Ciao Salvo
Data di trasmissione
Durata
10m
14s
Nella notte tra sabato e domenica ci ha lasciato Salvo Di Maggio. Un incendio scoppiato nel suo appartamento non gli ha lasciato scampo, è riuscito a mettere in salvo la compagna e il figlio prima di cadere esanime intossicato.
Attivista, libertario, educatore, Salvo è stato per una vita a fianco delle e dei rom, dei detenuti, degli abitanti delle periferie. Lo ricordiamo con le parole che gli ha voluto dedicare lo Yeti, il caffè-libreria che insieme ad altri aveva fondato più di venti anni fa.
Quando dalle indissolubili certezze del vivere viene meno la vita stessa, la sottrazione spietata di un affetto, di un amore, un'amicizia
il senso stesso dell'esistenza viene scosso alle fondamenta, il peso dei superstiti sembra insostenibile.
Così è il nostro sentimento in questo momento che in appena una settimana, neanche il tempo di asciugare le lacrime dobbiamo dire addio a due intelligenze meravigliose: prima Cristiano Rea, dall'instancabile sintesi creativa perennemente messa a disposizione di ogni fermento di acerba controcultura e poi Salvo Di Maggio, creatore ovunque sia passato, di reti solidali da contrapporre agli egoismi in cui siamo tutti quotidianamente compressi.
Due amici e fratelli.
Pensare di fare a meno di loro ci getta nello sconforto tanto erano preziosi e particolari.
L'istinto ci spinge a ripiegarci nel dolore insieme agli amici e agli affetti più intimi, scambiare tra noi soli carezze, asciugare così le lacrime, se possibile.
L'orgoglio di essere stati loro amici invece ci deve spronare a fare altro.
Ad aprirci anziché chiuderci, a cercare consolazione nell'agire collettivo.
Cristiano e Salvo hanno vissuto di questo.
Di sentimento empatico.
Tutti e due, distinti, si sono sentiti parte di un percorso rivoluzionario in pieno svolgimento.
Non importa quanto distante la meta, Forse al di là delle nostre esistenze.
L'importante è il percorso.
Fare della propria esistenza, nei rapporti quotidiani, lavorativi, amicali, affettivi, come se il Mondo nuovo fosse oggi. Il mondo di Amore e Libertà per cui vivevano.
Nell'agire coerenti ai nostri sogni possiamo trovare consolazione, senso.
Un sentire empatico, generoso, che ci mette in relazione con un'umanità dove, mentre piangiamo la scomparsa di Salvo e Cristiano, dopo poco sorridiamo perché le loro qualità le ritroviamo intatte o più grandi, in un ragazzo o una ragazza, o due o tre o dieci, appena giunti.
La nostra consolazione è nell' ultimo arrivato, il più giovane.
Il nostro compito è sapere fargli posto.
"Abbiamo vissuto e abbiamo da vivere, non ci possiamo lamentare"
Perché siamo parte di tutto e per questo non moriamo mai.
Ora però Per noi è ancora tempo di piangere, insieme. Piangere Cristiano e Salvo.