In ricordo di Dario Paccino a 10 anni dalla sua morte
Dieci anni fa moriva Dario Paccino. Partigiano nelle Brigate Matteotti durante la resistenza, divenne scrittore e giornalista quanto mai scomodo nel panorama della cultura dominante. Nel 1956, in pieno clima di esaltazione per l'uomo bianco lanciato alla conquista del west, scrisse "Arrivano i nostri!" dove i nostri non erano i cow-boys o le giubbe blu dell'esercito degli Stati Uniti, ma gli indiani d'America. Nel 1970, dopo una lunga esperienza da giornalista, scrisse "Domani il diluvio" dove anticipava i disastri idrogeologici causati dall'abbandono delle montagne e dall'inquinamento crescente. E' del 1972 la sua opera piu' nota, "L'imbroglio ecologico" in cui si analizza la questione ambientale come conseguenza dello sfruttamento capitalistico e si demistifica la funzione dell'ecologia in quanto ideologia della natura. Segui' "L'ombra di Confucio" un libro problematico sull'esperienza cinese scritto dopo un suo viaggio in Cina. Entrambi i libri, scritti per Einaudi, non gli impedirono di abbandonare questa casa editrice per i dissensi riguardanti la sua linea editoriale. Sempre nel solco dell'imbroglio ecologico dette vita a "rossovivo" che poi divenne la maggiore rivista del movimento antinucleare. Nel 1977 usci' "Sceemi, il rifiuto di una generazione" che per la contemporaneita' ai fatti del '77 e' da considerarsi il primo istant book uscito in Italia. In seguito scrisse vari libri per case editrici minori, a volte da lui stesso promosse, sulle conseguenze negative dell'unione europea e contro la perdurante minaccia della guerra atomica. Il suo ultimo libro, "I senzapatria" e' uscito postumo.
Facendo nostra una frase che era solito ripetere -Non ci avranno!-lo abbiamo ricordato venerdi' 2 ottobre 2015 nell'iniziativa svoltasi alla Snia nell'ambito di Logos.