Sciopero nazionale del comparto aereo indetto dalla CUB
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Oggi, venerdì 27 gennaio 2023, sciopero nazionale del comparto aereo indetto dalla CUB trasporti, di seguito il comunicato di indizione.
Aumenta il traffico passeggeri e merci, ormai ai livelli del 2019, ovvero pre-pandemia ma per i lavoratori negli aeroporti italiani aumenta lo sfruttamento, la precarietà, i licenziamenti, l’utilizzo della cigs come un bancomat a disposizione delle aziende, l’inserimento in servizio di lavoratori part-time involontari ed il lavoro povero, determinato anche dai mancati rinnovi dei contratti.
Emblematico il caso del CCNL – Sezione Handling, il contratto che si applica ai lavoratori aeroportuali che svolgono le attività negli scali (ad esempio al check-in o in pista): scaduto ormai da 6 anni, determina una perdita salariale mensile media di oltre 250 euro, senza contare le migliaia di euro di arretrati che dovrebbero essere erogati a ciascun lavoratore.
Tutto ciò mentre l’inflazione è ormai oltre il 10% ed erode il potere di acquisto di salari già all’osso.
E’ paradossale che il GOVERNO NON VEDA-NON SENTA-NON PARLI.
E’ urgente che le istituzioni intervengano per mettere ordine a tale situazione, determinata da aziende che operano in concessione pubblica e che si rifiutano di rinnovare il contratto di lavoro dei dipendenti, a fronte del fatto che uno dei concorrenti del settore, Swissport Italia, la società che ha ereditato le attività di handling della vecchia Alitalia e che oggi offre servizio ad ITA, applica, con l’avallo di CgilCislUilUgl, un contratto (CCNL dei vettori) meno oneroso di quello del settore, in modo da riuscire ad essere più concorrenziale ma solo sulle spalle dei lavoratori, innescando un inaccettabile dumping salariale e normativo a danno della categoria (sono compromesse anche le tutele della salute e sicurezza).
Nel comparto aereo-aeroportuale-indotto è dilagante la piaga dei cambi di appalto: eventi che si ripetono con continuità e che comportano, ogni volta, cospicue perdite occupazionali, significativi tagli salariali ed inaccettabili peggioramenti normativi.
Significativo il fatto che la retribuzione del lavoro straordinario prestato dai lavoratori aeroportuali sia calcolato, ancora oggi, sulla paga oraria del 2010: un escamotage per retribuire meno un istituto sempre più utilizzato dalle aziende per far fronte al sottorganico e per ricattare i lavoratori, alle prese con la necessità di arrotondare il magro stipendio rispetto al carovita esistente.
Non va meglio per i lavoratori dei vettori italiani e non solo.
Al fallimento delle principali compagnie aeree italiane, assediate dalla concorrenza dei vettori low-cost (…nessun altro Pese della UE ha permesso una tale penetrazione nel mercato ai vettori low-cost) e, come nel caso di Alitalia, delle alte tariffe aeroportuali nel suo hub di riferimento, è seguito lo smantellamento della Compagnia di Bandiera con oltre 4500 persone rimaste senza lavoro e alle prese con i ritardi di pagamento degli ammortizzatori sociali ed il taglio del 25% della prestazione integrativa del FdS del Trasporto Aereo.
Per non parlare delle condizioni dei lavoratori dell’indotto ove per le aziende le norme a tutela delle condizioni di lavoro sono diventate un orpello fastidioso e da aggirare. A titolo di esempio si consideri che ci sono lavoratori che hanno il contratto bloccato da oltre 15 anni, come in Icts Italia, la società di servizi di vigilanza presente in diversi aeroporti italiani.
LA PAROLA PASSA AI LAVORATORI - BASTA SFRUTTAMENTO!