Qualche nota su Salvini al salone del libro di Torino
Il Salone del libro di Torino, una delle più importanti fiere dell'editoria del mondo, che si apre la prossima settimana ospiterà la presentazione del libro-intervista del ministro dell'interno e leader della lega Matteo Salvini, pubblicato da una casa editrice vicina a Casa Pound, Altaforte, guidata da quel Francesco Polacchi già noto alle cronache per il suo ruolo nei disordini avvenuti a piazza Navona nel 2008 e per una denuncia per tentato omicidio rimediata in Sardegna nel 2007 (qui cronache e analisi di quella giornata).
Il direttore del Salone, Nicola Lagioia, ha annunciato che Salvini non sarà presente a Torino per presentare il libro ma che il ministro, ovviamente, potrà venire al Salone nel suo ruolo istituzionale. Sulla questione se sia lecito o meno ospitare in un appuntamento come quello torinese case editrici impegnate a diffondere contenuti palesemente revisionisti, Lagioia rinvia la palla al comitato di indirizzo del Salone, che gestisce l'organizzazione degli stand (qui le dichiarazioni integrali su FB di Lagioia).
Abbiamo chiesto a Cristiano, direttore editoriale della Red star press e che sarà presente al Salone di Torino, un parere su quanto sta avvenendo. Con lui avevamo già affrontato in precedenza questi temi, dal momento che più di un anno fa la sua casa editrice aveva lanciato un appello al mondo dell'editoria affinché prendesse in considerazione l'idea di inserire negli statuti delle associazioni di categoria l'accento sui valori dell'antifascismo, dell'antirazzismo e dell'antisessismo. Un appello, purtroppo, caduto nel vuoto. Almeno fino ad oggi