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25 novembre

La violenza maschile contro le donne nella storia

Data di trasmissione
Durata 48m 38s

In occasione del 25 novembre mandiamo la registrazione di un seminario che ha tenuto la storia Laura Schettini all'Università Orientale di Napoli dal titolo: la violenza maschile contro le donne nella storia, norme, pratiche sociali, emozioni. Il seminario è stato in collaborazione con la SIS, la Società Italiana delle Storiche. 

Contro la violenza degli uomini sulle donne

Data di trasmissione

Ascolta l’intervista ad una compagna dell’Assemblea Permanente delle donne contro la proposta di Legge Tarzia, sulla manifestazione del 25 novembre davanti alla Regione Lazio, in Via Rosa Garibaldi, dalle ore 10.00.

Ascolta l’intervista ad una compagna dell’Assemblea di donne femministe e lesbiche contro i Cie sull’iniziativa per il 25 novembre 2010 a piazza Trilussa a Roma dalle ore 16.00.

Da BOLOGNA:

Ascolta l’intervista ad una compagna del coordinamento Quelle che non ci stanno sul presidio performativo del 25 novembre “Silenzi e paole sul femminicidio” (via Indipendenza – ore 18).

Ascolta l’intervista ad una compagna di Noi non siamo complici sulle 2 iniziative del 26 novembre “Che i muri crollino e la libertà evada – Chiudere i Cie subito!” (ore 17 – Aula C autogestita, Scienze politiche, Strada Maggiore 45) e del 28 novembre “Non inermi ma in armi – Le donne, la guerra, la resistenza” (ore 18.30 – Circolo Iqbal Masih, Via della Barca 24/3)

Da TARANTO:

Ascolta l’intervista ad una compagna del MFPR sulle iniziative del 26 novembre davanti al Tribunale, la mattina, e con un presidio itinerante, nel pomeriggio.

25 novembre: giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne

Data di trasmissione

Ascolta la trasmissione Parapiglia con i collegamenti alle manifestazioni ed iniziative contro la violenza degli uomini sulle donne: sentiamo le compagne di Bologna, Catania, Taranto, Torino, Parigi, Roma e dal Rojava [dura 2h23′]

Qui gli audio delle corrispondenze estrapolate:

Rojava
Ascolta la corrispondenza in lingua kurda con una compagna del movimento delle donne Yekitiya Star, in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne [dura 22′]
Leggi la traduzione in italiano
Leggi l’Appello delle donne kurde che fanno parte delle YPJ (Unità di Protezione delle Donne) nella resistenza a Kobanè che hanno parlato a Jinha l’agenzia stampa di donne di Diyarbakir

Ascolta uno stralcio dell’intervista a Dedé Mirabal, l’unica sopravvissuta delle quattro sorelle Mirabal, las Mariposas, impegnate contro la dittatura di Truillo nella Repubblica Domenicana. Partia, Minerva e Teresa furono uccise dal regine nel 1960 [dura 6′]

Catania
Ascolta la corrispondenza con una compagna del gruppo le Voltapagina che, insieme ad altre associazioni di donne hanno oragnizzato un sit-in contro il femminicidio e contro la cancellazione della storisa delle donne [dura 9′]

Taranto
Ascolta una corrispondenza di una compagna del Movimento femminista proletario rivoluzionario: “l’elemosina non la vogliamo, il lavoro pretendiamo”, perché violenza contro le donne è anche negare loro lavoro e salario [dura 9′]

Bologna
Ascolta la corrispondenza con una compagna che racconta la partenza della manifestazione [dura 3′]
Leggi uno dei volantini distribuiti in piazza

Roma
Ascolta la corrispondenza dal cotrteo per le strade del Pigneto, pronto a partire [dura 3′]

Parigi
Ascolta una compagna del gruppo Locs – Lesbiennes Of color che ci racconta la manifestazione di sabato 22 novembre contro gli stupri e i crimini della polizia [dura 9′]

Torino
Ascolta la corrispondenza di una compagna del collettivo femminista MeDea, che per stasera hanno organizzato un reading dal titolo Non mi pento di nulla. Storie di donne che si sono ribellate alla violenza maschile [dura 8′]

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Ascolta il Minipimer con l’intervista/testimonianza di Dedè Mirabal, unica sopravvissuta delle sorelle Mirabal che, con il nome in codice di “mariposas” (“farfalle”) lottarono contro la dittatura di Trujillo in Repubblica Domenicana. Dalla loro lotta, troncata da un orribile assassinio, nasce la giornata mondiale contro la violenza maschile contro le donne [dura 54′]

Dedé è la seconda delle quattro sorelle Mirabal. Patria, Dedè, Minerva e María Teresa Mirabal vissero la loro gioventù negli anni della dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana (1930-1961). Una dittatura lunga, fortemente razzista (Trujillo si macchiò della strage di 30.000 haitiani) per lungo tempo appoggiata dagli USA e dalla Chiesa cattolica.
Le sorelle Mirabal lottarono attivamente contro la dittatura e fondarono il Movimento 14 Giugno, gruppo politico clandestino di resistenza nel quale militarono con il nome di battaglia di las Mariposas. Il movimento aveva assunto il nome dal giorno in cui nel 1959 domenicani/e rivoluzionari/e in esilio tentarono un attacco armato, con il sostegno di Fidel Castro, ma furono sterminati dall’esercito del dittatore, il più grande del centro-america.
Nel gennaio del 1960, il Movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e le/i militanti del movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal. Molti dei prigionieri vennero inviati al carcere di ‘La 40’ (carcere di tortura e morte). Le sorelle vennero invece liberate alcuni mesi dopo, ma solo perché il regime aveva altri piani per liberarsi di loro in maniera definitiva.
Il 25 novembre del 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal partono in auto verso Puerto Plata, dove erano ancora incarcerati i loro mariti tra cui Manolo Tavares Justo, uno dei fondatori del gruppo, Dedè rimase a casa a badare ai figlie e alle figlie di tutte.
Le altre tre, 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, furono uccise in un agguato della dittatura che poi cercò di camuffare il fatto, sostenendo che erano morte in un incidente d’auto.
Con la morte delle sorelle Mirabal Trujillo credette di aver eliminato un problema, ma ciò causò grandi ripercussioni nell’opinione pubblica dominicana (nonostante la censura), molte coscienze si scossero e il movimento culminò con l’assassino di Trujillo nel 1961.
Il 25 novembre fu scelta come giornata mondiale contro la violenza contro le donne nel 1980, durante il Primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia e poi fu in seguito adottata anche dall’Onu (1998).
Dedè Mirabal ha vissuto da allora allevando tutte/i insieme le figlie ed i figli suoi insieme a quelle/i delle sorelle assassinate che ha mantenuto divenendo assicuratrice. Non ha comunque abbandonato le terre agricole della famiglia ed oggi gestisce con orgoglio una fattoria di cacao biologico, il primo certificato del paese. Ha speso la vita per mantenere viva la memoria delle sorelle e con questo obiettivo ha creato e dirige la Casa Museo Hermanas Mirabal, fondata nella casa della famiglia Mirabal nella provincia di Salcedo che oggi ha assunto il nome di Provincia Hermanas Mirabal. All’ ingresso della città capoluogo si è accolte da un enorme murales con i visi delle quattro sorelle.
Notizie supplementari:
Nel 1995 la scrittrice dominicana Julia Álvarez ha pubblicato il libro “Il tempo delle farfalle”, da cui è stato tratto nel 2001 il film In the Time of the Butterflies con Salma Hayek nel ruolo di Minerva.

Riflessioni sul corteo transfemminista del 27 novembre

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 56s

Proviamo ad articolare qualche riflessione sulla manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e di genere indetta a Roma sabato 27 novembre da Non una di meno:

a partire da una breve rassegna stampa in merito ne parliamo con una compagna femminista di Firenze che sta studiando Non una di meno come movimento sociale, una compagna del Centro Donna Lisa, una della redazione di radio Onda Rossa e una di Fuori Luogo, collettivo studentesco de La Sapienza.

Verso il corteo del 27 nov: iniziative alla Sapienza

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Con una compagna di Fuori Luogo presentiamo "Che la Nemesi abbia inizio", la due giorni con cui all'Università la Sapienza le studenti inaugurano la settimana contro la violenza maschile sulle donne e di genere. Due giornate di incontri, discussioni e workshop che inizia con la presentazione di Nemesi, luogo transfemminista, spazio di donne, di ascolto, di vendetta. Un luogo che oggi non esiste e che vogliamo costruire insieme.

Lunedì 22 novembre

H 13.00 presentazione "Nemesi"
H 15.00 "Spazi degeneri" workshop del desiderio
H 17.00 "Spaccademia: pratiche femministe in università" presentazione del numero di DWF
A seguire aperitivo e musica

Martedì 23 novembre

- H 13.00 workshop sull'educazione sessuale con Associazione Selene e pranzo sociale
- H 15.00 tappezziamo l’università
- H 17.00 "Comunarde" presentazione con Federica Castelli, ricercatrice in Filosofia presso l'Università di Roma Tre
A seguire aperitivo, musica e murales Sentre le Universitarie

 

Cile: Radio Placeres su Daniela Carrasco e il 25 novembre

Data di trasmissione
Durata 5m 8s

Continuiamo le coorispondenze con Radio Placeres dal Cile. Questa settimana.

Il 20 ottobre 2019 in mezzo alle proteste viene trovato il corpo senza vita di Daniela Carrasco (36 anni) conosciuta come “la mimo” a Santiago del Cile.
Immediatamente varie organizzazioni e collettivi emettono dichiarazioni indicando prove di aggressione e tortura da arte di agenti dello Stato.
 
L’Associazione di Avvocate Femministe ABOFEM contatta la famiglia e prende in carico il caso. L’organizzazione invita a rispettare la volontá della famiglia, che in svariate occasioni ha chiesto cautela e un trattamento dignitoso nel rispetto del lutto.
Nei social circolano molte notizie infondate, nonostante l’investigazione sul caso sia ancora in corso. Fino ad ora é stata confermata la presenza di una lettera che spiegherebbe l’eventuale suicidio e non sono stati rilevati segni evidenti di tortura o abuso sessuale, nonostante ció non si scarta l’ipotesi di nuovi e diversi risultati delle investigazioni ancora in corso.
La famiglia di Daniela richiede inoltre di non commercializzare la sua immagine, giacché tale l’iniziativa non é loro e rappresenta un ulteriore fonte di sofferenza per il loro lutto.
 
Forse é per questo che alla manifestazione femminista convocata dalla Coordinatrice 8 marzo qui a Valparaíso per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, il 25 novembre, non si sono viste immagini della “mimo”. Quello che ha marcato la giornata sono state le innumerevoli performance di collettivi e associazioni di donne ed gli interminabili slogan per l’aborto libero, la libertá di scelta sulla propia sessualitá e per la giustizia di ogni caso di violenza di genere durante questo mese e mezzo di rivoluzione.
 
Da Radio Placeres vorremmo cmq spiegare la ragione per la quale immediatamente si é sospettato un caso di omicidio da parte degli agenti dello Stato; infatti in Cile le forze repressive in varie occasioni hanno assassinato e poi insabbiato il crimine facendolo passare per un suicidio, grazie alla complicitá dei medici forensi nelle autopsie. I casi emblematici che rappresentano questa pratica sistematica sono:
- Il caso di Salvador Allende, presidente del Cile fino al colpo di stato l’11 settembre 1973, il quale fu assassinato nel palazzo di governo. I Militari che entrarono nell’edificio, uscirono poi con la cosiddetta “arma suicida”, un AK-47 omaggio di Fidel Castro, con la notizia che il presidente si era suicidato. Il dottore forense difese l’ipotesi del suicidio, ma con il passare degli anni si é potuto dimostrare che Salvador Allende fu assassinato con un revolver da parte di un militare.
- Macarena Valdés , donna combattente che difese il suo territorio ancestrale dall’invasione dell’industria estrattivista, fu assassinata il 22 agosto 2016 davanti a suo figlio minore e poi impiccata per simulare un suicidio. Il rapporto ufficiale della prima autopsia dichiaró un suicidio, poi un secondo rapporto realizzato privatamente dimostró che la ferita sul collo era post mortem, lasciando csí in evidenza il crimine.
- Alejandro Castro, dirigente dei pescatori artigianali di Quintero – la zona di sacrificio della cittá di Puchuncaví – il quale lottava per la difesa della sua comunitá contro la contaminazione dell’industria del carbone, gas, petrolio e termoelettrica, é stato trovato impiccato e senza vita a Valparaíso il 4 ottobre 2018. Date le ripetute minaccie di morte ricevute, il sospetto d’omicidio é latente.
Camilo Catrillanca fu assassinato a sangue freddo dal gruppo di operazioni speciali (GOPE) mentre viaggiava nel suo trattore insieme a un minore d’etá, il quale si salvó, il 14 novembre 2018. Camilo era il figlio del presidente della comunitá mapuce Temucuicui.
 
Nonostante sul caso di Daniela non si possano ancora trarre conclusioni, possiamo cmq dire che il tipo di aggressioni e violenze che si sono sospettate su di lei, sono sí un fatto reale nelle almeno 79 denunce di casi di abuso sessuale da parte di carabinieri e altre forze dello stato, secondo l’istituto di diritti umani. Il fatto che il caso di Daniela abbia colpito cosí profondamente la sensibilitá dell’opinione pubblica nazionale e internazionale é forse la prova che quando la notizia di una morte ci arriva tramite una storia, fotografie e altri dettagli, la sentiamo piú vicina piú umana. Ora cerchiamo di immaginarci una storia, una foto, una vita intera dietro a ognuno di quei 79 casi. Non certo per affliggerci ancora di piú ma bensí per svegliare ancora piú forte la nostra coscienza umana e non rimanere mai piú indifferenti e silenziosi davanti agli abusi e alla violenza contro l’umanitá.