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guerra Ucraina

4 NOVEMBRE: GIORNATA DI CHI DISERTA

Data di trasmissione
Durata 3m 9s
Durata 2m 15s
Durata 0m 40s
Durata 0m 25s
Durata 0m 41s

Sentiamo la voce di una compagna che ci introduce al quest'iniziativa che ci sarà lunedì 4 novembre a Milano davanti l'ambasciata Ucraina.
 

4 NOVEMBRE

GIORNATA DEL DISERTORE

ORE 10 CONSOLATO UCRAINO DI MILANO, via Ludovico Breme 11

L’epoca delle guerre algoritmiche, di cui esempio paradigmatico è il genocidio in atto a Gaza, non ha cancellato il bisogno di carne umana da mandare a morire sul fronte. Il conflitto NATO-Russia in Ucraina dimostra che progresso tecnologico e mobilitazione totale si alimentano a vicenda. Se l’arma cibernetica serve ad opporsi a qualsiasi cosa che interrompa il semplice raggiungimento dell’obiettivo – un atto di diserzione, insubordinazione o fraternizzazione sul fronte, o un semplice moto d’incertezza o di paura – l’umano gesto di rifiuto della guerra ancora conta. 

È quello che sta succedendo in Ucraina. Decine di migliaia di arruolati disertano o si rivoltano contro i propri comandanti, centinaia di migliaia di arruolabili si nascondono, i rapitori dell’esercito incontrano una crescente ostilità popolare. Sono tantissimi i fuggiti all’estero – gli “scappati nel bosco” – che hanno sfidato la morte attraversando montagne e fiumi per sfuggire alla mobilitazione e oggi vivono anche nelle nostre città. 

Il coraggio di dire no alla guerra, che si registra in maniera crescente anche in Russia, e accade persino contro la mobilitazione esistenziale e permanente in Israele – i “refuseniks” – va difeso. Non solo per valide ragioni etiche, ma anche perché può materialmente portare al crollo del fronte. In questo crollo, a cui possiamo contribuire, risiede la possibilità di inceppare la corsa al massacro totale verso cui ci sta portando la spirale mimetica di violenza in atto. 

Applicando la Legge sulla mobilitazione generale, dal 18 maggio il Consolato Generale d’Ucraina a Milano non fornisce più servizi, tra cui il rinnovo del passaporto, agli uomini in età tra i 18 e i 60 anni se non aggiornano i propri dati su Oberih, il registro elettronico militare che serve ad arruolare. Lo Stato ucraino a corto di carne da cannone, con la crescente complicità degli Stati europei, dà la caccia ai renitenti con un codice QR, lo stesso che i disertori del Green Pass ben conoscono.

In continuità con gli attacchi che negli ultimi mesi sono stati portati contro la logistica e la produzione materiale e culturale di guerra nelle nostre città – e mentre anche in Italia si parla di reintrodurre il servizio militare, magari arruolando chi è senza-documenti con il ricatto della cittadinanza – facciamo del 4 novembre, festa delle Forze Armate, la Giornata del Disertore, con un presidio davanti al Consolato Generale d’Ucraino a Milano.

La guerra comincia qui. Qui possiamo incepparla.

Contro la gabbia delle identità digitali usate per sorvegliarci, arruolarci o eliminarci, disertiamo la guerra, solidarietà ai disertori!

Guerra, invio di armi e collaborazioni

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Dedichiamo questo spazio redazionale all'approfondimento delle collaborazioni di guerra e soprattutto al contesto europeo. Se da un lato tirano venti sempre più di destra in Europa, dall'altro il linguaggio bellico fa da sfondo alle politiche parlamentari. Dai microfoni parliamo del riarmo che si sta consumando in Europa, della guerra esterna e delle collaborazioni fra Stati per la guerra intera, quella che attacca chiunque prova a ribellarsi.

Guerra Russia - Ucraina: la Wagner volta le spalle a Putin

Data di trasmissione
Durata 5m 14s

l capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, dichiara guerra ai vertici militari russi. Putin alla nazione: "Adesso si decide il destino del nostro popolo". Alle 12 la comunicazione della Wagner: "La guerra civile è iniziata". Scontri e bombardamenti a Voronezh. È la più grave crisi interna alla Russia dall'inizio della guerra in Ucraina. Ne parliamo con Giovanni Savino.

Microfoni aperti sulla guerra

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Durata 2h 3m 22s

Dallo scoppio del conflitto in Ucraina è passato un anno e il mondo che conoscevamo prima del 24 febbraio 2022 oggi non esiste più. Sul fronte si continua a morire (si parla di oltre 100mila vittime per entrambe le part) e il livello dello scontro bellico sul terreno internazionale appare più preoccupante che mai. E' passato un anno di massacri insensati, un anno di invii di armi, un anno di annientamenmto di ogni soluzione diplomatica, un anno di gasdotti cha saltano in aria, un anno di creazione del nemico, un anno di NATO e di spese militari al 2% del PIL, un anno di inazione e impotenza, di retorica nazionalista, militarista e patriarcale. In occasione di questo pesante anniversario ROR apre i microfoni per un confronto con compagn*, ascoltatori/ascoltatrici sulla fase in atto, su cosa fare e come uscirne...

Io Te L'Avevo Detto - 25 febbraio

Data di trasmissione
Durata 2h 4m 23s

In questa puntata abbiamo sentito le piazze di Roma e Genova contro la guerra con delle corrispondenze dai cortei e delle riflessioni dalla piazza.

Abbiamo poi sentito la corrispondenza del medico che ha visitato Alfredo Cospito

Ovviamente non potevamo esimerci dal chiudere parlando delle primarie del PD e di quanto tutto ciò sia una messa in scena architettata ovviamente dai poteri occulti in mano ad ITLAD.

Sostegno alla resistenza non violenta e ai disertori: "Stop the War Now" a Kiev

Data di trasmissione
Durata 15m 42s

Il conflitto russo-ucraino è ancora lontano dal mostrare un pur minimo raffreddamento. Piuttosto è in atto una pericolosissima escalation bellico-militare, irresponsabilmente alimentata dalle cancellerie dei paesi membri della NATO. Da Washington a Londra, da Parigi a Roma e Berlino, si fa a gara tra chi soffia di più sull’incendio divampato nel cuore dell’Europa orientale dopo l’inizio del conflitto il 24 febbraio scorso. Con il giornalista Antonio Mazzeo parliamo del viaggio a Kiev della Carovana "Stopthewarnow" che ha lanciato con i pacifisti ucraini un appello ai governi UE perché riconoscano lo status di rifugiato agli obiettori, ai disertori e ai renitenti alla leva militare di Ucraina, Russia e Bielorussia e ribadito la richiesta di avvio di negoziati tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie.