Corrispondenza dal presidio sotto il carcere di Rebibbia. Leggiamo la lettera di una detenuta nel penitenziario Le Vallette di Torino e un importante articolo del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Riflettiamo insieme sull'estate pesante appena passata e sui tanti suicidi avvenuti nelle carceri italiane.
Mercoledì 30 agosto
ore 18
Presidio davanti al carcere di Rebibbia
(appuntamento lato maschile - via Elena Brandizzi Gianni)
Durante questa estate, forse approfittando della distrazione vacanziera dei più, molte delle guardie penitenziarie sotto processo per vari episodi di torture, a Torino come a Santa Maria Capua Vetere, sono tornate in servizio. A deciderlo sono stati i giudici competenti dei singoli procedimenti in cui sono imputate.
Riandando con la mente alla mattanza dell’aprile 2020 a S.M.C.V. ci preme inoltre ricordare che, a seguito di quelle brutali violenze di massa, ben 3 persone detenute sono decedute: Vincenzo Cacace e Fakhri Marouane, due tra i prigionieri che hanno denunciato le torture, e Lamine Hakimi dopo più di un mese di isolamento da quel maledetto aprile.
Quando fuori dalle carceri la vita si fa giorno dopo giorno più dura, chi è detenuto ha maggiori difficoltà a ricevere un sostegno dalle persone care. I pacchi alimentari, per esempio, si riducono di quantità e qualità. Per non parlare, poi, di quante persone imprigionate non hanno alcun sostegno poiché prive di una rete familiare o comunque affettiva.
Da lungo tempo chi è detenuto/a nel carcere di Rebibbia, denuncia la qualità scadente del cibo e i costi enormi del sopravvitto. Ma, nonostante ci sia un’indagine in corso, nei fatti nulla è cambiato.
Ad inizio agosto un detenuto, come riportato all’interno dei pochissimi articoli che ne hanno parlato, ha scelto di protestare contro le condizioni di detenzione salendo su una gru presente all'interno del carcere di Rebibbia.
Mentre scriviamo, veniamo a conoscenza del suo trasferimento punitivo nel carcere di Teramo solo perché i giornali del luogo hanno scelto di parlarne a seguito del suo tentativo di togliersi la vita.
Nessuno ha voluto davvero approfondire i motivi della sua protesta e cosa c’è dietro questo ennesimo “tentato suicidio”.
Guardando agli ultimi 3 anni, ben 3 ministri della giustizia di diversa bandiera stanno perpetrando lo stesso lavoro di feroce annientamento.
Dalle stragi e le torture di massa alle morti di carcere quotidiane.
Non permettere che il carcere venga raccontato come una bolla separata dal resto, fare da megafono a chi è privato della libertà, farci sentire fuori da quelle mura anche durante quest'ennesima estate bollente, è necessario.
Oggi, 15 febbraio 2023, 118esimo giorno di sciopero della fame di Alfredo, carovana da piazzale Aldo Moro (concentramento ore 18) a Rebibbia, per portare solidarietà a chi è dentro una galera, contro il 41bis, l'ergastolo, le torture di Stato.
Ne parliamo con una compagna
può, si rechi al concentramento, con proprio mezzo di locomozione, bici...
Un contributo di alcune compagne dell'Assemblea parenti e solidali delle persone detenute di Roma che ci parla della situazione nel femminile di Rebibbia.
53 suicidi, 133 morti per cause da accertare, 61.174 persone detenute con un sovraffollamento del 131%, questi i dati del 2019; un forte peggioramento della condizione delle persone recluse. Cominciamo a demolire i criteri di fondo che giustificano la punizione e quindi il carcere. Corrispondenza con una compagna per assemblea domani al BAM di centocelle per preparate il presidio a CAR di Ponte Galeria di sabato 11 gennaio.
Si chiude un altro anno difficile nelle carceri. Dalle 123 persone morte nell'anno di cui 46 per suicidio, fino all'assenza di qualsiasi intervento per ostacolare il peggioramento della condizione delle persone detenute. Domande di fine anno: COSA SIGNIFICA PUNIRE? PERCHÉ SI PUNISCE? CHI SI SCEGLIE DI PUNIRE?
Nasce il movimento No Prison per l'abolizione delle carceri, lanciato da: Livio Ferrari, Gherardo Colombo, Luigi Ferrajoli, Giuseppe Mosconi, Elisabetta Zamparutti, Mauro Palma, coordinati dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Il carcere in Europa dall'Associazione Antigone dati e condizioni.
in diretta l'autore ci espone gli argomenti e i punti salienti del racconto che sarà presentato domenica prossima, 20 ottobre alle 18.30, c/o lo spazio sociale "nido di vespe"
Triste record suicidi in carcere nel 2018; ben 67 persone si sono tolte la vita. Fallimento del sistema sanzionatorio basato sul carcere è ora di iniziare un percorso abolizionista.
Dopo l'ennesima riforma fallita, è sempre più vero che il carcere non è rifprmabile. E' necessario dunque riprendere una critica strutturale del carcere, costuendo un Movimento per l'Abolizione delle Galere. Anche per porre fine ai suicidi in carcere giunti a 63 al 12 dicembre.