Avere vent'anni.
Il probabile omicidio di Saman Abbas, la diciottenne di origine pakistana con ogni probabilità uccisa da un parente in quanto rea di avere infangato "l'onore" della famiglia, ha dato spazio, come prevedibile, a dibattiti e polemiche molto accese. Se da un lato c'è chi, al solito, cerca di soffiare sul fuoco dello scontro di civiltà e sulla etnicizzazione di determinati comportamenti, dall'altro non si può fare a meno di segnalare la presa di posizione, sempre più forte, dei ragazzi e delle ragazze di seconda generazione, giovani ventenni spesso stretti fra l'appartenenza a comunità familiari asfissianti e la voglia di vivere liberamente la propria vita in una società che non li guarda come persone ma li incasella dentro dei cliché uguali per tutti.
Abbiamo dato la parola a Usama, studente universitario e vicepresidente dell'associazione dei giovani pakistani in Italia, che ci ha raccontato il suo punto di vista sulla vicenda di Saman Abbas e ci ha parlato della necessità di cambiamenti radicali all'interno della comunità pakistana in Italia, delle difficoltà vissute da chi finisce per essere straniero nella sua famiglia e straniero nella società e del desiderio di molti giovani di origine pakistana di trasferirsi in Gran Bretagna, una realtà che offre loro più opportunità di realizzazione