Maxi-processo Italpizza a Modena
Un compagno del SI Cobas di Modena ci spiega le ragioni dell'indizione dello sciopero provinciale a Modena lunedì 20 febbraio 2023, in concomitanza con l'apertura della nuova udienza del processo.
Di seguito il comunicato del SI Cobas.
Lunedì 20 febbraio si terrà una nuova udienza del maxi-processo Italpizza che vede coinvolti molti operai, sindacalisti e solidali. I primi 66 imputati (sui 120 complessivi)sono chiamati in tribunale per gli scioperi del 2018 e 2019.
Va ricordato che quel lungo ciclo di scioperi costrinse l’azienda a rinunciare all’uso illegittimo del CCNL Pulizie/Multiservizi, allo scioglimento delle cooperative in appalto e all’assunzione diretta della maggior parte delle lavoratrici e lavoratori: oggi gli operai di Italpizza hanno stipendi più dignitosi, un impiego non precario e hanno recuperato contributi, retribuzioni errate e TFR scomparsi con le precedenti cooperative.
Tutti fatti accertati anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dal Tribunale del Lavoro, dall’INPS e dall’Agenzia delle entrate, oltre che dalla stessa CGIL.
Della vertenza ricordiamo inoltre le ignobili ritorsioni contro le lavoratrici più combattive, trasferite, licenziate, mandate a spalare la neve sui tetti o umiliate dai capi-reparto con trattamenti degradanti.
Per fermare le mobilitazioni del sindacato S.I. Cobas la Questura di Modena impiegò durante 9 mesi un impressionante spiegamento di forze: ci furono decine di violente cariche, arresti, centinaia di candelotti al gas CS sparati sulla folla, fogli di via e denunce.
L’auto del nostro delegato venne data alle fiamme e molte automobili dei lavoratori vennero vandalizzate, senza contare l’uso da parte di Italpizza di picchiatori prezzolati (immortalati dalle telecamere della stessa polizia).
Non contenta Italpizza chiede agli stessi operai e al sindacato ben mezzo milione di euro di risarcimento per avergli “rovinato gli affari”.
Questo maxi-processo va mostrato per quello che è: da un lato si tratta del tentativo della Procura di giustificare lo sperpero di ingenti fondi e mezzi pubblici per difendere un’azienda che ancora oggi, nonostante la parziale regolarizzazione, sfrutta e umilia i lavoratori; dall’altro è la continuazione del disegno repressivo nazionale che punta alla messa al bando dei sindacati di base e delle realtà di lotta autorganizzate, a completo beneficio delle mafie, del sistema degli appalti e degli industriali senza scrupoli.
Ricordiamo che a Modena sono oltre 500 gli operai e i sindacalisti imputati per scioperi, numeri indegni di un paese che si definisce democratico. L’attacco portato avanti a Modena si colloca nel quadro del più generale processo di criminalizzazione delle lotte sociali, nel quale il governo Meloni punta ad inasprire i già pesanti dispositivi repressivi messi in campo dai precedenti governi, in primo luogo contro i lavoratori immigrati, e teso a schiacciare preventivamente ogni protesta contro il carovita, i bassi salari e i pesantissimi tagli alla spesa sociale operati in nome dell'”economia di guerra” e dell’aumento delle spese militari (si veda ad esempio la cancellazione del reddito di cittadinanza).
È quindi evidente che il maxi-processo in Italpizza non è un attacco solo al SI Cobas, bensì all’insieme dei lavoratori, dei disoccupati e degli sfruttati.
Ed è per questi motivi che abbiamo deciso di convocare uno sciopero generale provinciale per lunedì 20 febbraio: ci troveremo sotto la Prefettura di Modena alle 9:00, per poi muoverci in *corteo fino al Tribunale, in Corso Canalgrande.
La Modena dell’orgoglio e della dignità operaia è sotto processo.
E scende in piazza.
Modena, 15 febbraio 2023
Coordinamento Provinciale S.I. Cobas