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Udienza per il lavoro di Seif

Data di trasmissione
Durata 11m 27s

Corrispondenza con una compagna del Comitato contro la repressione delle lotte per la Palestina libera, sul presidio che si terrà il venerdì 22 novembre a piazzale Clodio, davanti ai Tribunale di Roma, a sostegno di Seif Bensouibat, di fronte all'inizio del processo per il suo licenziamento dal Liceo Chateaubriand come conseguenza di due post su un profilo Instagram chiuso dove Seif esprimeva la sua rabbia per il genocidio nella Striscia di Gaza. 

Venerdì 22 novembre alle 14 ci vediamo a piazzale Clodio davanti al Tribunale di Roma per sostenere Seif Bensouibat nell’ ennesima udienza di un lungo iter giudiziario. Seif è un educatore algerino che a causa delle sue idee è stato licenziato dal Liceo Chateaubriand dove lavorava, privato del permesso di soggiorno e infine prelevato dalla sua abitazione e trasferito nel CPR di Ponte Galeria. Tutto questo per aver espresso sui social le sue posizioni sul genocidio in corso in Palestina. 
Nei mesi scorsi, grazie alla mobilitazione di solidarietà, abbiamo ottenuto la liberazione di Seif dal CPR di Ponte Galeria. Nelle ultime settimane il Tribunale di Milano ha annullato la revoca della protezione internazionale come rifugiato politico in Italia. Adesso continuiamo a mobilitarci anche per il riconoscimento dei suoi diritti di lavoratore, abusati dalla direzione del Liceo Chateaubriand responsabile del suo licenziamento politico e complici della successiva persecuzione giudiziaria scaturita.
Venerdì 22 novembre alle 14 avrà inizio il processo relativo alla causa di lavoro per il suo licenziamento dal Liceo Chateaubriand. 
Facciamo appello a tutte e a tutti coloro che in questi mesi hanno partecipato alla solidarietà verso Seif ed in particolare alle organizzazioni sindacali a non voltarsi dall’altra parte. Volevano creare un precedente attraverso cui incutere timore in ogni lavoratore. Rispediamo definitivamente al mittente questo tentativo. Facciamolo con la forza della solidarietà!
Accettare che sui più deboli si abbatta la scure dell’ingiustizia e della discriminazione, significa perdere i propri diritti. Per questo dobbiamo lottare tutti uniti contro ogni forma di repressione. Difendere il personale scolastico, le giovani generazioni e la società intera dalla repressione del dissenso e della parola, significa difendere le nostre libertà e il diritto di esistere di tutte e tutti!