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Incendio Ponte Mammolo 30 luglio 2024

Data di trasmissione
Durata 22m 6s

Corrispondenza con un compagno che ci racconta dell'incendio avvenuto nei pressi di Ponte Mammolo il 30 luglio scorso; il rogo ha interessato un'area molto vasta con gravi ripercussioni sulla qualità dell'aria della zona e dei quartieri limitrofi. Di seguito il comunicato del Comitato Mammut.

A Ponte Mammolo non si respira.

Nelle ultime ore il nostro quartiere è stato protagonista, suo
malgrado, di un incendio di vaste proporzioni sulle sponde del fiume
Aniene. Mentre scriviamo, l'aria continua ad essere impregnata di un
odore acre, fortissimo, che rende difficili anche le piccole mansioni
quotidiane dentro e fuori le abitazioni. La nube tossica ha coinvolto
decine di quartieri limitrofi e non, che nelle scorse notti hanno
toccato con mano la difficoltà nel restare bloccati in una nuvola di
fumo per giorni.

Manca l'ossigeno, l'aria è pesante. Ma non solo per l'incendio in sé.
Quell'amaro che sentiamo in bocca è anche frutto della consapevolezza
che qualcosa non quadra. L'origine del rogo è esattamente la stessa di
eventi simili negli ultimi tre anni. E così anche Parco Cicogna, il
cortile della scuola Palombini, altri punti del Parco dell'Aniene.
Arrivando via via alle centinaia, migliaia di incendi che ogni estate
osserviamo in questa città come un lugubre bollettino quotidiano. A
Ponte Mammolo, questo sui giornali non è chiaro, due giorni fa si è
sfiorata la tragedia. Senza che nessuna amministrazione, per tante,
troppe ore, si prendesse la responsabilità di comunicare agli abitanti
cosa stesse succedendo. Fatalità? Casualità? E' normale?

La verità è che non siamo stupiti. Perché siamo nella città dello
scaricabarile, e la questione incendi non fa eccezione. Il nostro
territorio da decenni vive condizioni degradanti da più punti di vista.
La lunga trafila di sgomberi senza soluzioni delle persone in emergenza
abitativa: da Ponte Mammolo fino all'ex-Penicillina, da Tor Cervara a
Tiburtino III. Le discariche abusive più volte segnalate e, in qualche
caso, bonificate autonomamente dagli abitanti. La manutenzione del verde
pubblico senza pianificazione né una strategia organica. Chi conosce
bene questo quadrante di Roma non può, e non deve, essere stupito di
quello che sta accadendo in queste ore.

Adesso finirà il clamore mediatico, si spegneranno le luci, per Ponte
Mammolo non si sprecherà più un grammo di inchiostro. Come successo a
San Basilio qualche mese fa a via Scorticabove, come succede ogni giorno
in tante parti della città. Ma chi abita qui, chi è ancora nella
tendopoli degli sfollati con temperature roventi, resterà per giorni,
settimane con in questa trappola fatta di aria avvelenata e informazioni
che non arrivano. Come se fosse semplice vivere tappati in casa con 40
gradi, come se tutte le persone possano permettersi di andare via dal
quartiere anche solo per qualche giorno.

Lo abbiamo detto per le manutenzioni, lo ripetiamo anche ora per la cura
del territorio e di chi vi abita. Non c'è più tempo. A Ponte Mammolo,
e in tutta la città, i quartieri bruciano e c'è fame d'aria.