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lotte

Mobilitazione Nazionale RSA/RSD

Data di trasmissione
Durata 27m 22s

Con una compagna in collegamento telefonico, ricostruiamo la situazione nelle Rsa/Rsd e le condizioni di isolamento e privazione della socialità e degli affetti imposta dall'inizio del periodo Covid a chi si trova a vivere in queste istituzioni totali. Lanciamo, inoltre, la Giornata Nazionale di Mobilitazione sulle RSA/RSD che si terrà il 30 marzo in varie città italiane. A Roma l'appuntamento è alle 14:30 al Ministero della Salute – Lungotevere Ripa, 1. A seguire il testo dell'appello:

30 MARZO 2022 ore 14:30
Giornata Nazionale di Mobilitazione sulle RSA/RSD
Roma - Ministero della Salute – Lungotevere Ripa, 1
Davanti alle Prefetture di: Torino, Milano, Firenze
 
Siamo anziani e persone disabili. Siamo madri, padri, nonni, zie, sorelle, fratelli e figli. Siamo parte della fetta di popolazione più vulnerabile di questo paese perché molti di noi sono affetti da gravi malattie o provengono da situazioni di grave disagio socio-economico;
Sono due anni che non è ci è permesso di uscire dalle strutture sanitarie in cui ci troviamo(RSA/RSD); molti di noi non possono neanche uscire dalle loro stanze;
Ci hanno allontanato dai nostri cari, dai nostri affetti; per tanti di noi le visite sono ancora del tutto vietate o comunque ostacolate in qualsiasi modo dalle scelte scellerate delle dirigenze delle strutture;
Quando, con molte difficoltà le visite avvengono, le modalità in cui si svolgono sono DISUMANE concesse solo in modalità "colloquio a tempo", possiamo vedere i nostri cari solo attraverso dei vetri, tra noi e loro vengono interposti dei tavoli, della plastica, non possiamo abbracciarli, non possiamo stringere le loro mani, spesso c’è un’infermiera che ci piantona per controllare che non ci sia alcun contatto. “La stanza degli abbracci”, al di là di ogni retorica, è una stanza delle torture. Ci sentiamo in carcere senza aver commesso alcun reato;
I nostri cari, gli affetti, sono la parte fondamentale della nostra vita; sono parte determinante del nostro benessere; il contatto fisico, l’Amore è la cura più potente che dovremmo avere a nostra disposizione è ciò che da significato alle nostre vite, alla nostra identità;
Apprendiamo dalla televisione che tutto il paese riapre, si torna alla normalità, mentre per noi la normalità sembra non poter tornare mai più;
Oltre alle visite dei familiari sono state soppresse le visite dei volontari che, per alcuni di noi, sono l’unico sostegno;
Sono state soppresse molte attività e licenziati molti operatori che prima ci proponevano delle attività ricreative; tutto il personale è in cronica carenza, costretto a carichi di lavoro eccessivi, sfruttati e ricattati;
Non permettono ai nostri cari di venire a trovarci nelle nostre stanze; non possiamo far vedere a nessuno alcune situazioni che per noi non rispettano la nostra dignità e la nostra cura perché non permettono ad altri occhi di vedere, di controllare per il nostro bene;
Molti di noi si sono già lasciati morire perché non hanno retto ai traumi inflitti;
Per “proteggerci”, ci stanno uccidendo, permettendo alle dirigenze sanitarie di gestire arbitrariamente i nostri corpi come contenitori vuoti, senza tener conto che abbiamo affetti, identità, emozioni e anime che vorremmo fossero considerate e rispettate;
CHIEDIAMO
A TUTTA LA SOCIETÀ CIVILE DI NON CHIUDERE GLI OCCHI SULLA NOSTRA SOFFERENZA E SUI NOSTRI DIRITTI UMANI COMPLETAMENTE CALPESTATI.
CHIEDIAMO
A TUTTE LE ISTITUZIONI DI FAR TORNARE LA NORMALITÀ DELLE VISITE NELLE STRUTTURE DOVE SIAMO SEGREGATI DA DUE ANNI COME SE FOSSIMO IN CARCERE.
Al Ministero della Salute chiediamo di approvare entro 15 giorni un nuovo decreto per:
- togliere IMMEDIATAMENTE la discrezionalità dei dirigenti delle strutture residenziali socio-sanitarie, che dipendono dai Gestori privati e la stanno usando da oltre un anno solo per allontanare i nostri cari e, quindi, per non avere altri occhi che vedono all’interno delle strutture;
- garantire SUBITO le visite tutti i giorni senza prenotazione, gli accessi alle stanze, le uscite; si torni a prevedere le visite per tutti anche con il tampone gratuito senza distinzione alcuna tra parenti, perché se siamo anziani malati, specie se con demenza, da troppi mesi siamo lasciati senza il conforto dei familiari e dei volontari; ci siamo ammalati di Covid, anche se la struttura era chiusa alle visite dei parenti;
Alle Regioni chiediamo di:
- garantire attraverso la vigilanza delle Asl che le strutture socio-sanitarie accreditate rispettino gli standard del personale previsto nell’accreditamento, condizione indispensabile per permettere l’accesso ai familiari, volontari, amici e conoscenti con orari liberi e tutti i giorni, nel rispetto delle attività della struttura;
- aprire subito un tavolo di confronto Stato-Regioni con le parti interessate, comprese le associazioni di tutela dei diritti dei malati non autosufficienti e rappresentanti di comitati di familiari ricoverati, per definire una nuova riorganizzazione delle cure sanitarie e socio-sanitarie, per mettere il personale in condizione di prendersi cura della nostra salute psico-fisica e prevedere anche la partecipazione di comitati civici all’interno delle strutture (familiari, volontari, cittadini).
La responsabilità di come siamo curati e trattati è del Ministro della Salute e degli Assessori alla Sanità; non siamo né clienti, né ospiti di alberghi, ma anziani, malati, persone con disabilità, non autosufficienti, non possiamo difenderci e per giunta paghiamo anche una parte delle cure. Abbiamo diritto alle cure in base alla legge e agli affetti, perché sono diritti umani.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, non ci può trattare come “scarti” della sanità e della società e metterci nelle mani dei gestori privati, sempre più spesso multinazionali, che vincono le gare sulla base dell’offerta al ribasso. Ribasso che pagano i lavoratori e le lavoratrici e di conseguenza noi sulla nostra pelle.
CHE SIA PRIMAVERA ANCHE PER NOI, LIBERATECI!
 
Promuovono: Coordinamento per il Diritto alla Sanità delle Persone anziane malate e non autosufficienti (CDSA) - Comitato di lotta RSA/RSD Roma - Comitato Nazionale Anchise - Comitato Parenti RSA Torino - DIxDI - Cub Sanità Nazionale - Focus Demenza Diritti Dignità - Medicina Democratica - Forum per il Diritto alla Salute - Ass.ne Angeli Custodi - Comitato Diritti per Disabilità Massa Carrara - Associazione Umana OdV Perugia -Comitatofamigliersa.rsd -Famiglie Unite- Confederazione Cobas - Movimento Rivoluzione Umana - Associazione Adina Firenze – Associazione D.I.A.N.A. Onlus
Sostengono: Fairwatch - Attac Italia - Rifondazione Comunista Lombardia -
 
Per seguire la mobilitazione e per contatti: https://www.facebook.com/events/1313202842482128

allegro con fuoco trx del 7 agosto, Canti migranti di lavoro e di lotta

Data di trasmissione
Durata 1h 9m 8s

Siamo oggi in compagnia negli studi di onda rossa con Umberto e Cecilia che presentano il loro cd dal titolo "Canti migranti, di lavoro e lotta" una produzione fuori dal tempo e adatta ad ogni tempo che ci riporta alla realtà in cui viviamo tutti i giorni una musica decisa che colpisce con ritmi e parole semplici ma calzanti e che ci siamo presi il permesso di accostare ad Hanns Eisler e alla sua produzione musicale dedicata alla classe lavoratrice.

2 marzo: corteo contro padroni e stato di polizia

Data di trasmissione
Durata 11m 47s

ADESSO BASTA!
IL SILENZIO È COMPLICITÀ

CORTEO CONTRO PADRONI
E STATO DI POLIZIA

A partire dalla forte risposta di chi ha resistito allo sgombero dell’Asilo occupato di Torino e dalla estesa solidarietà di fronte agli arresti, crediamo si debba far risuonare nelle nostre strade, quelle che calpestiamo ogni giorno, una voce chiara e decisa contro il governo.

La guerra ai poveri, l’inasprimento dei sistemi di sorveglianza, le retate e i controlli in strada sono quotidiani e incessanti.
La popolazione immigrata viene criminalizzata e isolata nei centri di accoglienza, nei ghetti, nei lager per il rimpatrio (C.P.R.). Senza dimenticare tutte le persone morte in mare o in montagna nel tentativo di varcare una linea immaginaria detta confine.
Il lavoro diventa sempre più precario e con paghe da fame, e gli affitti sempre più alti.
Di pari passo è in corso un feroce attacco a tutte le occupazioni nel tentativo di annientare ogni forma di autonomia e autogestione.
Le “grandi opere” e le nocività devastano, inquinano e deturpano intere aree geografiche facendo arricchire imprese di costruzioni e multinazionali, lasciando sul territorio solo macerie.

Difendiamo chi viene colpito perché si ribella a questo stato di cose, come a Cosenza, Milano, Firenze, Roma, Torino e Trento.

Se non ci interessiamo alla realtà presto sarà lei a interessarsi di noi, ed ha già il volto di un gendarme. Reagire ora è possibile e necessario. Sappiamo che siamo tutti/e sotto attacco e ovunque dobbiamo organizzarci per rispondere.

L’unico modo per sconfiggere la paura e la rassegnazione è riprenderci collettivamente le strade in cui viviamo. Lo faremo tutti/e insieme in corteo, uniti/e e determinati/e!

Siamo nemiche e nemici di questo governo, di ogni governo.
E scommettiamo di non essere i/le soli/e.
ROMA
SABATO 2 MARZO – ORE 17:00
CORTEO
CONCENTRAMENTO A LARGO PRENESTE

Le lotte dei migranti chiudono i CIE di Bari Palese e Crotone

Data di trasmissione
Durata 13m 21s

Attraverso le voci delle persone recluse nel CIE di Pian del Lago (Caltanissetta), sentiamo i racconti delle rivolte che hanno portato alla chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione di Bari Palese e Isola Capo Rizzuto (Crotone).
La registrazione è stata pubblicata qui e poi ascoltata dalle nostre frequenze con un commento riguardo la situazione nei CIE ancora funzionanti.
 

La Parentesi del 7/10/2015 "Mai contro sole"

Data di trasmissione
Durata 6m 22s
“Mai contro sole”

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/10/08/la-parentesi-di-elisabetta-del-7102015/

Immagine rimossa.

Quando si decide di intraprendere una lotta, il primo problema che ci si dovrebbe porre è il riconoscimento del nemico.

Non è questione da poco o da sottovalutare altrimenti rischiamo di combattere “contro sole” e, non vedere chi abbiamo di fronte, significa perdere in partenza.

Lo abbiamo già detto tante volte, siamo calate nella fase imperialista del capitalismo, nella sua fase che tende al monopolio. Il neoliberismo non è altro che il punto a cui è arrivato il capitale nel suo processo autoespansivo, è una vera e propria scelta ideologica e non il prodotto di un momento di crisi. O meglio, la crisi c’è ma è per tutti quelli attaccati dalle politiche neoliberiste, siano strati sociali o Stati, qui o nel terzo mondo, e nulla di quello che succede è il prodotto di una difficoltà del capitale, bensì di una precisa scelta.

Stiamo assistendo ad un lotta spietata senza esclusione di colpi per la ridefinizione dei rapporti di forza tra le multinazionali e gli Stati e con gli oppressi tutti.

Ma il neoliberismo è un prodotto ideologico statunitense che, testato nel Cile di Pinochet, attraverso l’Inghilterra è arrivato fino a noi in Europa.

Sono proprio gli Stati Uniti ad avere la pretesa egemonica  e a porsi come Stato del capitale.

Dire questo non significa fare dell’antiamericanismo, ma leggere gli avvenimenti che scorrono davanti ai nostri occhi per quello che sono, un attacco a tutto campo da parte degli Usa a tutti coloro che sono asimmetrici agli interessi statunitensi, un passo dopo l’altro, dalla Jugoslavia, all’Iraq, passando per l’Afghanistan, dalla Libia alla Siria o che possono essere funzionali al progetto espansivo come per l’Ucraina. Il progetto di dominio e di controllo mondiale degli Usa cammina senza soste e non riconosce neppure alleati, ma solo vassalli. E’ chiaro che essendo la fase imperialista, anche gli altri paesi sono imperialisti. L’Europa stessa avrebbe delle pretese di imporsi come polo imperialista autonomo dagli Usa, dato che i suoi interessi non sono sempre coincidenti, ma non ne ha né la possibilità, né la forza, soprattutto militare. Una potenza economica come la Germania è “occupata” dalle basi statunitensi e, infatti, non riesce a sottrarsi alle sanzioni nei confronti della Russia che la danneggiano fortemente. Il TTIP è emblematico dell’attacco sferrato dagli Usa all’Unione Europea.

Annacquare il discorso politico in un generico antimperialismo, significa non riconoscere il nemico e, quindi, sottovalutare l’importanza delle mobilitazioni contro la Nato, vero e proprio esercito di aggressione e danzare sopra una polveriera.

Ma, non riconoscere il nemico esterno, non permette neppure di riconoscere il nemico interno.

E’ il PD, nelle sue varie accezioni, ad aver naturalizzato e a naturalizzare il neoliberismo nel nostro paese e a rappresentare gli interessi delle multinazionali anglo-americane qui da noi e ad aver trasformato l’Italia in un governatorato. Ma il riconoscimento del nemico non avviene per posizioni ideologiche o preconcette, avviene solo e soltanto dall’analisi delle scelte e dei comportamenti politici. La socialdemocrazia si è trasformata in destra moderna e usando un lessico, parole, segni, segnali e modalità della sinistra è riuscita a naturalizzare il neoliberismo, un passo dopo l’altro, una “così detta riforma” dopo l’altra, fino all’attuale dilagare del governo Renzi, tra l’altro illegittimo, ma che rappresenta solo l’ultimo atto di un lungo percorso. La destra tradizionale è, in questo gioco, assolutamente perdente, attardata su modalità politiche, queste sì, della vecchia DC, dei contributi statali a pioggia, delle commesse nel sud, dei rapporti con la mafia…..a tutela degli interessi di una borghesia nazionale  destinata alla sconfitta dalla nuova iper-borghesia o borghesia transnazionale o borghesia imperialista che dir si voglia.

L’iper-borghesia sta ridefinendo gli assetti anche all’interno di quella che era l’ossatura della borghesia e in questa ridefinizione dei rapporti all’interno della classe ha buttato a mare la piccola e media borghesia, i piccoli imprenditori, i professionisti, gli insegnanti, il ceto medio nelle sue varie configurazioni.

Il traballante e strumentale stato sociale keynesiano, strumentale perché scelto, in verità, in funzione anticomunista, con riferimento non solo all’Unione Sovietica, ma ad un immaginario che attraversava  le classi subalterne, è venuto meno. E’ stato chiuso in maniera drastica e unilaterale ogni spazio di contrattazione.

Ma c’è l’impressione netta che le lotte che vengono messe in atto per contrapporsi al neoliberismo dilagante appartengano ancora ad una configurazione sociale keynesiana che non esiste più: gli scioperi, le proteste, le manifestazioni, i presidi….sono tutte forme di lotta che presuppongono un interlocutore. Ma l’interlocutore non c’è più, c’è solo un nemico.

E se il patto sociale è rotto, perché è rotto, e, purtroppo non l’abbiamo rotto noi, allora nessuno, ma proprio nessuno deve più nulla a questo Stato: nessuna tassa, nessun ticket, nessuna bolletta, nessuna multa, nessun biglietto…..nulla di nulla è più dovuto a nessun titolo.

Le lotte territoriali sono importanti, partire dai bisogni e dalle esigenze altrettanto, ma non basta, bisogna riuscire a parlare a tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi, cogliere  e raccogliere quelle istanze che li attraversano e trasformarle in lotta di classe.

Ma qualsiasi lotta porteremo avanti non ci dovremo mai dimenticare chi è il nemico esterno, chi è il nemico interno e qual è l’obiettivo: uscire da questa società.

CIE di Torino, Ponte Galeria e Bari Palese: aggiornamenti e presidi solidali

Data di trasmissione
Durata 9m
Durata 10m 44s
Durata 12m 31s

Nella puntata di venerdì 28 agosto abbiamo scelto di aggiornare riguardo la situazione nei Centri di Identificazione ed Espulsione di Torino, Roma e Bari.



La prima corrispondenza è con una compagna di Torino che ci aggiorna riguardo la conclusione dello sciopero della fame che diverse persone recluse hanno scelto di portare avanti per conquistarsi la libertà.
Con lei discutiamo riguardo la ristrutturazione del CIE di Corso Brunelleschi e diamo aggiornamenti riguardo le misure restrittive in cui si trovano alcuni compagni e compagne impegnate nella lotta contro la macchina delle espulsioni.
 


La seconda corrispondenza è con un recluso del CIE di Ponte Galeria a Roma, in vista del presidio solidale che si terrà sabato 5 settembre. Con lui veniamo a sapere del tentativo di fare la corda di un recluso che ha alcuni problemi di salute. Solo grazie all'intervento dei compagni di prigionia il ragazzo non ha perso la vita.
La persona con cui parliamo ci legge un testo da lui scritto ed intitolato "Cronaca di un'ordinaria disperazione", per raccontare a tutti e tutte la situazione nel centro, le condizioni di prigionia e le resistenze quotidiane.
 


La terza ed ultima corrispondenza è con un compagno impegnato nell'organizzazione di un presidio solidale che si terrà sabato 29 agosto davanti il CIE di Bari Palese. Grazie a questa corrispondenza continuiamo a parlare della situazione dentro il CIE e dei tentacoli della "Connecting People", ente gestore che da anni fa business sull'internamento delle persone migranti.