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Genova non è finita

CSOA Ex SNIA

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CHI DEVASTA CHI

Sabato 13 e domenica 14 Luglio 2013 presso il CSOA ex SNIA

 

Il 13 luglio 2012 la corte di Cassazione condannava 10 compagne e compagni a complessivi 100 anni di carcere per i reati di devastazione e saccheggio commessi durante le manifestazioni del G8 di Genova 2001. Condanne mostruose, non solo perché inflitte in base a reati introdotti dal fascismo con il codice Rocco e mai aboliti dallo stato repubblicano nato dalla resistenza, ma soprattutto perché prima di allora nessuna sentenza definitiva era mai giunta a comminare 15 anni di carcere per un reato odioso, giuridicamente indimostrabile e di inequivocabile natura politica.

Questo è il punto su cui occorre riflettere: da Genova 2001 in poi è cambiato il paradigma di contenimento dei conflitti sociali da parte dello stato, per cui ogni lotta viene ridotta a mera questione di ordine pubblico. Fino ad oggi si contano 15000 denunciati per reati vari, per non parlare dei numerosi casi accertati di uccisioni nelle strade e in carcere ad opera delle forze dell’ordine. L’applicazione delle “zone rosse” vietate ai manifestanti è divenuta la norma con cui il potere politico rifugge dal confronto con la società, lasciando che sia il manganello a “regolare” le ragioni di ogni protesta: dalla lotta contro le discariche, ai terremotati, ai pastori, agli studenti, ai lavoratori della logistica, alle grandi opere si registra una gestione di tipo poliziesco progressiva ed inarrestabile, fatta ancora di pestaggi e di schedature di massa; un “dispositivo” di governo che è stato portato all’estremo con l’occupazione militare della Val Susa. Di pari passo si è assistito all’inasprimento delle pene e delle leggi: dall’aggravante generica per finalità di “terrorismo” al DASPO; dal domicilio coatto alle delibere antibivacco dei sindaci, fino alla sospensione di diritti costituzionali per le aree definite di “interesse strategico nazionale”. Un insieme di misure intimidatorie volte a soffocare sul nascere ogni forma di conflitto su cui spicca, fra tutte, il reato di devastazione e saccheggio contestato anche agli imputati/e per la manifestazione del 15 ottobre 2011 a Roma.

Ma negli ultimi anni è apparso chiaro che l’aspetto repressivo, l’allarme sociale contro il “nemico interno” serve anche a distogliere l’attenzione dalle responsabilità della classe dirigente politica e imprenditoriale nella gestione della crisi: licenziamenti, delocalizzazioni, aumento del precariato e dei livelli di sfruttamento della forza lavoro, contrazione dei salari, abbattimento della spesa sociale, il tutto accompagnato da scandali, ruberie, truffe, che hanno visto in combutta uomini politici e imprenditori, istituzioni pubbliche e capitali privati in un’opera incessante di devastazione dell’ambiente e del territorio e di saccheggio della ricchezza sociale prodotta dalle classi subalterne.

E allora chi sono i veri saccheggiatori? Chi devasta chi? in questo scenario di crisi dove “l’economia del debito” è usata come ricatto permanente contro i bisogni e le aspirazioni di sempre più larghi strati di popolazione ormai insofferenti a un sistema capitalistico e a una democrazia che non sa dare loro altre risposte che non siano carcere e manganellate.

 

A un anno dalla sentenza definitiva per Genova 2001, in solidarietà con i compagni/e sotto processo per i fatti del 15 ottobre 2011, con Alberto, Marina, Gimmy e Ines nel cuore.

 

Due serate benefit con dibattiti, musica, teatro, spazi di socialità e ristoro

 

Sabato 13 luglio Concerto con Bone Machines, e Blood '77, a seguire dj set con Tutti Frutti Apocalypse a cura di Murder Farts e Lubna Barracuda.

Nel corso della serata esposizioni artistiche e performance.

 

Domenica 14 luglio dalle 19.00 Spazio aperto ai musicisti di strada con aperitivo nell'orto dalle 20.00 Incursioni musicali di Laura Inserra dalle 21.00 Il Rave Teatrale delle “Voci nel Deserto”  in "La raccolta differenziata della memoria” con la partecipazione di Ascanio Celestini

 

Radio Onda Rossa; Campagna 10x100; CSOA ex SNIA