Non mettiamola giù tanto spessa
Ambientato tra gli anni 1992-1994, con sullo sfondo Tangentopoli, il crollo del muro di Berlino, i movimenti sociali e le lotte per il lavoro, le radio libere e la nascita della torinese Radio Blackout, questo romanzo ci porta in un mondo di complotti, tra i colletti bianchi con i loro affari, leciti e illeciti, e il mondo della finanza, nei corridoi dove si organizza un colpo di stato democratico, in mezzo ai soldi, tanti soldi che si muovono in giro per l’Italia e per l’Europa.
È morta una ragazza e qualcosa nella sua morte non va. Qualcuno vuole delle risposte e una persona amica disposta a indagare c’è. Forse troverà anche una complice inaspettata, perché in certi casi non basta la verità, ciò che si vuole è la vendetta.
Ma questo romanzo, che esce dopo la morte dell’autore, è anche la sua dichiarazione d’amore per il fantastico, il fumetto, la sua città, Torino, e allo stesso tempo la politica e i movimenti dal basso. Un noir con un classico meccanismo narrativo a ingranaggio, dove quando la ruota inizia a girare tutti i pezzi del puzzle vanno al loro posto grazie anche allo stile di scrittura classico di Borgogno, costruito in decenni di esperienza. Un romanzo con tanti pezzi di realtà e fatti storici e tanta immaginazione, dove è un piacere perdersi nella narrazione smettendo di dare importanza a cosa è vero e cosa no.
Ci racconta il libro Matilde, redattrice di Eris edizioni e curatrice, insieme ad altri e altre, del romanzo.