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Dalla censura alle statistiche farlocche, passando per la discriminazione

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Apriamo con due episodi di censura: il primo riguarda la censura di servizi legati anche alle VPN sui treni ad alta velocità di Italo; il secondo riguarda il progetto Gutenberg, un sito dove è possibile - in maniera del tutto legale - scaricare libri privi di copyright.

Dall'esplosione delle rivolte negli USA, Signal - una app di messaggistica sicura - ha messo a disposizione uno strumento in più: la possibilità di oscurare i volti quando si fanno delle foto. Se la fotocamera è uno strumento utile per denunciare il razzismo della polizia, non possiamo dimenticare che il razzismo è un fenomeno ben più ampio. Un esempio che vogliamo ricordare è quello del razzismo codificato negli algoritmi, in cui le visioni oppressive dominanti vengono trasformate più o meno volontariamente in un programma che poi arriva a prendere delle decisioni operative. Parliamo quindi di una sentenza negli USA che dimostra che - contrariamente a qualche interpretazione passata - studiare gli algoritmi ricercando eventuali discriminazioni insite in essi è sempre consentito dalla legge.

Passiamo ad alcune novità sulla responsabilità delle piattaforme social riguardo ai contenuti che ospitano, guardando ad una sentenza australiana e alla difficile gestione del copyright delle immagini caricate su Instagram.

Chiudiamo tornando a parlare di COVID19 e statistiche: uno studio che ha ricevuto molto credito  a livello  internazionale si è dimostrato basato su dati inventati;  gli Stati Uniti seguono invece un approccio "data driven", in cui i vari Stati guidano i dati con alcuni classici sotterfugi (tutta roba già vista in Europa comunque!).

Domenica 14 giugno le dita nella presa NON andrà in onda: al suo posto troverete una replica!

Alt! quanti siete in canale? Sì, ma che giornale leggete? ...un fiorino!

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Dato che a forza di parlare sempre di app e coronavirus ci siamo annoiati, torniamo a discutere di un nostro grande classico: copyright e diffusione dell'informazione. Lo facciamo partendo dalla denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali nei confronti di Telegram (chiedendone la chiusura!) per via della presenza di "canali" che diffondono copie piratate dei quotidiani, che, a loro dire, avrebbe causato un ingentissimo danno alle testate giornalistiche. 
Facciamo una breve analisi di quanto siano realistiche queste ricostruzioni e dei motivi per cui questa denuncia arriva in questo momento ed esclusivamente verso una piattaforma, laddove lo stesso "servizio" è presente anche in altre.
Diamo poi qualche informazione più tecnica su come distribuire contenuti in modo ragionevolmente resistente al blocco/censura utilizzando il TorBrowser. Se volete vedere com'è, provate ad eccedere a questo indirizzo con il torbrowser: http://xfmro77i3lixucja.onion/
 
Continuiamo con la rubrica "cosa fanno gli hacker in quarantena" con un audio registrato da un compagno di firenze.
In chiusura commentiamo su un articolo sull'uso fatto dei "big" data nella lotta al coronavirus in Veneto.

UE & copyright: colpirne 100 per non tassarne uno

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Il 26 marzo il parlamento europeo ha approvato la direttiva sul copyright di cui avevamo già parlato nel 2018. Rispetto alla proposta di legge fatta ormai quasi un anno fa ci sono state alcune modifiche che non cambiano la sostanza della legge: ad esempio è stata fatta una eccezione piuttosto esplicita per le enciclopedie online, rispondendo quindi alla protesta di Wikipedia.

La legge renderà il link con "snippet" oggetto di copyright: d'ora in poi, dunque, per mettere un link che abbia anche due righe di contenuto ci sarà bisogno di un accordo commerciale con il produttore. Anche se la legge mira sostanzialmente a Google News e altri grandi aggregatori di notizie, viene fatta distinzione solamente per soggetti di ricerca o non commerciali, o economicamente irrilevanti. Tutti gli altri ne saranno invece soggetti, e dovranno quindi evitare l'uso di snippet nel loro sito, se non vogliono dover pagare dei diritti agli editori.

Altro punto importante della legge è lo spostamento dell'onere di verifica del rispetto del copyright ai siti che ospitano contenuti prodotti dagli utenti: se fino ad oggi la responsabilità di questi era appunto solo degli utenti che li caricavano, viene ora richiesto alle piattaforme (grandi o piccole che siano) di controllare cosa gli utenti caricano ed eventualmente bloccarlo. Questo richiederà la creazione dei cosiddetti upload filter, ovvero software (anche piuttosto complessi) preposti a determinare se un dato contenuto è in violazione del copyright. Come si intuisce, questo compito è difficilissimo, e con ogni probabilità verrà attuato con un gran numero di falsi positivi.

Facciamo delle considerazioni sulla legge, e anche sulle mancanze che riscontriamo nell'opposizione che è stata fatta.

Come si vede? (parte 3)

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Continuiamo il ciclo sul file sharing: questa volta parliamo di eMule e di BitTorrent. Se il primo punta l'accento su un sistema distribuito, resiliente e semplice da usare, il secondo si focalizza sulla qualità del materiale scaricato, a discapito della quantità e della facilità di ricerca.

Vediamo da dove nasce il problema dei fake file e i tentativi per arginarlo, e quali tendenze indica sull'allora futuro (che poi è il nostro presente!)

Come si sente la musica?

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Iniziamo un nuovo ciclo di puntate dedicato ai sistemi che utilizziamo per cercare musica, film, libri e quant altro in modo più o meno lecito. Questa puntata introduttiva cerca di esporre i temi principali (differenze tecniche, relazioni sociali e di mercato sottostanti, retoriche dominanti...)

E noi a Gino lo copiamo!

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Prima sentenza favorevole per le piattaforme che mettono link a contenuti coperti da copyright.

Gli ISP (Fornitori di Internet) statunitensi potranno rivendere i dati di navigazione dei loro utenti grazie a un provvedimento del parlamento USA.

L'8 Aprile al Forte ci sarà un dibattito sulle radio pirata: ci vediamo in sala da thè alle 19:30.

Wikileaks ha rilasciato un'altra parte dei documenti riservati della CIA, facenti parte del leak denominato Vault 7. Questa volta compaiono strumenti per il depistaggio, in grado di creare programmi con commenti in altre lingue (russo, farsi, cinese...) che possano suggerire un'attribuzione erronea.

ph{ishing,zine} | github ToS | smart cities

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In occasione del prehackmeeting è stato presentato il numero 00 di una nuova e-zine, PHZine. Dategli un'occhiata!

github, un popolare servizio commerciale che ospita software, ha cambiato i suoi termini d'uso imponendo alcuni termini di licenza al software ospitato. Cogliamo l'occasione per parlare di licenze, "libertà" e termini di servizio dei siti commerciali. Vedi anche la discussione sulla lista di ninux.

Espiv.net, un collettivo che offre servizi internet autogestiti, ha subìto un attacco di phishing: cos'è? come ci si difende?

Il G7 di Taormina avrà tra i suoi argomenti principali le smart cities. Torneremo a parlarne!