In Afghanistan continua la resistenza sociale per le strade contro i talebani
"Gli ultimi 20 anni hanno portato in Afghanistan solo delusioni e lacrime", scrivono le compagne di RAWA, l'Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan, organizzazione politica femminista basata a Quetta, in Pakistan, e fondata nel 1977 con l'intento di supportare le donne nella lotta per l'emancipazione e i diritti civili e per sostenere la resistenza in seguito al colpo di stato organizzato dall'Unione Sovietica nell'aprile del 1978. A partire dagli anni '90 poi, quando al potere arrivano i talebani, RAWA ha condotto attività clandestine nel Paese per aiutare le donne e la loro emancipazione. Attività che sta continuando a portare avanti senza il supporto delle forze occidentali che mai hanno sostenuto le organizzazioni democratiche del Paese e all'interno di una situazione disastrosa. Le realtà democratiche, condotte in particolare da donne come il RAWA, sono target dei talebani e devono nascondersi. La repressione talebana alla resistenza sociale scesa in strada in questi giorni a Kabul, Herat e in altre città è sotto gli occhi di tutti. Ne parliamo con Laura Quagliolo del CISDA, il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane Onlus, nato nel 1999 su iniziativa di una serie di associazioni e realtà italiane impegnate sui temi dei diritti delle donne, contro i fondamentalismi e le guerre e al fianco da tempo di organizzazioni e associazioni democratiche del Paese come RAWA e il Partito afghano della solidarietà (HAMBASTAGI).