Dal PINKwashing al PINKwatching
Una serata per capire come il femminismo queer agisce nella lotta per la giustizia e la libertà in Palestina.
h 19:30 Incontro con un'attivista di ASWAT (Centro femminista palestinese per le libertà sessuali e di genere)
https://www.aswatgroup.org/
Segue aperitivo preparato dalla Casa delle donne Lucha y Siesta
Israele usa il PINKwashing per dare un'immagine di paese aperto e democratico quando in realtà non permette il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha un alto tasso di aggressioni e attentati omotransfobici oltre a una costante discriminazione contro le minoranze di genere e orientamento sessuale ed etniche soprattutto rispetto alla popolazione palestinese originaria.
Quello che Israele cerca di nascondere dietro queste campagne di costruzione di un'immagine democratica e avanzata è la vulnerazione costante del diritto internazionale delle colonie israeliane in palestina, il mancato rispetto di decine di sentenze della ONU, del consiglio di sicurezza e del tribunale internazionale di giustizia dell'Aia. È uno stato militarizzato che punisce con il carcere chi ((refuzniks) rifiuta di arruolarsi nel suo esercito di occupazione.
Israele mantiene la popolazione palestinese incluse tutte le soggettività LGTBQI+ imprigionata tra muri, torri di controllo, checkpoint, frontiere invalicabili.
Israele ha fatto della Palestina nel silenzio e nella complicità internazionali uno dei più grandi carceri a cielo aperto della storia dell'umanità
Incontro organizzato da ASWAT, casa delle donne Lucha y Siesta, Non Una di meno, Cultura è Libertà, Rete romana di solidarietà con la Palestina, Terra Corpi Territori Spazi Urbani, DWF, BDS Roma
Durante la serata si avvierà la campagna di crowdfounding a sostegno della traduzione e pubblicazione da parte di DWF di un libro di racconti palestinesi a cura del collettivo ASWAT