Sulla storia dei riders "ricchi e felici": una chiacchierata con un compagno di Deliverance Milano
In questi giorni è tutto un gran parlare di rider ricchi e felici: di commercialisti che - causa covid - si reinventano rider guadagnando più di 2 mila euro netti al mese, di giovani gioiellieri che hanno scelto di continuare la propria attività aggiungendone un’altra, quella di rider notturno. Sembrerebbe bello fare i rider o almeno, questo è ciò di cui provano a convincerci le principali aziende del settore e articoletti (o marchette?) presenti sulla stampa mainstream nonostante la cronaca racconti un umore ben diverso tra i lavoratori: turni massacranti, paghe ridotte all’osso, alto rischio di infortuni e poca tolleranza verso rimostranze sulle condizioni di lavoro — oltre che discriminazione da Trenord, per quelli di Milano. Con Angelo di Deliverance Milano parliamo delle reali condizioni lavorative e delle rivendicazioni/lotte/vertenze aperte dai riders a fronte delle narrazioni padronali e liberiste sui riders felici.