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movimento no tav

CAMPEGGIO VAL SUSA: 2-5 Settembre campeggio di ecologia politica network

Data di trasmissione
Durata 23m 26s

Con una compagna del collettivo di ecologia politica di Torino abbiamo descritto il campeggio che si terrà a Venaus dal 2 al 5 Settembre.

LUNEDI’ 2 SETTEMBRE

Venaus

Ore 08,00 accoglienza al Presidio di Venaus

Ore 15,00 plenaria di apertura

Ore 16,00 dibattito: guerre, transizioni ed estrattivismi

Il primo momento di confronto verterà sulla fase che stiamo attraversando a partire dallo scenario globale che ci sta attorno in cui le guerre fanno da costante e al tempo stesso da perno attorno a cui si pianificano i prossimi assetti politici del nostro presente, spaziando tra due i due assi delle politiche neoliberali ed estrattiviste: da un lato la transizione ecologica di stampo europeo e securitario, dall’altro venti di guerra che modellano le sorti delle economie energetiche e di transizione. Ogni giorno ci vengono confermati lo stampo e la direzione che l’Europa e l’occidente hanno intenzione di solcare, destreggiandosi tra colonizzazione, accaparramento e distruzione. Ne sono la prova i nostri territori sempre più svuotati e resi merce, e ne è prova il genocidio in Palestina.

In questo scenario, che posto ha la svolta green tanto acclamata negli ultimi anni? Che posto ha il movimento ecologista oggi e di quali chiavi si può dotare per leggere ed interpretare il presente?

Guarderemo alla fase con la lente dell’ecologia politica, per cogliere le connessioni e gli intrecci che formano il disegno politico attuale. Una lente complessa e contaminata dalle questioni nevralgiche del presente, in grado di mettere insieme -senza addizionare- nodi da sempre dirimenti: quello ecologico, quello transfemminista, quello decoloniale e quello socio-economico, per evitare di riposare su una concezione puramente eurocentrica del mondo. È nelle crisi che i contorni diventano più nitidi ed è nelle crisi che siamo chiamati a discutere con ancora più coinvolgimento.

Ore 19,00 presentazione dell’opuscolo di Confluenza

MARTEDI’ 3 SETTEMBRE

Venaus/San Giuliano

Ore 10,00 dibattito: decolonizzare il sapere (Venaus)

La scienza e la tecnica vengono spesso presentate come strumenti neutri, ma vivendo quotidianamente le università e i lughi della formazione ci si rende presto conto che non è così. È proprio all’interno di questi luoghi che si giocano battaglie decisive per l’orientamento della ricerca e dell’innovazione.

Se ripercorriamo la storia degli avanzamenti tecnologici degli ultimi secoli, vediamo come ciò che spesso ha mosso il progresso scientifico/tecnologico è stata la necessità di innovazione in ambito militare, quindi la ricerca in ambito bellico. La scienza, come la tecnica, è legata a doppio filo a fini produttivi e bellici e così, le applicazioni delle conoscenze scientifiche inseguono i diktat del settore delle armi o le necessità dei contesti produttivi dell’epoca; le mobilitazioni studentesche come quella di End Fossil hanno spesso denunciato negli ultimi anni questi rapporti.

Le mobilitazioni per la Palestina, ancora di più, hanno denunciato come dietro le quinte del mondo della ricerca si nascondano precisi disegni volti a sfruttare lavoro gratuito e menti giovani per alimentare modelli insostenibili di accumulo e distruzione.

La questione ecologica è centrale all’interno dei conflitti, dove la natura viene rielaborata e strumentalizzata, piegata alle esigenze della guerra, impiegata per indebolire l’avversario attraverso la sua privazione, come nel caso della mancanza di acqua o di energia. Anche le infrastrutture che sono usate per governare queste risorse, ad esempio le dighe o gli impianti energetici, diventano delle armi contro i nemici.

L’intento di questo dibattito è dunque quello di riflettere sulle connessioni tra scienza e potere, su come i/le giovani universitari sono coinvolti nei processi di militarizzazione della ricerca e su come è possibile decolonizzare il sapere, individuando i contesti della formazione i possibili campi in cui esercitare nuovi rapporti di forza

Ore 15,00 dibattito: le trappole della riqualificazione verde (Venaus)

Le trappole della riqualificazione verde: i comitati come spazi di resistenza agli attacchi sul territorio.

Un altro dei campi di battaglia è quello che fiorisce e si diffonde attorno a noi: è una ricomposizione di persone e comunità locali che unite si pongono il bisogno e l’esigenza di difendere ciò che sta venendo sempre più corroso ed eroso: parchi, alberate, aree verdi, interi quartieri che vengono smantellati. Gli spazi vivibili sembrano in via d’estinzione, e il predatore è in primis il PNRR: arriva veloce, non si pone troppe domande e se ne va lasciando devastazione, alienazione e inquinamento.

I territori urbani e rurali stanno cambiando sempre più in fretta sotto l’imposizione della riqualificazione verde e transizione ecologica, composte da opere inutili, abbattimenti e cementificazione. I primi a risentirne sono proprio gli abitanti che – infantilizzati – subiscono la devastazione dei loro territori.

Se da un lato si moltiplicano i progetti calati dall’alto, dall’altro nascono sempre più comitati che la vivibilità dei propri spazi intendono difenderla. Non si è più disposti a cedere la propria salute e i propri spazi verdi per i profitti di pochi.

Cosa ci dicono queste attivazioni? Come collegare le diverse lotte che si stanno dando? Quale narrazione si può intessere per rispondere a questi attacchi capillari?

Ore 18,30 aperitivo di aggiornamento al Presidio di San Giuliano (Susa). A seguire musica dal vivo e cibo!

MERCOLEDI’ 4 SETTEMBRE

Venaus/Monginevro/San Didero

Ore 10,00 partenza da Venaus per raggiungere la frontiera del Monginevro e accogliere la delegazione francese della “traversata delle lotte per l’acqua” + picnic alla frontiera

Ore 17,00 accoglienza al Presidio di Venaus della delegazione francese

Ore 19,30 apericena con “fornelli in lotta” e musica occitana con “libera suoneria trio” al Presidio di San Didero. A seguire intorno al cantiere

GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE

Venaus/Presidio dei Mulini

Ore 10,00 dibattito: quale sentiero comune per le lotte territoriali? Con Movimento No Tav, Soulèvements de la Terre e Bassines Non Merci (Venaus)

L’avanzata delle destre e l’accaparramento delle terre premono sull’acceleratore. Molte piste di composizione in difesa del vivente si sono create in Francia e hanno saputo dare nuova linfa a molteplici lotte territoriali. Il bersaglio: la cementificazione e la privatizzazione delle terre e dell’acqua. In Italia comitati in difesa del verde e dell’ambiente si stanno moltiplicando affiancandosi a lotte che da anni si battono per la tutela del territorio e di chi lo abita, come quella in Val Susa contro il tav.

La repressione e l’assetto neo-fascista, sempre più diffuso in tutta Europa, erodono i margini di manovra delle nostre iniziative e ci interrogano su come portare avanti i percorsi di difesa del vivente.

A partire dalla situazione più generale dei movimenti ecologisti in Francia e in Italia, proveremo a navigare le acque dei possibili scenari che si daranno per continuare a difendere i nostri territori. Questo dibattito sarà anche un momento per aggiornare sulla situazione dei comitati di Bassines non merci e del Movimento notav.

Ore 15,00 passeggiata storico naturalistica al Presidio dei Mulini

Ore 18,00 merenda sinoira al Presidio dei Mulini

Ore 22,00 serata musicale al Presidio di Venaus

Marcia Popolare No Tav 12 giugno 2021

Data di trasmissione
Durata 14m 45s

Con una compagna della val di susa parliamo della Marcia No Tav di sabato 12 giugno, che partirà alle ore 14, in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto (piazza del mercato) a Bussoleno in direzione San Didero.

È ora di tornare a far sentire la nostra voce con i tecnici e con gli amministratori, una voce di un popolo contrario alla distruzione della Valle, dell’ecosistema, della Natura e delle nostre scarse finanze alimentate sempre, e non scordiamocelo, dalle nostre tasse, con il taglio dei servizi: dalla sanità alla scuola, dalla mobilità locale alla ricerca. In un momento storico economico e sociale particolarmente difficile anche a causa della pandemia covid-19, che ha messo in luce la grave situazione della nostra sanità pubblica, depredata da anni di tagli al sistema sanitario anche in favore di grandi opere come il Tav Torino – Lione, è importante riportare al centro quelle che sono le vere necessità della popolazione e dei territori: sanità, istruzione, reddito, cura dei territori e delle infrastrutture esistenti.

Scendiamo in piazza, dobbiamo nuovamente marciare per dire che non accettiamo la militarizzazione del territorio, che non accettiamo le forze di polizia in assetto di guerra che gasano, bagnano, manganellano le persone oneste ogni volta che cercano di far valere le giuste inascoltate ragioni suffragate dai dati tecnici e dalle evidenze scientifiche. Che non accettano la finta di fare una ferrovia per togliere i TIR dalle strade e regalare alla SITAF un nuovo autoporto per aprire anche la seconda canna del traforo autostradale del Frejus e spostare attraverso la Valle di Susa anche il traffico che oggi passa per il traforo del Monte Bianco.

Dobbiamo mobilitarci per tutti/e quei/quelle No Tav che con coraggio e generosità si sono opposti alla costruzione di questa inutile e dannosa grande opera e che oggi pagano con la galera, denunce e multe, il caro prezzo di chi si oppone alla devastazione ambientale e alla distruzione di un futuro dignitoso per tutti e tutte.

Nicoletta Dosio viola le misure repressive a suo carico. Libertà per i/le NO TAV

Data di trasmissione
Durata 7m 18s

Corrispondenza con Nicoletta Dosio, storica militante No Tav, che ha deciso di violare le misure preventive e repressive (obbligo di firme) che le sono state imposte dalla procura di Torino per andare - su invito di Madri x Roma Città Aperta - a fare un saluto a Renato Biagetti. Nicoletta ha così potuto partecipare al festival Renoize 2016 di Roma.

 

Nella foto: Nicoletta Dosio con Haidi Gaggio Giuliani, entrambe militanti del comitato Madri x Roma Città Aperta.