Stati generali dell'editoria, il sogno del grande fratello
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Si sono aperti ieri i cosiddetti stati generali dell'editoria, il pomposo nome con cui il governo ha voluto denominare una kermesse chiamata a presentare al pubblico, dietro la consueta patina di richiami alla "partecipazione popolare" online, un piano di tagli all'editoria che andrà a colpire nei fatti una serie di testate, organizzate su base cooperativistica, non gradite alla coalizione giallo-verde. Poche briciole di risparmio a fronte di nessuna iniziativa nei confronti dei colossi del web (Google e Facebook) e delle grande concentrazioni editoriali.
Ne parliamo con Matteo Bartocci, direttore editoriale del Manifesto, che sta partecipando a queste giornate.