movimenti diritto abitare

Cantiere incompiuto a Torcevara segnalato dalla lotta per la casa

Data di trasmissione

E' in corso in questi minuti un'iniziativa di segnalazione di un cantiere incompiuto di edilizia residenziale pubblica a Tor Cevara da parte dei movimenti per il diritto all'abitare e i sindacati degli inquilini. Il problema della casa a Roma potrebbe essere affrontato, mentre si lasciano case vuote o non assegnate. Ce ne parla una compagna nella corrispondenza.

Riempire la piazza per colmare il vuoto!

Data di trasmissione
Durata 9m 8s

RIEMPIRE LA PIAZZA PER COLMARE UN VUOTO! Giovedì 24 febbraio ore 17 assemblea cittadina in Campidoglio.

In politica si usa dire che i primi cento giorni di una amministrazione siano cruciali per segnare il passo dell’agenda. Ebbene, a oggi registriamo una disattenzione profonda e ritardi decisivi nelle prime azioni del sindaco Gualtieri per tutto quello che riguarda il diritto alla città.

Avvertiamo ancora una grande distanza tra chi soffre un disagio sociale enorme e il nuovo governo della Capitale. Un vuoto di attenzione che può risultare devastante anche per migliaia di abitanti alle prese con gli effetti economici legati alla pandemia e ad una crisi economica perdurante. La precarietà di reddito porta come conseguenza immediata un disagio alloggiativo persistente ed una emergenza costante nelle vite e nelle scelte di larga parte della popolazione capitolina.

Mentre accade questo, non vediamo la necessaria cura nella ricerca di soluzioni strutturali, né un ragionamento complessivo rispetto a come orientare le risorse del PNRR verso i problemi dell’abitare.

Al contrario, assistiamo invece soprattutto all’allestimento certosino della vetrina destinata ad ospitare il Giubileo nel 2025 e il probabile Expo nel 2030, alla riproposizione di gentrificazione e turistificazione come strumenti di sviluppo economico (per chi?) e persino alla santificazione del PRG del 2008 targato Veltroni!

Non vogliamo certo demonizzare il profilo “progressista” e “aperto” all’ascolto che il sindaco professa: anzi, proprio alla luce di questo, reputiamo non rinviabile una decisa presa in carico di una situazione oramai insostenibile per larghe fasce di popolazione.

La cura del patrimonio pubblico ed il suo utilizzo corretto, la gestione e la conoscenza di ciò che è in possesso dell’amministrazione, la ricerca di alloggi e spazi disponibili da rigenerare in funzione delle necessità cittadine sono precondizioni imprescindibili per costruire quella città accogliente, solidale e inclusiva, volta a diminuire le distanze sociali che i pacchi sotto l’albero di Natale del Campidoglio professavano di voler rappresentare.

Sono inoltre gli strumenti minimi per la salvaguardia della dignità e della qualità abitativa per chi vive negli alloggi popolari, nonché per porre fine al vergognoso business dell’emergenza garantendo il passaggio da casa a casa per chi rischia uno sfratto o uno sgombero.

Tutto questo, evidentemente, implica prendere atto delle ingiustizie e distorsioni prodotte da leggi come l’articolo 5 del cosiddetto piano casa del 2014 firmato da Renzi e Lupi; uscire dalla logica dell’ordine pubblico, del decoro securitario e rigenerazione urbana a beneficio della rendita che improntano l’attuale urbanistica e gestione della città. Vuol dire rifiutare l’utilizzo della forza pubblica come supplente della mancata condivisione delle soluzioni possibili con i soggetti sociali interessati, inclusi gli spazi di aggregazione sociale e culturale, nonché con quelle giovani generazioni che durante la pandemia si sono spes* per frenare dal basso gli effetti deleteri sul piano economico, psicologico e sociale di questa sindemia.

È chiaro che il sindaco da solo non può farcela, e la Regione Lazio non può pensare di lasciarlo al suo destino, come invece sembra stia accadendo. Riteniamo che la funzione economica e legislativa in capo a Zingaretti possa e debba fare la differenza, senza replicare una modalità purtroppo già vista, di vera e propria concorrenza più che di corresponsabilità e condivisione.

La soluzione non può risiedere nell’emergenza permanente e non è accettabile dividere abitanti in difficoltà economica tra chi è più fragile e chi lo è meno, tra chi ha una residenza e chi ce l’ha fittizia, tra chi ha un titolo e chi ne è privo. Se la coperta è troppo corta non la si può usare per coprire una parte della città, bisogna dotarsi di più coperte, invece di impedire il loro utilizzo in nome del decoro.

Appuntamento: giovedì 24 febbraio, ore 17:00, assemblea cittadina in Campidoglio.