La moderna inquisizione:aborto negato a Cosenza
A Cosenza si è da poco dimesso l’unico ginecologo non obiettore dell’Annunziata ed è così che l’aborto non è più un diritto in questa città. Ad oggi, abortire in provincia di Cosenza significa andare a Castrovillari, dove è disponibile soltanto l’interruzione volontaria di gravidanza chirurgica con un reparto pieno di manifesti pro vita che colpevolizzavano le donne che abortiscono. Per il resto in nessun altro presidio ospedaliero dell’Asp di Cosenza è possibile interrompere una gravidanza, né chirurgicamente, né farmacologicamente. Nelle cliniche private però, le interruzioni volontarie di gravidanza si facevano e si fanno con zelo, perché garantire un diritto equivaleva a ingenti profitti. L'ondata reazionaria - non nuova nel nostro paese - si colloca all'interno di un contesto di attacco generalizzato ai diritti riproduttivi delle donne in tante e diverse parti del mondo: in India, in America Latina, in Nord America, in Polonia. Parliamo di tutto questo con una compagna del collettivo Fem.In – Cosentine in lotta.