Lo Stato è sordo
Da 25 anni i lavoratori e le lavoratrici dell’unico ente dello Stato a occuparsi di sordità, per metà persone sorde o con disabilità, sono vittime di un lungo precariato e del più assordante dei silenzi, quello dello Stato. Per anni i lavoratori e le lavoratrici dell’Istituto Statale per Sordi di Roma , tutti con contratti di collaborazione, hanno svolto in realtà funzioni essenziali per la sopravvivenza stessa dell’Ente e non vedono ancora oggi riconosciuta la propria professionalità e il proprio ruolo.
Inoltre l’Ente, nonostante le molte promesse fatte dalla politica non ha mai ricevuto i finanziamenti previsti per legge fin dal 1997 (L.59/1997), e oggi si trova in una gravissima crisi finanziaria che ne mette a rischio la sopravvivenza trascinando con sé i lavoratori e le loro famiglie.
I 20 precari dell’Istituto Statale per Sordi - la prima scuola per sordi in Italia e una delle prime istituzioni pubbliche a occuparsi di disabilità - da sei mesi non ricevono gli stipendi e da tre anni non si vedono versati i contributi e ora sono ulteriormente privati della loro dignità perché costretti a operare a rischio della propria salute in un ente che non ha più neanche le risorse per accendere il riscaldamento e per garantire la piena attuazione dei protocolli di sicurezza anti COVID-19.
Per questi motivi si è tenuto stamattina, di fronte al Ministero dell'istruzione, un sit-in di protesta per chiedere rassicurazioni al Governo