare traiettoria culturale e ideologica che ha contribuito non poco alle fortune iniziali di Vladimir Putin.

Abbiamo chiesto a Giovanni Savino di tratteggiare brevemente i momenti principali della sua carriera. Di seguito quanto scritto sul canale "Russia e altre sciocchezze".

È morto Gleb Pavlovsky, un nome che dirà purtroppo poco a molti, ma la cui biografia racconta molto della tarda Unione Sovietica e della Russia di oggi. Pavlovsky è stato tra gli artefici di quel che vediamo oggi, da Putin alla popolarizzazione del concetto di Russkij mir, per poi essere allontanato dal Cremlino per la sua indipendenza di giudizio: la sua "caduta" l'ha trasformata in una possibilità per capire e studiare il regime putiniano, fenomeno a cui ha dedicato gli ultimi anni della sua vita.

Nato a Odessa, Pavlovsky aderisce alla dissidenza di sinistra e marxista (fenomeno su cui ancora oggi si scrive poco, in Italia quasi totalmente ignorato), ma viene arrestato e confessa. Dopo tre anni di confino nella repubblica dei Komi, va a Mosca dove diventa tra i protagonisti delle iniziative di base della perestrojka.

Ma la sua carriera inizia con la fine dell'Urss: vicedirettore delle edizioni del Kommersant, fonda nel 1995 la Fondazione per la politica efficiente, che viene coinvolta nelle presidenziali dell'anno dopo. È Pavlovsky uno dei principali strateghi della vittoria di Eltsin, ottenuta con ogni mezzo necessario, come spiegato anni dopo da lui stesso. Ma è soprattutto l'ascesa di Putin il suo lavoro più importante: è Pavlovsky a ideare il sondaggio su quale eroe dei film i russi avrebbero voluto come presidente e ad individuare nella figura di Putin, allora direttore dell'Fsb, il successore di Eltsin.

Pavlovsky dirige la campagna elettorale di Putin, e diventa una delle figure chiavi dell'amministrazione presidenziale: nel 2004 viene inviato in Ucraina a dirigere la campagna di Viktor Janukovyč. Diventa tra i principali consiglieri di Medvedev, e questa sarà la ragione della sua svolta: nel 2011 il contratto con l'amministrazione presidenziale viene risolto, perché Pavlovsky era contrario al ritorno di Putin al Cremlino. "Putin non è più il garante personale dell'unità in Russia (...) (l'elettore) si aspetta garanzie da una politica chiara, da un solido schema statale e del diritto", dichiarò all'epoca.

Sempre attivo in nuove iniziative, è l'ideatore della rivista online Gefter, chiamata così dal suo maestro, lo storico Michail Gefter, ed è autore di varie pubblicazioni. Si era dedicato, dal 2020, alla Libera Università (Svobodnyj universitet), dove teneva corsi molto seguiti.