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I Nomi delle Cose

Ovuli e carriera.....

Data di trasmissione
Durata 1h 6m 52s
Durata 15m 21s

“I Nomi delle Cose”

Puntata del 22/10/2014

  Non ho voluto essere razione di carne per l’uomo né dare schiavi ai Cesari” Louise Michel/Ovuli e carriera……/ Scenari materni / Chi sdogana chi?….ovvero sabato 25 ottobre “


http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/10/24/podcast-della-trasmissione-del-22102014/

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e collegamento con una compagna della Rete O.G.O. sulla giornata di sabato 25 ottobre

 

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La Parentesi di Elisabetta del 15/10/2014 "Il male minore?"

Data di trasmissione

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/10/17/la-parentesi-di-elisabetta-del-15102014/

 

“Il male minore?”

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Una notizia divulgata ieri, 14 ottobre, racconta la vicenda di un ragazzino di Firenze, di nove anni, con genitori separati.

“Picchia la mamma, non voglio vederlo” così dice il bambino che non vuole incontrare il padre nelle ore previste dal tribunale una volta alla settimana e il suo rifiuto è così netto che, certe volte, è stato letteralmente trascinato agli incontri dagli/dalle assistenti sociali. “E’ inutile che urli, hai il cervello come un bambino di due anni, mi fai pena,” gli ha gridato il padre la scorsa volta..

Ma il giudice impone gli incontri con il “papà”, per il suo bene, perché “vanno garantiti i rapporti con i due genitori”.

Sul momento una persona qualunque è portata a pensare ad un’esagerazione o ad un caso limite. Invece non è così. Tutto questo è più comune di quanto si creda.

Questa impostazione è il frutto di diverse concezioni che si intrecciano.

In primo luogo, la tendenza alla patologizzazione dei comportamenti e alla colpevolizzazione personale conduce a delegittimare qualsiasi desiderio o scelta che non sia in sintonia con quello che è stato decretato “giusto”. La PAS, la così detta “sindrome da alienazione genitoriale”, è uno degli esempi più illuminanti. Se un figlio/a non vuole incontrare il genitore violento, la colpa viene addebitata alla madre che instillerebbe odio nei confronti del padre. Le sensazioni, i sentimenti, le esperienze, la sensibilità di un bambino/a non contano, sono relegate nella sfera del patologico e come tali trattate. La PAS, pur essendo una teoria che non è stata accolta ufficialmente nelle sedi mediche e legali, viene di fatto usata come riferimento in sede giuridica, penale e amministrativa con conseguenti danni gravissimi.

Poi, l’impostazione ideologica neoliberista confonde volutamente l’aggredito e l’aggressore, nello specifico facendo finta di dimenticare la natura strutturale dell’oppressione di genere, e passa sotto silenzio i rapporti di forza, allo stesso modo con cui vorrebbe far dimenticare il conflitto di classe riportandolo ad un “sereno confronto” fra le parti sociali, ad una convivenza civile in cui tutto si annacqua e si diluisce. Le persone sono spinte all’autocolpevolizzazione e la miseria e l’infelicità vengono ridotte ad un fallimento personale o a un problema psicologico. La società sarebbe sana, sarebbero gli individui incapaci di valorizzarsi e di saperla vivere.

Quindi, partecipa al gioco il così detto “politicamente corretto” e la visione socialdemocratica per cui lo Stato agisce sempre per il bene dei/delle cittadini/e.

Ne deriva la cultura della legalità e l’infantilizzazione degli individui….delle donne.. delle diversità….dei popoli del terzo mondo…..

Infine entra in ballo il concetto di “male minore”. Non importa se il padre è violento. Secondo questa lettura il padre è sempre il padre e una figlia/o non ne può fare a meno, pena il crescere disturbato/a.

Tutto sommato qualche difficoltà nel rapporto genitoriale ci sarà sempre, che diamine!, ma è il male minore rispetto all’importanza della figura maschile per la crescita!

Tutto ciò ricorda tanto anche l’impostazione che questa organizzazione socio-politico-economica attua rispetto ad una variegata gamma di situazioni, per esempio nei confronti delle cittadine e dei cittadini che entrano in crisi rispetto al voto. Tutto sommato votare, votare comunque, è il male minore.

E ricorda anche l’impostazione di una certa sinistra per cui, in fin dei conti, certi partiti, leggi PD, sono il male minore rispetto alla destra, mentre sono i principali portatori del verbo neoliberista e non sono altro che la destra moderna.

La cultura del male minore non è il frutto di tolleranza…comprensione….senso della misura….tentativo di mediazione…bensì una cultura profondamente coercitiva che mira al mantenimento delle attuali gerarchie nella società, da quelle familiari a quelle sociali, quindi, fondamentalmente, è uno strumento reazionario.

La Parentesi di Elisabetta del 8/10/2014 "Ebola"

Data di trasmissione
La Parentesi di Elisabetta dell’8/10/2014

“Ebola”

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Non sapremo mai la verità su ebola per quanto riguarda il numero dei decessi e dei contagiati. Forse la verità la conosceremo soltanto fra venti o trent’anni.

Però una cosa è sicura: ebola è un virus micidiale, una malattia estremamente contagiosa che nasce e si sviluppa in condizioni di degrado ambientale e igienico, frutto della povertà estrema e diffusa.

Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria, i paesi più colpiti, destabilizzati economicamente, socialmente, militarmente dalle potenze occidentali che hanno importato il neoliberismo a forza di colpi di Stato, guerre neocoloniali, fittizie rivolte interne artatamente provocate, conflitti interetnici….per lo sfruttamento spietato e di rapina delle risorse locali con la distruzione di ogni economia di sussistenza, attraverso governi compiacenti e corrotti mandati appositamente al potere.

Un esempio per tutti quello della Liberia dove nel 2005 è stata eletta la prima donna presidente in Africa, Ellen Johnson Sirleaf, rieletta nel 2012. Un governo tra i più corrotti dell’Africa Occidentale, spietatamente neoliberista, lei economista della Banca Mondiale e della Citibank.

Ellen Johnson Sirleaf viene chiamata con l’appellativo di “Signora di ferro” di ben trista memoria e, non a caso, nel 2011 ha vinto il premio Nobel per la pace ( Obama docet) con la seguente motivazione ”per…la battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell’opera di costruzione della pace.”

Per non farci dimenticare mai che le oppressioni di genere e di razza sono inscindibilmente legate a quelle di classe.

Da dieci anni il livello di vita liberiano è assolutamente crollato, mancano acqua corrente ed elettricità nella stragrande maggioranza delle case, disoccupazione e analfabetismo sono altissimi, la popolazione vive sotto i livelli minimi di sussistenza.

L’ONU invierà in Guinea, Liberia e Sierra Leone uomini e mezzi, dice, per arginare l’epidemia, ma non facciamoci ingannare.

La risposta non è umanitaria, bensì strumentale: è l’occasione per mandare in quegli sfortunati paesi migliaia di soldati. E’ evidente che i militari non servono a combattere ebola, bensì a stabilire l’ennesima base statunitense.

Usa, Inghilterra, Francia e i loro reggicoda vari, affamano, bombardano, distruggono le infrastrutture civili, gettano nella disperazione, nella fame, nella morte i cittadini e le cittadine di tanti paesi e poi mandano le ONG, le Associazioni sanitarie, culturali, umanitarie e di supporto logistico, intercambiabili e sovrapponibili alle Agenzie di spionaggio.

Ottengono così un triplice scopo. Passano per democratici e sensibili, collocano le loro Agenzie di Intelligence, studiano gli effetti delle nuove armi e i possibili usi di quelle batteriologiche.

Ebola, non avendo ancora nessuna cura o vaccino certo, è un’arma batteriologica nel senso più preciso del termine.

E gli USA sono fuori controllo.

 

La Parentesi di Elisabetta del 1/10/2014 "Andare ai resti"

Data di trasmissione
“Andare ai resti” http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/10/03/la-parentesi-di-elisab… Il mondo che noi conosciamo è sull’orlo del precipizio. Le guerre neocoloniali si susseguono ad un ritmo sempre più serrato, la povertà estrema dei popoli del terzo mondo si accompagna ad un impoverimento sempre crescente di vasti strati delle popolazioni occidentali, l’arroganza degli Usa, degli alleati e dei sudditi con il braccio armato della Nato, diventata polizia internazionale, è senza confini. La strumentalizzazione di ogni sentimento, lotta, diritto, oppressione, disagio….. delle diversità, dei subalterni/e, degli sfruttati/e, delle donne…dei territori …..per il mantenimento del potere, per il controllo e la repressione , è pane quotidiano…il neoliberismo ha fatto strame delle conquiste di tanti anni di lotte, ha stravolto le parole, ha distrutto riferimenti e sogni attraverso l’operato cosciente del riformismo e della socialdemocrazia, principali artefici della sua naturalizzazione nella nostra società. Il Femminismo annaspa, è basito, muto. Alcuni gruppi femministi, soggettività, voci, si levano isolate, a denti stretti, contro tutto questo, ma il movimento femminista è nel pantano. Tante le iniziative, i convegni, gli incontri…tante ,svariate, continue e inutili: parlano di femminicidio, della violenza contro di noi, di razzismo, di omofobia, di diritti negati, di patriarcato….. ma è come se tutto fosse sospeso in un limbo. Non sanno, non vogliono, non possono dire la verità. Non si capisce da dove vengano le oppressioni, da chi siano esercitate. Il patriarcato è un’entità inafferrabile che sembra vivere di sé. I conflitti sembrano eventi tragici, apparentemente senza autori, guerre scatenate senza colpe, per autogenesi. Eventi rievocati per suscitare la commozione, ma non la mobilitazione. Le militanti curde diventano donne che sorridono, il femminile che con la gentilezza e la solarità sconfigge il patriarcato. Il loro essere combattenti non compare, il loro lottare per un ideale, men che meno. Ma il patriarcato affonda le radici nella società in cui viviamo e nel neoliberismo assume i connotati specifici che questa configurazione sociale fornisce, è qui che si esprimono le oppressioni e la violenza, hanno volti, nomi, cognomi, luoghi, mani, menti e armi. Il femminismo sta andando ai resti, si sta giocando tutto. Riconoscere l’inscindibile legame fra oppressione di genere e di classe e chiamare le cose con il loro nome sono le uniche strade percorribili.

Non un passo indietro

Data di trasmissione
Durata 1h 2m 26s

ANNO III 2014-2015 Numero zero 

Evviva! Ricominciamo! 

I NOMI DELLE COSE la trasmissione della coordinamenta femminista e lesbica tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00 sugli 87.9 di Radio Onda Rossa

Trasmissione di mercoledì 1 ottobre 2014

 ore 20.00 Apertura “C’ero quella notte” 

 Immagine rimossa. ore 20.10 “Riflessioni e programmi, quello che abbiamo fatto e quello che faremo”

 ore 20.30 La Parentesi di Elisabetta “Andare ai resti”

 ore 20.35 Approfondimento “Non un passo indietro”

 Ciao a tutte le coordinamente coordinamenta@autistiche.org
per leggere i documenti http://coordinamenta.noblogs.org

La costruzione del femminile

Data di trasmissione
Durata 54m 9s

I NOMI DELLE COSE

la trasmissione della coordinamenta femminista e lesbica

tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00

sugli 87.9 di Radio Onda Rossa

Durante l’estate rimanderemo, sempre nel nostro orario,

le trax che possono essere di base per un confronto, raggruppate per argomenti.

La costruzione del femminile/ 3 settembre 2014

trax del 30/10/2013

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http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/09/03/la-costruzione-del-femminile/

coordinamenta@autistiche.org

 

Femminismo e antimperialismo

Data di trasmissione
Durata 59m 56s
 
I NOMI DELLE COSE

la trasmissione della coordinamenta femminista e lesbica

tutti i mercoledì dalle 20.00 alle 21.00

sugli 87.9 di Radio Onda Rossa

Durante l’estate rimanderemo, sempre nel nostro orario,

le trax che possono essere di base per un confronto, raggruppate per argomenti.

Femminismo e antimperialismo/ 27 agosto 2014

trax del 26/03/2014

Immagine rimossa.

 

Immagine rimossa.http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/08/27/femminismo-e-antimperialismo/

 

 

"Te la farò pagare. Le classi sociali nell'esperienza trans e autonomia dei corpi."

Data di trasmissione
Durata 10m 18s
“Te la farò pagare. Le classi sociali nell’esperienza trans e autonomia dei corpi."

Da “I Nomi delle Cose”

Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe,la rubrica di Denis ogni ultimo mercoledì del mese trax del 29/01/2014

Immagine rimossa. "...La lotta  contro gli ingranaggi dell’oppressione di e del genere
nelle nostre vite, è una forma di sabotaggio della macchina del
capitale: materializziamola, festeggiamola."

 

e se volete leggere

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2014/01/30/te-la-faro-pagare-le-classi-sociali-nellesperienza-trans-e-autonomia-dei-corpi/