La lotta per la casa alla regione Lazio
Presidio stamattina, martedì 11 febbraio, di fronte al consiglio regionale del Lazio in via della Pisana, dei movimenti per il diritto all'abitare per chiedere l'approvazione di una serie di provvedimenti relativi all'emergenza abitativa e alla gestione delle case popolari.
Di seguito il comunicato che indice il presidio.
🔴 Mantenere gli impegni per aprire una nuova stagione del diritto all’abitare.
Martedì 11 febbraio, alle ore 11, torneremo davanti la sede del consiglio regionale del Lazio in via della Pisana perché chiediamo una ripartenza necessaria dopo tante promesse non mantenute sul tema dell'emergenza sgomberi negli stabili e negli alloggi occupati, pubblici e privati.
Sul tavolo della Prefettura è infatti fermo un crono programma di provvedimenti di rilascio di numerosi immobili, mentre proseguono gli interventi forzosi contro insediamenti informali in diverse zone della città e negli alloggi Ater e comunali. Per questo nel collegato alla legge di stabilità si deve intervenire con un provvedimento decisivo e capace di fermare queste minacce, provvedimento peraltro già illustrato in sede del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica alla fine del mese scorso e che ha spinto la Prefettura a sospendere lo sgombero di via del Caravaggio previsto per il 31 gennaio.
Per fare in modo che anche negli alloggi popolari occupati per necessità si fermino i rastrellamenti e i raid degli ultimi mesi, oltre a questo provvedimento va incardinata anche una proposta di regolarizzazione dei cosiddetti senza titolo, che pur avendo i requisiti rischiano di essere cacciati fuori dall'abitazione in cui vivono da anni. Non accettiamo che a condizionare la data di sanatoria eventuale possa essere la legge Renzi-Lupi del 2014 e non riteniamo sostenibile la divisione delle famiglie in base a supposti criteri di fragilità dettati dal rapporto con i servizi sociali.
La povertà non è un reato e chi ha dovuto occupare per avere un tetto non può essere criminalizzato e sanzionato pesantemente. Deve essergli riconosciuto il diritto ad avere una casa e deve pagare in base al proprio reddito. Tutto il resto sono chiacchiere.
Consapevoli però che tutto questo non sarà sufficiente senza una rinnovata politica dell'abitare che abbia a disposizione le risorse necessarie per avviare processi tanto importanti quanto urgenti, chiediamo alla Regione Lazio di fare un salto di qualità e disporsi seriamente verso l'affermazione del diritto alla casa garantito da alloggi pubblici da ricavare anche acquistando l'invenduto privato e rigenerando la città laddove esistono strutture abbandonate pubbliche e private.
Solo in questa maniera si avranno immediatamente le case necessarie per affrontare l'emergenza, per chiudere i residence e per far scorrere la graduatoria.
Questo percorso sarà credibile solamente con investimenti certi e con normative non ideologiche, com’è l'articolo 5 del piano casa Renzi-Lupi del 2014 che nega la residenza a chi occupa.
Vogliamo che venga chiusa la stagione dell'emergenza, delle deroghe e delle sanatorie con provvedimenti coraggiosi che mettano nel mirino il fabbisogno abitativo della città di Roma e della regione Lazio, come era avvenuto con l'approvazione della Delibera regionale del 2014.
Movimenti per il diritto all’abitare