La Parentesi di Elisabetta del 4/03/2015 "Riffa"
Ci siamo quasi abituate allo stravolgimento di segni, significati e parole che il neoliberismo ha operato pian piano in questi anni. La parola “riforma” non significa più miglioramento di vita, acquisizione di diritti….. bensì affossamento delle garanzie sul lavoro, distruzione dello stato sociale incremento della disoccupazione, persecuzione dei cittadini/e da ogni punto di vista sociale, fiscale, legislativo……eppure questa parola la stiamo quasi interiorizzando.
La parola sicurezza ormai è diventata un mantra per demonizzare migranti…poveri…antagonisti….diversità…. per militarizzare territori..città..le nostre stesse vite e la gente l’ha interiorizzata Quando viene nominata la parola sicurezza le persone si sentono coinvolte nella vittoriana paura per la plebaglia o per un fantomatico nemico che minaccerebbe la società occidentale.
Poi, leggiamo il Rapporto ISTAT “Noi Italia” che ci dice che”… il 23,4% delle famiglie pari a 14,6 milioni di individui in Italia vivono in una situazione di disagio economico” specificando che”… il 12,4% dei nuclei familiari si trova in grave difficoltà; 10 milioni di persone in condizioni di povertà relativa.” Ma la questione sociale non esiste e, se esiste, la responsabilità viene data alle famiglie incapaci di affrancarsi dalla miseria e di fornire un quadro educativo di riferimento, naturalmente borghese, ai loro figli.
La “dignitosa povertà”, un sentimento che accompagnava le povere e i poveri e che li riscattava dalla loro condizione, non esiste più, ora la povertà è diventata miseria ed è quella tragica degli Usa. Il neoliberismo ha scatenato la guerra alla povertà non nel senso di eliminare la povertà, ma nel senso di guerra ai poveri, cioè della loro espulsione dalla così detta società legittima. I senza tetto in Italia sono sempre di più e sono sempre più italiani. Cade così anche l’ultima mistificazione : nei campi di così detta “accoglienza” che potete solo immaginare quale sia, non vivono solo Rom, Sinti, migranti e stranieri in genere come vorrebbe la comune vulgata, ma anche tantissimi italiani e italiane.
Qualche giorno fa, nella periferia ovest di Milano, una bimba italiana di 9 mesi è stata rinvenuta morta ” in uno stato di malnutrizione e scarsa igiene” ha dichiarato il medico legale. A chiamare il 118 sono stati i genitori quando si sono accorti che la bambina non respirava più, ma ora sono loro ad essere indagati dalla magistratura e colpevolizzati perché la povertà apre scenari di reato penale. Sono sempre di più i bambini e le bambine sottratti ai genitori e dati in affido o in adozione per la povertà del nucleo familiare. Una doppia condanna: a chi è privo di mezzi di sussistenza vengono sottratti anche gli affetti.
Non sono previsti aiuti economici, altrimenti, così ci dicono i servizi sociali, sarebbe assistenzialismo!
Vengono completamente omesse le scelte economico-politiche, lo smantellamento dello stato sociale, l’ampiezza delle discriminazioni di classe, l’impunità dell’apparato repressivo.
E così succede che a Los Angeles la polizia ammazzi in pieno giorno, senza ragione alcuna, in mezzo ai poveri stracci su cui stava accampato, un senzatetto la cui sola colpa era quella di dormire per strada e di essere quello che questa società ritiene rifiuto sociale.
Però, con enfasi, i media italiani hanno rimbalzato la notizia che il malcapitato aveva precedenti per rapina.
E’ il ritorno all’equazione povero/a uguale delinquente.
E così succede che il ministro Angelino Alfano, nella riunione a Roma per l’allerta antiterrorismo, preveda la repressione e la punibilità penale dell’accattonaggio molesto.
Non si capisce assolutamente cosa c’entri l’accattonaggio con norme che riguardano l’antiterrorismo come non si capiva assolutamente cosa c’entrassero le norme, di fatto contro la lotta NoTav, con il decreto antifemminicidio. O meglio, si capisce benissimo. Gli obiettivi veri sono sempre nascosti dietro pelosissime nobili ragioni.
E chi decide quando l’accattonaggio è molesto? La polizia? Adesso si assume anche il ruolo di servizio sociale! D’altra parte la divisione di ruoli tra servizi sociali e servizi polizieschi è sempre più labile, in una pericolosissima sovrapposizione.
E così succede che nessuno e nessuna si scandalizzi per una campagna che ha fatto il giro dei media mainstream, che è stata propagandata in tutte le città, che occhieggia dalle fiancate degli autobus urbani e che dice…” 1,4 milioni di bambini in Italia è a rischio povertà. Sono i nostri vicini della porta accanto. Famiglie che non riescono più a provvedere alle necessità dei loro figli, emarginati perché poveri……Attiviamo insieme un bonus solidale per acquistare prodotti di prima infanzia, medicine o pagare la mensa scolastica…..Garantiamo ai nostri bambini un futuro più sereno! ” e segue la richiesta di donare due euro via sms o da rete fissa.
Ma non è finita qui! Chi ha bisogno dovrà proporre la propria candidatura per il Bando “Bonus solidali” e partecipare alla riffa per l’assegnazione.
Non stiamo scherzando, non è un brutto sogno, è proprio così. Il problema è che non abbiamo sentito levarsi voci indignate, anime belle scandalizzarsi, sinceri democratici scrivere parole di fuoco…..
E’ il darwinismo sociale, sopravvive in questa vita solo chi ce la fa.
Per questo è necessario e imprescindibile cercare di innescare meccanismi di uscita da questa società, rifiutando ogni forma di collaborazione anche se le richieste sono mascherate da nobili motivi e nobili intenti, rompendo con questi valori mortiferi, sottraendoci tutti i giorni e in tutti i momenti della nostra quotidianità.
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