Concludiamo il ciclo di trasmissioni su Woke e Cancel Culture con una puntata a microfoni aperti. Presentiamo delle interviste raccolte durante iniziative di movimento e diamo voce a tante persone che ci dicono la loro sul rapporto tra arte, spazio pubblico, colonialismo, libertà di espressione, priorità delle lotte, vittimismo e molto altro.
Quinta puntata del ciclo su woke e cancel culture "Non si può più dire niente"
Nella puntata di oggi parliamo di decolonialità e di come le retoriche su woke e cancel culture non siano altro che un ulteriore modo per preservare razzismo sistemico e suprematismo bianco.
Ne parliamo con: Rachele Borghi, professora di Geografia all’Università Sorbona di Parigi, geografa queer, pornosecchiona transfemminista e autrice del libro Decolonialità e privilegio. Pratiche femministe e critica al sistema-mondo (Meltemi, 2020); con un'esponente dell'associazione culturale e sportiva Questa è Roma e con Mary Valeriano, una delle mediatrici del Progetto Amir di Firenze.
I testi citati durante la puntata sono: Maranza di tutto il mondo, unitevi! Per un'alleanza dei barbari nelle periferie di Houria Bouteldja (Derive e Approdi, 2024) e Il manuale della femminista guastafeste di Sara Ahmed (Fandango, 2024)
- Quarta puntata: Esiste un'egemonia culturale woke? qui
Il gran finale del ciclo sarà uno spazio a microfoni aperti in cui ci confronteremo con voi sui temi trattati nei redazionali e su come woke e cancel culture riguardino da vicino anche noi e le nostre collettività. L'appuntamento è per sabato 15 marzo h 11:00
Nella quarta puntata del ciclo Non si può più dire niente abbiamo affronato il tema del mondo culturale in relazione a woke e cancel culture andando a esaminare l'accusa ricorrente di un'egemonia culturale che intenderebbe cancellare la cultura e la storia. Abbiamo parlato di studio dei classici con Alice Burgno, autrice di Tutte storie di maschi bianchi morti, di monumenti messi in discussione o abbattuti con Lisa Parola autrice di Giù i monumenti? Una questione aperta, di accademia Usa e in particolare dei decreti esecutivi trumpiani sulla ricerca e di università e scuola italiane. Abbiamo così verificato che la censura viene dall'alto è bianca, maschia, eterosessuale e ricca.
Il ciclo Non si può più dire niente torna giovedì 6 marzo, ore 18.15 trattando le tematiche del suprematismo bianco, del razzismo, della decolonialità.
La terza puntata del ciclo è dedicata a riflessioni su una delle critiche contro la cosiddetta cultura woke, ossia che sarebbe sostenuta da larghi settori del capitalismo. In particolare ci occupiamo dei magnati della Silicon Valley e di come negli ultimi mesi, in concomitanza con le elezioni, Usa hanno cambiato retoriche e politiche.
Durante la puntata approfondiamo le analisi che Carl Rodhes propone in "Capitalismo woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia".
Seconda puntata del ciclo di redazionali su woke culture, politicamente corretto e cancel culture. Oggi ci concentriamo sull'intreccio tra questi temi e genere e linguaggio. Parliamo dello spauracchio dell'ideologia gender e di come la saldatura tra destre, ultracattolicesimo e sedicenti progressist* abbia serie conseguenze sulle vite delle persone oppresse.
Lo facciamo con:
- Eugenia Mercuri, ricercatrice e co-autrice del volume "Cancel culture e ideologia gender", liberamente consultabile online
- Una delle voci più amate di ROR che conoscete per l'Orda d'oro: il miglior podcast italiano sull'Asia centrale
Prossima puntata di "Non so può più dire niente": 6 febbraio h 18:15 quando parleremo di "Capitalismo woke"
Prima puntata di un ciclo di trasmissioni su woke e cancel calture.
In questa trasmissione trattiamo del significato di queste espressioni, di come sono nate e come sono state assunte prima da movimenti sociali poi deturnate dalle destre.Incrociamo anche il concetto di politically correct, infine passiamo dagli Usa all'Italia per vedere come sono arrivati questi dibattiti nel nostro paese.
La prossima puntata sarà giovedì 16 gennaio, alle ore 18.15