Le criptovalute hanno in questi anni generato curiosità, paura, interesse. Ma quali sono i soggetti che hanno dei progetti concreti a riguardo?
In questa puntata cerchiamo di mostrare come su questo tema il mondo del capitalismo mostri una certa divisione: l'ala più classica è scettica a riguardo, e principalmente si interessa dei Bitcoin come strumento di riciclaggio del denaro sporco; l'ala anarco-capitalista, fautrice di un liberismo economico estremo e di una fortissima riduzione delle competenze statali, lo vede come uno degli elementi che può portare ad una società in cui le relazioni socio-politiche siano soppiantate da relazioni economiche.
Raccontiamo così l'esperienza salvadoregna, che ha riconosciuto il Bitcoin come moneta a corso legale; e quella dell'honduras, che tramite le ZEDE (zonas de empleo y desarrollo economico, una sorta di zona economica speciale), si è trovata in casa un esperimento di sviluppo di una città anarco-capitalista con fortissime autonomie rispetto al governo centrale.
Vediamo quali sono gli atteggiamenti negli USA, nel Regno Unito.
Per chiudere, raccontiamo la storia - solo in parte correlata e non del tutto interessante, ma assai divertente - della sequenza di "hack" tra il gruppo Lapsu$ e la compagnia produttrice di schede grafiche NVidia
Corrispondenza dal presidio sotto la sede romana dell'Enel.
CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E SOCIALE CHE L’ENEL ESPORTA IN GIRO
PER IL MONDO
VENERDI’ 2 MARZO ORE 15,00 MANIFESTAZIONE VLE R. MARGHERITA 137
L’Enel oggi è una multinazionale dell’energia di primo livello per
quanto riguarda i profitti, ma di ultimo per quanto riguarda il rispetto
dei diritti umani.
In Guatemala, Cile, Colombia sta portando avanti progetti disastrosi
contro i quali lottano le popolazioni locali, spesso represse da governi
autoritari su ordine della stessa Enel.
MA COSA CI FA LA VECCHIA IMPRESA PUBBLICA ITALIANA IN SUD AMERICA?
Nel 2008 L’ENEL Acquista la Società Spagnola ENDESA. Da quel momento
continente SUDAMERICANO diventa di grande interesse per la società
italiana, grazie alle enormi risorse naturali da SACCHEGGIARE.
INFATTI DELLE DIGHE CHE L’ENEL VUOLE COSTRUIRE IN GUATEMALA, CILE,
COLOMBIA, NESSUNA SERVE A PRODURRE ELETTRICITÀ PER LA POPOLAZIONE
RESIDENTE, ma a soddisfare l’enorme richiesta di elettricità delle
miniere dove altre imprese straniere saccheggiano le ricchezze di questi
paesi indipendenti solo di nome e affamati dai loro Governi.
IN GUATEMALA LA DIGA DI PALO VIEJO (DA 84 MW, COSTO 135 MLN) verrà
completata alla fine di marzo. La popolazione locale, gli indigeni del
popolo Ixil, non hanno accesso all’energia elettrica e, visto che la
costruzione della diga non può essere ormai impedita, chiedono che
almeno possano usare il 20% dell’elettricità prodotta. Durante le
proteste e i blocchi stradali che gli indigeni hanno organizzato negli
ultimi due anni l’Enel non ha esitato a chiedere l’intervento del
governo che ha inviato nella regione centinaia di militari con
intimidazioni e violenze. Due giovani sono morti dopo essere stati
investiti dai camion dell’impresa costruttrice della diga.
IN PATAGONIA – CILE – DOVE VERRANNO COSTRUITE 5 DIGHE tutto il
Paese è insorto contro la devastazione portata da questo progetto.
Infatti, visto che le dighe verranno costruite a 2.300 km dalle miniere
di rame che si trovano nel nord del Paese, ai danni causati dalle
centrali idroelettriche si sommeranno quelli di una gigantesca linea di
trasmissione ad alta tensione che attraverserà tutto il Cile, con 6000
torri elettriche di 70 m. Nonostante le imponenti manifestazioni
(l’ultima settimana scorsa) e le irregolarità commesse nello studio
di impatto ambientale, che hanno bloccato i lavori per qualche mese, il
Governo e Enel-Endesa continuano a portare avanti un progetto scritto
durante la dittatura di Pinochet.
IN COLOMBIA – SUL RIO MAGDALENA – LA DIGA DELL’ENEL VIENE
COSTRUITA DA IMPREGILO, multinazionale italiana specializzata in opere
devastanti come la Tav in Val di Susa di cui è responsabile per il 75%.
Verrà inondata una regione agricola altamente produttiva, è stato
dimostrato da uno studio tecnico che la diga causerà la perdita, nei
primi 50 anni di attività, di 480 mln mentre ne produrrà 135.
Perché allora viene costruita? Non per portare lo sviluppo, ma per
portare soldi nelle casse dell’Enel, dello Stato colombiano e delle
imprese che sfruttano le vicini miniere di oro. A loro dei contadini che
perderanno casa e lavoro non importa niente. Questi ultimi si sono
organizzati per bloccare i lavori e hanno circondato il cantiere e la
zona del fiume per impedire di deviarlo, sono stati sgomberati
violentemente dagli squadroni antisommossa colombiani due settimane fa,
e ora sono di nuovo in pericolo visto che la deviazione del fiume è
prevista per il 6 marzo.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE CONTRO QUESTI DELINQUENTI PRONTI A
SACRIFICARE LA VITA DI MIGLIAIA DI PERSONE PER DECENNI SOLO PER
AUMENTARE I LORO MILIONI DI EURO!
ENEL GIÙ LE MANI DA GUATEMALA, CILE, COLOMBIA
Roma 29/02/2012
RETE ITALIANA DI SOLIDARIETÀ CON LA COLOMBIA, CRMB – COMITATO
RIFORMIAMO LA BANCA MONDIALE, SPAZIO SOCIALE EX-51 – VALLE AURELIA,
CONFEDERAZIONE COBAS, COMITATO CARLOS FONSECA, A SUD, ASSOCIAZIONE
ITALIA – NICARAGUA/ROMA – SUTTVUES, ASS. AMICIZIA ITALIA MAPUCHE