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emocore

noi togliamo la polvere dalle copertine dei dischi anni '90

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l'ipercinetica realtà che ci sovrasta, archivia e archeologicizza in un baleno l'attualità. il tempo moderno, ossessionato dal mito dell'innovazione accelera allo spasmo il ciclo stritolante "produici-consuma-crepa". noi togliamo la polvere dalle copertine dei dischi anni '90 e li facciamo girare.
viceversa imperituro e inossidabile, velester, sortito da chissà quale piega frattale temporale, ci regala un altro ipnotico ghirigoro rumoroso, disturbato, peraltro, dalla caotica citazione di dialoganti inserti pop: «lente si aprono le ali di vanth»

la palylist
sonic youth - disconnection notice
come - let's get lost
come - german song
karate - diazapam
fugazi - furniture
girl against boys - disco six six six
curve - cotton candy
velester - lente si aprono le ali di vanth (rimanipolata)
greg dulli - marry me
tripmaster monkey - gravity
tripmaster monkey - the key
pavement - no life singed her
lilys - everything wrong in imaginary
cake - long line of cars
screaming trees - dollar bill
meat beat manifesto - prime audio soup
the international noise conspiracy - under a communist moon

grant hart la sua (nostra) generazione

Data di trasmissione
Durata 1h 43m 54s

il 13 settembre 2017, a mineapolis, minesota, stati uniti, moriva grant hart, batterista, cantante, compositore, da tempo gravemente ammalato.
ideatore degli "
hüsker dü" con bob mould e greg norton.
noi proviamo a smuovere, per questa occasione, i nostri polverosi ricordi da quella metà degli anni '80 del novecento.
tutto è difficilmente ascrivibile a un genere, uno stilema, una fattezza. perchè grant  e gli
hüsker dü, sapevano creare e sorprendere, pur non ricercando l'originalità ad ogni costo. semplicemente esprimendo sinceramente se stessi, le loro vite incasinate, divennero un faro per quegli anni, altrimenti così bui.


è difficile valutare quanto egli sia stato importante per la musica, di "quegli anni" e di oggi. spesso è citato come riferimento e ispirazione da chi ha avuto più fortuna. invece grant hart restava un po' indietro, nell'ombra. forse è questa la sua autentica "piccola grandezza" che qui raccontiamo.