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femminicidio

20 luglio presidio: Per ogni femminicidio, per Manuela, portiamo la nostra rabbia in strada

Data di trasmissione
Durata 5m 16s

Un’altra sorella è stata uccisa. Manuela Petrangeli è stata assassinata dall’ex compagno nella zona di Casetta Mattei.
Dopo l’ulteriore femminicidio scegliamo di non rimanere in silenzio e di portare la forza della nostra rabbia nelle strade. Per questo costruiremo un presidio il 20 luglio alle 18:00 a Piazza dei Floridi, Casetta Mattei.
Per esprimere la nostra rabbia, per incontrarci, per riconoscersi, per fare rete e perché crediamo fortemente nella sorellanza attiva.

Invitiamo collettivi e chiunque sia interessatə a partecipare.

Ne parliamo con una compagna del collettivo Suburbe (assemblea di quartiere tra Trullo e Corviale)

Rossella, morta per femminicidio. Giovedì la fiaccolata

Data di trasmissione
Durata 18m 27s

Lunedì 4 settembre 2023 è stata uccisa a Roma Rossella Nappini, infermiera, madre di due figli, donna molto attiva e conosciuta sul posto di lavoro, all'ospedale San Filippo Neri, e non solo. E' il 78esimo femminicidio in Italia dall'inizio del 2023. Ne parliamo con una compagna, sua ex collega di lavoro.

Giovedì 7 settembre, davanti all'ospedale San Filippo Neri, , alle ore 19, una fiaccolata per Rossella

Fiaccolata a primavalle per il femminicidio di Michelle

Data di trasmissione
Durata 14m 28s

Ieri 3 luglio una fiaccolata indetta dal Liceo Vittorio Gassman , la scuola che frequentava Michelle Causo, ha attraversato il quartiere di Primavalle per ricordare il femminicidio che ha tolto la vita alla ragazza.

Ne parliamo con una compagna del tavolo salute di Non una di meno

Il femminicidio di Javiera Rojas

Data di trasmissione

Nel primo audio abbiamo parlato al telefono con Pancha, amica e compagna di Javiera Rojas, attivista in difesa del medio ambiente, protagonista delle lotte in difesa dell'acqua e del territorio nella zona di Calama, e ritrovata barbaramente uccisa il 28 novembre scorso in una casa abbandonata. 

Nel secondo audio vi riproponiamo il podcast dell'intera trasmissione, con l'intervento anche di Geraldine della Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche sulle continui attacchi, in foma di denunce e vessazioni, a Facundo Joneas Huala, e alcune notizie su Felipe Santana prigioniero pilitico della rivolta detenuto a Puerto Mont.

Il lesbicidio di Elisa Pomarelli

Data di trasmissione
Durata 21m 33s

Elisa Pomarelli viene uccisa il 25 agosto 2019 da Massimo Sebastiani a Campogrande di Carpaneto (Piacenza), strozzata da quello che considerava un amico. Ad Elisa non è stata riconosciuta la violenza subita in quanto lesbica vittima di odio da parte di chi l’ha uccisa. Le narrazioni di vittime di lesbicidio, come per Elisa Pomarelli, sono invisibilizzate perché l’orientamento sessuale non è conforme all’ordine patriarcale ed eteronormativo. L’omicidio di Elisa Pomarelli è un dramma maturato in una società lesbofoba, il cui primo atto è la rimozione, la dimenticanza collettiva della soggettività lesbica. È un lesbicidio, va riconosciuto e raccontato come tale. Lo facciamo insieme alle voci delle compagne e della sorella di Elisa.

NUDM: Flash mob contro la violenza istituzionale

Data di trasmissione
Durata 5m 35s

SE TOCCANO UNƏ, TOCCANO TUTTƏ!
 

Flash mob - Contro la violenza istituzionale e nei tribunali: Istanbul Convention Saves Lives!
A Roma (e in altre città) NUDM scende in piazza contro il ritiro della firma turca alla Convenzione di Istanbul solidale con i movimenti femministi ed LGTBQİPA+ che in tutti i paesi europei stanno resistendo agli attacchi delle destre.
H 18 Tribunale dei minori – Via dei Bresciani 32 (Lungotevere dei Sangallo)
H18.30 Ponte Garibaldi-Giorgiana Masi


 

Di seguito l'appello:


SE TOCCANO UNƏ, TOCCANO TUTTƏ!
Istanbul Convention Saves Lives!
Il testo, sottoscritto da 45 stati, vincola i paesi sottoscrittori a adottare e rispettare principi e misure di contrasto alla violenza di genere.
In Italia, in Europa e in tutto il mondo, l’attacco patriarcale e la violenza contro le donne e le soggettività LGBT*QIA+ continuano a intensificarsi. Sappiamo bene che la violenza si manifesta in ogni ambito delle nostre vite e in moltissime forme e che femminicidi e trans*cidi sono solo quella più visibile.
L'Italia è sotto osservazione per il mancato rispetto della Convenzione di Istanbul, in particolare riguardo la vittimizzazione secondaria nei tribunali.
Troppo spesso infatti quando si denunciano abusi, stupri e violenza domestica si finisce sul banco degli imputati e le vite delle persone, i loro comportamenti e le loro relazioni vengono messe sotto processo. Colpevolizzazioni, difficoltà ad essere credutə e vessazioni costituiscono un deterrente a denunciare molto pericoloso.
Non solo, malgrado i diversi pronunciamenti della Cassazione (uno dei quali molto recente), la PAS (sindrome da alienazione parentale o della madre "malevola"), per quanto non abbia alcun riconoscimento scientifico, continua a essere ampiamente utilizzata nei tribunali producendo la revoca dell'affido di minori alle madri, con sempre più frequenti prelievi forzosi, anche quando queste hanno denunciato violenza domestica. Non si può ricorrere al principio di bigenitorialità assoluto quando il modello è un genitore violento.
I centri antiviolenza femministi e transfemministi sottolineano l'assenza di comunicazione tra tribunale civile, penale e dei minori e il riprodursi di abusi e violenze ai danni delle donne, de* loro figli* e di tutte le altre soggettività
La guerra ai diritti delle donne e alle persone lgbtq+ è già in atto in Europa. Polonia e Ungheria adottano leggi contro l'aborto e transomobiafobiche e propongono di stilare un trattato a difesa della famiglia tradizionale e contro il "gender" alternativo alla Convenzione di Istanbul. L'attacco è in atto anche in Italia dove la legge Zan viene bloccata in Parlamento e il Piano istituzionale antiviolenza è scaduto da dicembre 2020.
Questa partita si gioca sui nostri corpi: Se toccano unə, toccano tuttə!
Solidali con i movimenti femministi ed LGTBQİPA+ che in tutti i paesi europei stanno resistendo agli attacchi delle destre, rilanciamo la giornata di mobilitazione transnazionale del primo luglio
Istanbul Convention Saves Lives!

Roma: alle 11 a Portuense contro i femminicidi

Data di trasmissione
Durata 12m 38s

FLASH MOB SABATO 5 GIUGNO ORE 11 – VIA GREPPI💥

Dona Shantini Badde Liyanage - Teresa - è l’ultima vittima di femminicidio, uccisa a Roma in zona Portuense il 29 maggio, finita a coltellate per strada, in un sabato pomeriggio. In uno di quei giorni in cui si inizia a parlare di fine del lock down e si torna finalmente a respirare accade l'ennesimo femminicidio, il ventiquattresimo nel 2021.

L’efferatezza del gesto, il luogo, l’ora, lasciano pensare che sia veramente tutto possibile, sempre, ovunque.
Ma non possiamo lasciare queste strade deserte, non vogliamo che il silenzio e l’oblio inghiottano l’ennesimo corpo straziato di donna. Donna uccisa senza un motivo che la ragione possa veramente comprendere, contemplare: la negazione dell’agire e del pensare in quanto essere umano. Siamo nel 2021 e, semplicemente, ancora molte donne non sono libere di esprimere i propri sentimenti e la propria volontà, di decidere di allontanarsi da una persona quando lo ritengono necessario nel percorso della propria vita. Siamo stanche, incredule, addolorate.

E’ per questo che sabato 5 giugno – ad una settimana dalla morte di Dona Shantini - alle ore 11 saremo in via Greppi, dove le residenti e i residenti del quartiere, le cittadine e i cittadini sensibili, le associazioni del territorio, vestiti di nero e di rosso, ricorderanno con un flash mob Dona Shantini Badde Liyanage.