Dopo aver strappato un incontro con il ministro del lavoro, in seguito all'occupazione della sede del Nazareno, lavoratrici e lavoratori della FedEx di Piacenza si sono diretti verso la sede del MISE, dove continua la mobilitazione. la nostra corrispondenza con uno dei lavoratori.
Continua la mobilitazione dei lavoratori della Texprint di Prato, in un contesto segnato dal rifiuto di dialogare da parte dell'azienda ma anche dalla grande solidarietà mostrata da ampi settori cittadini. Ci racconta la situazione un compagno di Prato antifascista.
Da due mesi lavoratori e lavoratrici della Texprint di Prato, organizzati dal SI Cobas, sono in mobilitazione permanente per chiedere migliori condizioni di lavoro. Una mobilitazione importante, segnata da forti tensioni e pesanti interventi delle forze dell'ordine, paradigmatica di quello che succede anche altrove.
Con un compagno del SI Cobas Modena, colpito in maniera diretta dall'inchiesta, commentiamo la fine delle indagini della procura di Modena sugli scontri durante gli scioperi e i picchetti ad Italpizza dall'inverno del 2018 all'estate dello scorso anno. I 67 indagati si aggiungono alle centinaia di procedimenti giudiziari contro il Sindacato per altre vertenze, portando il numero degli operai a processo nella sola Modena a oltre 400.
La realtà viene ribaltata: i criminali non sono i padroni che rifiutano di applicare i contratti nazionali, che negano ogni diritto sindacale, che puniscono le operaie mandandole a spalare la neve sui tetti ghiacciati. Per la Procura i criminali sono le stesse operaie che reclamano i propri diritti.
Dopo 15 giorni di sciopero, nella tarda serata di ieri, è stato firmato l'accordo che salva tutti i posti di lavoro, tutti i lavoratori avranno la turnistica che coinvolgerà tutti i lavoratori e verrà riconosciuto integralmente il CCNL Logistica e Trasporto Merci.
Un compagno del SI Cobas ci illustra i contenuti dell'accordo, una vittoria per i lavoratori in sciopero da diverse settimane e un esempio per le vertenze future
Continua, di fronte allo stabilimento Peroni di Roma, in via Birolli al collatino, il presidio permanente dei facchini che chiedono alla multinazionale proprietaria dello storico marchio il rispetto dei propri diritti e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Sabato scorso un corteo in solidarietà con i lavoratori ha attraversato le strade del quartiere, altre iniziative sono in preparazione nei prossimi giorni.
Continua la mobilitazione degli addetti alla logistica dello stabilimento della birra Peroni di via Birolli, nel quartiere collatino a Roma. Sabato 29 febbraio è indetta una manifestazione che partirà alle 13.30 da piazza De Cupis e terminerà di fronte allo stabilimento.
Dal piazzale di fronte all'impianto un compagno del SI Cobas ci aggiorna sullo stato della mobilitazione.
Si è conclusa con una vittoria la mobilitazione di lavoratori e lavoratrici del gruppo Zara, che sono riusciti a confermare i propri livelli salariali e l'applicazione del contratto nazionale rigettando l'offensiva della controparte. Un risultato ottenuto grazie a scioperi e manifestazioni che adesso si cerca di replicare anche nella vertenza che riguarda gli stabilimenti della birra Peroni.
Abbiamo raggiunto un sindacalista del SI Cobas proprio davanti lo stabilimento capitolino della Peroni, in via Birolli, per farci raccontare come sono andate le cose con il gruppo Zara e quali siano le prospettive per la vertenza alla Peroni
La Penny Market di Desenzano ha licenziato decine di lavoratori organizzati dal Si Cobas che si sono ribellati a turni massacranti e bassi salari. Ma non è bastato a fermare le lotte e a questo punto è intervenuta la Digos con i divieti di soggiorno a lavoratori e sindacalisti del Si Cobas.
La vertenza Italpizza scavalca i confini della mera sfera sindacale: gli interessi in gioco non sono solo quelli di un’azienda, ma riguardano gli equilibri di potere del nostro territorio e la capacità dal basso di contrastarli e piegarli al bene comune. I compagni chiedono a tutte le realtà e singol* solidali con questa lotta di farsi nodi della rete di pressione su Italpizza, attraverso i propri canali e con i propri contributi. Scopo della campagna di boicottaggio è colpire i marchi e le catene di supermercati che vendono le pizze surgelate prodotte, sia a marchio Italpizza che con i propri marchi: Coop, Esselunga, Conad, Carrefour, Findus, Selex, Lidl, Pam, Eisman, ecc. La posta in gioco è alta, ma sappiamo bene che solo uniti si vince: se toccano uno, toccano tutti!