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sgomberi

MILANO, DIRITTO ALL'ABITARE: CASALOCA DI NUOVO SOTTO SGOMBERO

Data di trasmissione
Durata 14m

Corrispondenza con una compagna da Milano che ci racconta della Rete solidale CiSiamo di Milano, della situazione abitativa di una delle città più difficili da abitare e ci riporta dello sgombero durante la telefonata in corso del Casaloca, rioccupato per dare alloggio alle 70 persone che a causa di un incendio di un palazzo in zona Palmanova erano rimaste senza casa.

Presidio solidale contro lo sgombero dello spazio anarchico 19 Luglio

Data di trasmissione

Telefonata con una compagna del gruppo anarchico Carlo Cafiero sul presidio solidale contro lo sgombero dello spazio anarchico 19 Luglio, il giovedì 20 giugno a Garbatella.

 

A continuazione il comunicato del Gruppo Anarchico Carlo Cafiero:

GIOVEDI 20 GIUGNO SECONDO PRESIDIO SOLIDALE CONTRO LO SGOMBERO DELLO SPAZIO ANARCHICO 19 LUGLIO-GRUPPO ANARCHICO C.CAFIERO A GARBATELLA
La mobilitazione contro lo sgombero dello Spazio Anarchico 19 luglio a Garbatella non si è fermata. Giovedì 20 giugno ci sarà il secondo presidio solidale a partire dalle ore 8:00 e la conferenza stampa alle ore 11:30 allo Spazio Anarchico 19 Luglio (metro B) a Garbatella in via Rocco da Cesinale 16/18. Sono stati mesi densi di impegni e grande è stato il sostegno e la solidarietà concreta arrivata. Ci sono stati anche molti comunicati solidali ma la revoca alla richiesta dell’inutile intervento della polizia non c’è stata. La dirigenza politica di Ater Roma (Regione Lazio) sta continuando infatti con la sua “guerra” attivata nei nostri confronti e nei confronti di quelle associazioni, spazi sociali e culturali contro la quale, di volta in volta, sta riversando tutta la propria autoritaria frustrazione con l’obbiettivo di “strozzare” e chiudere, una dopo l’altra tutte le realtà di libertà autogestite, parte integrante del patrimonio culturale di questa città.

Per quanto ci riguarda vi informiamo che l’Ater Roma sta continuando a volerci tenere fuori dalle opportunità dei piani di rientro alle quali si può accedere, come già hanno fatto altri, attraverso dei procedimenti amministrativi che già abbiamo attivato. Nonostante le istanze dunque per arrivare ad un canone di affitto realistico e adeguato alle caratteristiche economiche e popolari del locale in questione, che ricordiamo è rimasto abbandonato per 25 anni, le azioni di contrasto attivate dalla dirigenza politica dell’Ater sono state motivate con delle fittizie, false e diffamatorie informazioni. Si è ormai fatto palese che il vero motivo di questa volontà denigratoria sia del tutto politica e non amministrativa. Stiamo parlando di un locale di circa 100 metri quadri lasciato nelle macerie per decenni e che nel 2011 è tornato a vivere, reso agibile grazie alla sottoscrizione libera e alla manodopera gratuita dei lavori autogestiti in economia messi in atto dai partecipanti. Abbiamo ancora tanto da fare, dire, scrivere per cambiare in meglio la condizione attuale. Non ci rassegneremo alle istanze autoritarie che ci vengono tirate addosso con l’obbiettivo di osteggiare e fare arretrare il nostro percorso e neanche di fronte alla speculazione e alla gentrificazione, alla militarizzazione e alle guerre, alla chiusura dei servizi sanitari e culturali, alla repressione delle istanze di libertà in tutti i settori sociali ed economici colpiti. Non smetteremo di informare che, oggi come ieri, il nazionalismo e la politica guerrafondaia non curano gli interessi dei ceti popolari morsi dalla mancanza di reddito e di libertà e che, anzi al contrario, incrementano i massacri, lo sfruttamento, l’oppressione sulla pelle e con il sangue della povera gente.

La nostra attualità che affonda le sue radici nella memoria storica antifascista della città di Roma e in particolare nel quartiere di Garbatella non si è spostata di un millimetro ed è dimostrata oggi come ieri in modo chiaro e trasparente nelle attività e nelle istanze quotidiane di libertà attivate e ben documentate sia nella Biblioteca Popolare Fabio Iacopucci che nell’Archivio del Gruppo anarchico C. Cafiero FAI Roma che tra gli altri ospita anche fondi privati.

Vogliamo dedicare il presidio del 20 giugno all’ottantesimo anniversario della liberazione di Roma dal nazifascismo del 4 giugno 1944 e invitiamo le realtà, le associazioni, i collettivi, le individualità eccetera a partecipare al presidio contro lo sgombero dello Spazio anarchico 19 Luglio di giovedì 20 giugno e sostenere ancora una volta le istanze di
libertà.

Il presidio solidale contro lo sgombero dello Spazio anarchico 19 luglio si terrà giovedì 20 giugno a partire dalle ore 8:00 e la conferenza stampa alle ore 11:30 allo Spazio Anarchico 19 Luglio a Garbatella (metro B) in via Rocco da Cesinale 16/18.

Gruppo Anarchico C.Cafiero FAI Roma

Quarticciolo: giù le mani dalle nostre case. Quarticciolo è Roma

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Durata 5m 47s

Questa mattina la forza pubblica si è presentata in forze al Quarticciolo per eseguire lo sfratto di tre nuclei familiari, senza nessuna presenza del municipio, senza assistenti sociali per famiglie con minori che ora, in due casi si trovano per strada mentre la terza famiglia, in via Cerignola sta resistendo insieme al quartiere.

Questo all'indomani della manifestazione che denunciava l'abbandono da parte dell'amministrazione del quartiere e la sola gestione securitaria.

Il primo audio registra la situazione descritta sopra, il secondo delle 12.45, dopo che anche la terza famiglia è stata trascinata a forza fuori dall'abitazione e lasciata in strada.

Oggi pomeriggio alle 19 assemblea in via Ugento 30 con lo slogan Giù le mani dalle nostre case. Quarticciolo è Roma che già aveva animato il corteo di ieri

Catania: report corteo dopo sgombero del consultorio e lo studentato

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Durata 6m 5s

Giovedi sera a Catania si è tenuto un partecipatissimo corteo contro lo sgombero del Consultorio "che ha aiutato negli ultimi 4 anni centinaia di donne, ospitato decine e decine di consulti psicologico, ostetrico-ginecologico, legali, pediatrici, medici, supportato donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza" e dello Studentato occupato 95100. Ce ne parla una compagna in presidio permanente fuori lo stabile occupato.

Durata 6'

Catania: sugli sgomberi di San Berillo

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A metà ottobre un blitz interforze con polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e uomini e mezzi del servizio di nettezza urbana nel quartiere di San Berillo, nel cuore del centro storico di Catania. Diverse le persone sgomberate, 4 ragazzi deportati in un CPR perché sprovvisti di permesso di soggiorno, il tutto con la scusa dello spaccio e della prostituzione. “Qui a San Berillo vengono tanti giovani catanesi per farsi di crack”, ha dichiarato il sindaco di Catania, Enrico Trantino, presente durante le operazioni di polizia durate per tutta la giornata, adducendo così la motivazione alla lotta allo spaccio. Eppure non risultano sequestri di sostanze stupefacenti né altre particolari criticità escluso quello del bisogno di un tetto. San Berillo, del resto, è un quartiere centrale che negli ultimissimi anni si sta trasformando in un quartiere per turisti, in una città che proprio grazie al turismo vede procedere spedita la gentrificazione del cuore cittadino. Ne parliamo con Saikou della comunità gambiana del quartiere e portavoce dell'associazione dei ragazzi gambiani. 

Roma Laurentino: minacce a chi vive e resiste al V ponte

Data di trasmissione
Durata 12m 26s

Questa mattina presenza in strada al V ponte del Laurentino per sostenere la resistenza di chi ci vive.

Corrispondenza con una compagna del L38, segue il comunicato dello squat

 

OGNI PONTE È LO SPECCHIO DEL QUARTIERE

Lo sono i ponti abbattuti, quelli vissuti e quelli abitati.

Da quando il V ponte è uno scheletro, 6 donne continuano a vivere tra le macerie per ottenere una casa per tutte. La manutenzione, da sempre a cura della popolazione occupante, è stata sospesa da quando si è aperto uno spiraglio per avere un vero alloggio dopo 30 anni di battaglie.

Perdite d'acqua, rischio crolli e impedimenti a vivere in un contesto salubre sono problemi che devono riguardare tutte le persone che hanno a cuore il Laurentino 38, non solo chi nelle difficoltà ci si ritrova con tutte le scarpe. Il problema non è solo la monnezza per strada che Gualtieri pensa di risolvere con i video promozionali di qualche spazzata di Ama a via Sapori. Il quartiere, nella sua storia, ha saputo dimostrare come ci si supporta nel quotidiano e come non lasciare nessuna e nessuno solo con i propri guai. Questa attitudine spesso appartiene proprio a chi si è fatta le spalle larghe per potersi guadagnare una vita che nessuno gli ha regalato.

Con il progressivo svuotamento del piano inferiore del VI ponte, la situazione attuale del V ponte potrebbe riproporsi a specchio. Non ci vuole un genio a supporlo e non accettiamo che l'incuria di Ater venga utilizzata come pretesto per minacciare la volontà del "centro sociale" L38SQUAT di restare dov'è: al centro del quartiere.

“Quando siamo entrati il ponte era spappolato”

Queste sono le parole di uno dei primi occupanti del VI ponte che in qualche modo rendono l’idea delle condizioni in cui trovarono la struttura nel lontano 1991, quando l'Ater (che ai tempi si chiamava IACP) l'aveva lasciata in stato d’abbandono.

Lo spazio, già occupato in passato dalla lotta per la casa, era privo di finestre, porte, servizi sanitari, impianti elettrici ed idraulici. Molte pareti interne erano malridotte, c’erano buchi tra stanza e stanza. Mano a mano che ci siamo mess* a riparare e restaurare delle aree, abbiamo trovato nascoste in alcune intercapedini delle macerie o dei rifiuti del passato,
segni di vite precedenti... un pallone da calcio, un termosifone, una vecchia radio, montagne di calcinacci. Con infinita pazienza abbiamo risanato uno spazio enorme facendo un pezzettino alla volta, contando solo sulla nostra tenacia e sul supporto economico delle sottoscrizioni raccolte durante le centinaia di iniziative, cene e concerti che ben raccontano la nostra storia.

Nel tempo, grazie alla pratica del “do it yourself”, ovvero del risolversi i problemi da sé senza pagare un/una professionista per farlo, abbiamo imparato come prenderci cura della struttura, apprendendo teoria e pratica della manutenzione e tramandandola tra di noi.
Elettricità, idraulica, carpenteria, muratura sono ora alla portata di noi tutt* e ognun* di noi sa cosa fare quando si manifesta un problema. In questo modo abbiamo potuto resistere per 32 anni cercando di vivere dignitosamente e tentando di migliorare la qualità di vita di anno
in anno.
Nel 2002 ATER smise di fare manutenzione sulle strutture dei ponti 5-6-7-8-9-10-11, non a caso di lì a poco le strutture più usate (ovvero quelle in cui la gente ci viveva) hanno iniziato a dare notevoli segni di cedimento strutturale.

La scelta criminale dell'ATER, di lasciare senza manutenzione il tetto di una struttura i cui muri interni sono di gesso, è stata arginata solo perchè ogni anno abbiamo passato l’estate a rifare la guaina e a monitorare che la situazione non peggiorasse. Allo stesso modo ci occupiamo ancora degli scarichi dell’acqua piovana del ponte, che puntualmente si rompono
quando la ghiaia viene trascinata nei tubi dalle piogge torrenziali. Gli impianti elettrici avrebbero ceduto se non ci fossimo curati dell'intero ponte e se non avessimo adottato delle misure di abbassamento dei consumi e di conseguenza dell’assorbimento.
Gli impianti idraulici esterni sono tutti da controllare, diverse volte ci sono state rotture importanti che hanno rischiato di danneggiare gravemente la struttura, ma siamo sempre riuscit* ad intervenire tempestivamente.

 
 
 
Oltre alle competenze maturate sul campo, abbiamo condiviso le nostre pratiche con altri spazi occupati ed autogestiti di Roma e del mondo, mettendo a frutto quei concetti che oggi vengono chiamati "ecodesign" dagli accademici. Abbiamo infatti ridotto l’impatto ambientale della struttura partendo dalle nostre abitudini e adottando soluzioni semplici
come la condivisione di aree comuni per consumare meno, scaldare/raffreddare meglio gli ambienti per cucinare o lavarsi. Ogni casa ha una cucina condivisa tra più persone, la foresteria ha una sua cucina che viene usata anche per le attività del centro sociale, abbiamo
uno spazio che funge da lavanderia, riuscendo con sole due lavatrici a sopperire alle necessità di oltre 20 persone. Ogni volta che abbiamo potuto, abbiamo scelto tecnologie meno inquinanti e più efficienti.

Abbiamo ridotto l’immisione di tonnellate e tonnellate di CO2 nell’ambiente perché abbiamo un laboratorio dove ripariamo, rigeneriamo e doniamo computer alle persone in difficoltà, dove proviamo a riparare piccoli o grandi elettrodomestici destinati alla discarica e dove sperimentiamo quel poco di riciclo creativo che riesce ad avere anche del senso pratico.
Ora siamo ad un passo da un grande obiettivo, ovvero rendere la struttura autonoma producendo acqua ed elettricità per poter abbandonare del tutto il rapporto con le infrastrutture nocive proposte dallo stato.

Non chiediamo il permesso per vivere liberx.

Non abbandoneremo un sogno perché sappiamo che può essere un
esempio positivo per tutte e tutti.

Giù le mani da L38SQUAT

Case per tutte e tutti

Coordinamento Regionale Sanità

Data di trasmissione
Durata 1h 5m

1) Contro lo sgombero delle famiglie di via Latino Silvia 37, intervento da studio delle famiglie occupanti, appuntamento alle 6:30 del 25/05/2023 contro lo sfratto;

2) Intervento di un compagno del coordinamento contro l'inceneritore di Albano sulla manifestazione di venerdì 26/5/2023 ore 10:30 davanti la sede centrale di ACEA contro l'inceneritore che si vuole costruire a santa palomba;

3) notizie da studio anche verso l'assemblea nazionale sulla sanità e salute del 17/6/2023 a Firenze