Radio Ondarossa trasmette da più di 40 anni senza padroni né pubblicità.
Una radio autogestita da compagni e compagne che per trasmettere non intendono percepire alcun compenso.
Tenerla in piedi costa 30.000€ ogni anno
Per 42 anni il finanziamento si è basato sulle donazioni spontanee di "chi se la sente" e sulle iniziative.
Purtroppo oggi le iniziative sono un metodo di finanziamento sempre meno sufficiente a coprire le spese.
Di una cosa siamo certe: Radio Ondarossa rimane uno strumento importante e seguìto.
Chiediamo quindi alle tantissime persone che la sostengono di farsene carico, anno dopo anno.
1000 sostenitori e sostenitrici, 30 euro (di media) a testa ogni anno.
Può sembrare tanto, ma in fondo si tratta di 2.50€ al mese.
Solo con delle sottoscrizioni più regolari potremo continuare a trasmettere, dedicando ulteriore tempo alla costruzione di una voce critica e schierata, agli approfondimenti politici e culturali, ad un'informazione quotidiana libera da padroni e da padrini di qualunque specie.
30.000€ possono sembrare una cifra enorme. In realtà sono davvero lo stretto indispensabile per mandare avanti una radio. Ecco uno schema orientativo delle nostre spese.
Cari ascoltatori e care ascoltatrici,
da quando Radio Onda Rossa ha iniziato a trasmettere, il 24
maggio del 1977, si è verificato – ogni anno e per tutti gli
anni successivi – un fatto senza precedenti: migliaia e
migliaia di persone di ogni estrazione sociale sono venute in
radio a portarci il loro contributo in denaro, perché nella
nostra scelta di contrastare l’insulto dell’informazione
asservita, vedevano finalmente una possibilità di riscatto
come mai si era presentata prima. Vivere di sottoscrizioni
senza mai fare pubblicità, senza prendere un soldo per
mandare in onda spot e comunicati, è stata una scelta estrema
che ha messo a rischio ripetutamente la sopravvivenza della
radio, ma è stato anche l’imprinting che ne ha segnato
definitivamente il carattere. I compagni e le compagne che
collaborano e trasmettono dagli 87.9 non solo non
percepiscono alcun compenso, ma contribuiscono economicamente
alla sopravvivenza della radio che dunque vive esclusivamente
del loro impegno, delle sottoscrizioni di chi l’ascolta e
delle iniziative culturali che si svolgono negli spazi
sociali.
In questi ultimi anni facciamo sempre più fatica a far quadrare i conti. I costi di gestione aumentano e le entrate non riescono a coprirli. Da un lato c’è la difficoltà da parte di artisti e creativi di dare un apporto concreto a chi promuove cultura e partecipazione, specie in ambito musicale, dove le iniziative si rincorrono generando una decisa contrazione numerica delle/dei partecipanti, peraltro impediti da un tenore di vita sempre più precario a lasciare qualche spicciolo di sottoscrizione. Dal lato delle spese invece tutto costa inesorabilmente di più: utenze telefoniche ed elettriche (degli studi e del trasmettitore di Monte Cavo, cambiato lo scorso anno - di nuovo grazie al sostegno di chi, ascoltandola, sente sua questa radio), tasse, gabelle, spese di gestione, manutenzione e sostituzione delle attrezzature. Tutto questo, trasformato in soldi, significa un costo complessivo di 30.000 euro l’anno.
Se per 42 anni siamo riusciti economicamente a tirare avanti, oggi ci rendiamo conto che il reperimento di 30.000 euro l'anno non può essere lasciato al buon esito di un concerto, né possono farvi fronte da soli i compagni e le compagne che trasmettono dai microfoni della radio.
L'anno scorso, in una situazione emergenziale per la necessità di acquistare un nuovo trasmettitore, abbiamo lanciato un crowdfunding che ha superato ogni nostra più rosea previsione. Chiediamo quindi ancora il vostro supporto, per dare stabilità ad una situazione a dir poco precaria.
Lanciamo una campagna di abbonamento alla radio: 30€ a testa, 1000 sostenitori, ogni anno. Non è poco, ma crediamo che sia possibile e che sia importante.
Solo con delle sottoscrizioni più regolari potremo continuare a trasmettere, dedicando ulteriore tempo alla costruzione di una voce critica e schierata, agli approfondimenti politici e culturali, ad un'informazione quotidiana libera da padroni e da padrini di qualunque specie.