asilo occupato

Torino: inizia il processo per l'Operazione Scintilla

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Durata 30m 30s

Si è aperto ieri il processo contro 18 compagni e compagne imputate nell'Operazione Scintilla.
Lo sgombero dell'Asilo Occupato, gli arresti e l'inchiesta per la lotta contro i Centri di espulsione risalgono al 7 febbraio 2019.
Con una compagna ripercorriamo i giorni di conflitto e il clima in città, i particolari dell'inchiesta e la lotta contro i CPR.
Per domani, 9 ottobre, è previsto un presidio davanti le mura del CPR di Corso Brunelleschi a Torino.

Corteo Torino in risposta allo sgombero dell'Asilo Occupato

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Oggi a Torino si svolge un corteo in risposta allo sgombero dell'Asilo occupato e in solidarietà con le e gli arrestati.

Sono stati previsti cinque punti di pre-concentramento per recarsi a Porta Nuova e partecipare alla manifestazione. 

Questo l'appello del corteo:

Governanti e padroni tentano di soffocarci  attraverso una normalità fatta di guerre, militarizzazione delle città, condizioni di sfruttamento sempre più dure, caccia agli immigrati e odio fra poveri. 

Vogliono togliere di mezzo chi cerca di contrastare il continuo inasprimento delle condizioni di vita e chi tenta di sovvertire quest'ordine sociale come nel caso dei 13 compagni arrestati delllo scorso febbraio.

C'è chi continua a resistere e a lottare.

SILVIA ANTONIO NICCO BEPPE POZA STECCO NICO AGNESE SASHA RUPERT GIULIO

TUTT* LIBER*

30 marzo a Torino - Contro sgomberi e repressione: BLOCCHIAMO LA CITTÀ

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Durata 37m 29s

Al telefono con due compagne di Torino vi raccontiamo il corteo previsto per il 30 marzo e le ultime settimane di lotta in città.

da Macerie

La normalità di questo mondo pare essere totalizzante, negli ultimi anni i processi economici e politici hanno concluso un’opera terribile iniziata con le navi dei commerci tra continenti e le ciminiere di Manchester.
Ogni sfera dell’esistenza umana e ogni pezzo di questo pianeta sono stati fagocitati e risputati come sostanza putrida, non c’è nessun punto dell’intero globo che non sia stato distrutto dalla bulimia sfrenata del capitalismo; non esiste più un pezzo di terra libero, né la possibilità di una vita dignitosa non piegata dalla schiavitù lavorativa per il profitto di un padrone spesso senza volto.
Non esiste altresì neppure la possibilità di sottrarsi, come qualcuno sostiene, adottando comportamenti virtuosi o di autosufficienza materiale in una vita da eremita: nel mondo devastato i liquami industriali e l’aria sporca arrivano ovunque e  proclamano una promessa di morte a cui lo Stato non accompagna più neppure la possibilità di curarsi poiché dopo aver messo fuori legge ogni conoscenza e pratica sul corpo che prescindesse dalla sua mano medica, ora chiude i rubinetti della sanità, lasciando a chi non può pagare esose visite private il peso di affrontare ogni malattia senza lamentarsi; nel mondo devastato non esiste un altrove al riparo da regolamenti edilizi, controlli di polizia e censimenti; nel mondo devastato non esiste un altrove in cui non arrivino le grida di uomini, donne e bambini che affogano in mare, che scappano dalla povertà, che vengono sfrattati e buttati in mezzo alla strada.

La stessa possibilità di immaginare e praticare un attacco che ci possa far respirare libertà, viene sempre più aggredita dagli apparati della repressione, sul piano materiale dal lavoro di polizia e magistratura e su quello simbolico dagli inneggiati valori di legalità e democrazia del mondo occidentale, entro i quali deve svolgersi un pacato dissenso, collaborante e partecipativo, pena lo spettro del terrorismo e di un terrificante caos sociale - per loro e per chi ha qualcosa da difendere in un mondo devastato. Chi non vuole sedersi al tavolo di trattative con istituzioni, banche ed enti caritatevoli può accomodarsi nelle patrie galere.
Quanto quest’ordine asfissiante entro cui si erige e raffina il controllo non sempre tenga, lo mostrano le esplosioni di rabbia e distruzione che nascono da un pieno di sopportazione e sfociano in ribellioni diffuse pur senza trovare una prospettiva.
In Italia è più che mai visibile questo sfacelo e dopo anni di ristrutturazione economica la guerra endemica per la sopravvivenza diventa palese, gli impoveriti sono aizzati contro i diseredati, i cittadini contro gli stranieri, chi ha rinunciato definitivamente alla propria libertà contro chi non si arrende: è il germe della guerra civile che cerca di uscir fuori dalle ceneri del conflitto sociale.
Un clima questo che è eredità dell’operato di ogni istituzione statale nazionale e delle tensioni predatorie del capitalismo globale. L’ultimo governo ha giovato elettoralmente di questa situazione canalizzando a proprio favore l’insofferenza di vaste fasce di popolazione: Movimento 5 Stelle e Lega hanno costruito in coro un orizzonte di disciplina al lavoro e repressione acuta, dal reddito di cittadinanza fino al pacchetto sicurezza. Senza troppe riflessioni analitiche si può affermare che insieme questi due partiti hanno costruito la maggior sproporzione di potere dell’Italia repubblicana tra governanti e governati, fornendo allo Stato la possibilità di intervenire con forza bieca in ogni situazione di crisi sociale o contro ogni tentativo di resistenza. Questo è il terreno in cui si muove la violenza statuale, che è pressoché unilaterale, dall’alto verso il basso, e ha come obiettivo quello di mantenere indisturbata questa direzione, di uccidere sul nascere qualsiasi lotta degli oppressi.
A Torino, città sull’orlo fisico della bancarotta nonostante tutti i tentativi di riconfigurare l’assetto monolitico e industriale dell’economia in uno di investimenti diffusi e turismo, ha preso il potere comunale proprio uno dei due partiti a capo del parlamento nazionale. Il M5S, attraverso il volto nuovo della alto-borghese Chiara Appendino, è salito in Sala Rossa grazie il voto elettorale delle periferie a cui ha promesso a gran voce e senza pudore crescita occupazionale e servizi sociali. “Basta opere inutili, solo welfare e rinascita!”, andavano dicendo. Non ci è voluto molto e l’illuso elettorato è tornato presto con i piedi a terra, in città non si riesce neppure a prenotare una visita medica e la maggior parte dei “torinesi” vive in spazi angusti spartendo salari precari e frustrazioni sicure. Si arranca come prima, peggio di prima. Dopo quasi tre anni, l’amministrazione comunale è a un passo dalla caduta e i risultati che sottolinea di aver raggiunto sono manco a dirlo quelli repressivi: lo sgombero dei rifugiati dalle palazzine dell’ex-Moi, lo sgombero dei campi rom e quello degli anarchici.
Non è un caso che quest’ultimo continui a preoccupare i politici cittadini e le autorità poliziesche. L’Asilo occupato era un posto in cui si provava con costanza a organizzarsi contro questo mondo di miseria e sfruttamento, e questo grande e ostinato coraggio è per lorsignori un esempio troppo pericoloso in questi tempi. Sono consapevoli infatti che hanno fatto seccare ogni prato, che ora vige il silenzio di questo deserto, ma sanno anche che la sterpaglia prende fuoco e che brucia velocemente.
Chiunque provi a essere scintilla deve essere spento, soffocato.
Così come hanno provato a soffocare la rabbia di sei compagni arrestati a Torino per la lotta contro il Cpr, così come hanno provato a soffocare la rabbia di sette compagni trentini accusati di terrorismo.
Così come provano a soffocare con la paura la tensione di chi nelle ultime settimane è sceso in strada a dare filo da torcere a chi decide e reprime.
In ballo oggi non c’è solo il destino di un asilo o di un gruppo di caparbi anarchici, il ballo oggi c’è il seme del coraggio, il seme che tutti coloro che vedono gli scempi di questo presente devono preservare come la cosa più cara.
Il 30 marzo a Torino bloccheremo la città per continuare a innaffiarlo.
Se un fiore nuovo nascerà dipende da noi.

Con Agnese, Silvia, Nicco, Antonio, Beppe, Stecco, Giulio, Poza, Nico, Rupert e Sasha nel cuore, per la libertà di tutti e tutte.

Torino: Devastazione e saccheggio per chi è solidale

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Durata 18m 43s

Con una compagna di radio blackout commentiamo quanto successo negli ultimi giorni a Torino: gli arresti per l'"operazione scintilla" che cerca di minare la lotta contro i CPR con l'accusa di associazione sovversiva (ma, al contrario di quanto dicono molti media, senza l'aggravante di terrorismo o altre aggravanti); lo sgombero dell'Asilo Occupato; il corteo di solidarietà e altri arresti con la pesante accusa di devastazione e saccheggio.

A fronte di una repressione e di dichiarazioni roboanti di tutte le istituzioni, tanta è stata la solidarietà  e la determinazione espresse durante le operazioni di sgombero, in corteo e nei presidi fuori dal carcere.

Qui potete trovare gli estremi a cui sottoscrivere per le spese legali e i contatti per scrivere a chi sta dentro.

Aggiornamento: l'udienza di convalida degli arresti per il corteo è stata rimandata a mercoledì 13 febbraio

Aggiornamento: tutti scarcerati con obbligo di firma gli accusati di devastazione e saccheggio; cadono le accuse più pesanti, rimane resistenza a pubblico ufficiale. Ascolta l'approfondimento su Radio Blackout.

Torino, sgomberato l'asilo occupato

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Durata 6m 15s

Sgomberato definitivamente l'Asilo occupato di Torino, questa mattina sono scesi dal tetto dell'edificio, dove hanno trascorso la notte, anche gli ultimi occupanti. Per il pomeriggio di sabato è stato indetto un corteo di protesta nel centro di Torino. Nel frattempo la città è militarizzata e la sindaca Appendino e il ministro Salvini fanno a gara a chi la spara più grossa

Torino: Arresti e Tentativi di Sgombero all'Asilo occupato

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Durata 4m 35s

Operazioni di sgombero questa mattina all'Asilo occupato, spazio sociale anarchico di Torino. Contemporaneamente 5 compagni sono stati arrestati con l'accusa di terrorismo per le campagne contro i centri di detenzione per migranti. Diversi compagni resistono sul tetto dell'Asilo mentre per strada si è formato un presidio che è stato caricato e accerchiato dalle forze dell'ordine.

Abbiamo contattato un compagno che ci ha aggiornato sulla situazione dal presidio.

Torino: irruzione in diversi spazi occupati e 6 arresti

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Durata 11m 14s

Alle 6.30 di questa mattina, diverse squadre di questura e Carabinieri in tenuta antisommossa, coordinate da Digos e ROS, hanno fatto irruzione all'Asilo Occupato di Torino, alle occupazioni di Corso Giulio Cesare e Borgo Dora e in due abitazioni. Il pretesto per questa operazione repressiva, che vede sei compagni/e tratti in arresto, sarebbe una zuffa avvenuta davanti all'Asilo lo scorso febbraio al termine di una serata; le accuse, molto gravi, sono di sequestro di persona, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Nel carcere delle Vallette sono stati portati Antonio di Lecce, Antonio Sardo, Camille, Fabiola, Fran e Giada, mentre si parla di un settimo arresto non confermato. 

Per aggiornamenti e scrivere ai compagni reclusi vai qui.

Abbiamo chiamato un compagno dell'Asilo occupato.

Torino: blitz all'Asilo occupato. 11 arresti, più di cento indagati

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Durata 11m 49s

Stamane all'alba la polizia ha fatto irruzione nell'Asilo Occupato a Torino, fermando chiunque vi si trovasse dentro. 11 arresti diretti verso il carcere, 6 sotto misure cautelari, e un centinaio di indagati nel movimento torinese. I reati contestati - tra cui spicca la "insurrezione armata" - fanno riferimento a episodi connessi alle lotte per la casa e, probabilmente, all'attivismo No Tav. Corrispondenza da Radio Blackout da Torino.