Nell'ultima puntata dell'anno di radio euskadi cerchiamo di fare il punto sulla situazione politica generale in Catalogna e nello Stato spagnolo, dove ancora non c'è certezza sulla formazione del governo nazionale e dove si assiste a una serie di riposizionamenti piuttosto interessanti all'interno della scena politica catalana
A pochi giorni dalle elezioni generali per il rinnovo del parlamento spagnolo continuano le mobilitazioni indipendentiste - e non solo - in Catalogna, in un'atmosfera sempre piuttosto pesante e con i riflettori dell'attenzione internazionale che sembrano essersi appannati, nonostante manifestazioni e proteste siano ancora quotidiane e partecipatissime.
Da Barcellona un compagno catalano cerca di fornirci un quadro generale della situazione, da Bologna un compagno italiano ci racconta le iniziative di solidarietà che si stanno organizzando in Italia.
Continua ad essere incandescente la situazione in Catalogna, in attesa delle prossime elezioni generali che si terranno il prossimo 10 novembre. I nostri corrispondenti ci raccontano l'atmosfera che si respira, lo sviluppo dei movimenti sociali e le relazioni politiche sempre più difficili tra centro e periferia.
Ancora una settimana di fuoco per la Catalogna, le mobilitazioni non accennano a fermarsi e l'atteggiamento delle forze di sicurezza continua ad essere violento e prevaricatore, decine i feriti, anche a causa dell'utilizzo delle famigerate pallottole di gomma.
Da Barcellona, il nostro corrispondente Rolando ci racconta le ultime novità riguardo le mobilitazioni, da Madrid, Jaime Pastor fa il punto sulle dimostrazioni di solidarietà arrivate dalla capitale dello Stato, dall'Italia il resoconto della manifestazione di solidarietà con la Catalogna che si è tenuta a Bologna sabato scorso.
Sciopero generale in Catalogna, indetto dopo cinque giorni di proteste in seguito alle condanne a lunghe pene detentive inflitte a diversi leader indipendentisti catalani. Barcellona e le principali città catalane sono bloccate e solcate da cortei affollatissimi, nonostante la violenta repressione da parte delle forze dell'ordine, spalleggiate da gruppi di militanti neofascisti.
Sul fronte politico, ieri il presidente della Generalitat ha annunciato l'intenzione di indire un altro referendum sull'indipendenza. Da Barcellona, il nostro corrispondente Victor ci racconta come la città si stia preparando alla grande manifestazione prevista per oggi pomeriggio.
Dopo le pene draconiane inflitte dalla magistratura spagnola ai dirigenti indipendentisti catalani la Catalogna è scesa in piazza: cortei, blocchi stradali, aeroporto di Barcellona paralizzato e attacchi indiscriminati delle forze di polizia, che continuano ad usare le letali pallottole di gomma (ieri almeno un manifestante ha perso un occhio). Manifestazioni anche in tutta Europa, a Roma da due giorni presidi si svolgono sotto le sedi diplomatiche spagnole
A due anni dallo storico referendum sull'autodeterminazione, la situazione in Catalogna continua ad essere ben lontana dalla normalizzazione. Ne parliamo con un giornalista e militante italiano e con un rappresentante della CUP catalana
Come ogni anno, lo scorso 11 settembre Barcellona è scesa in piazza per la Diada, la festa nazionale che ricorda la caduta della capitale catalana nelle mani dei Borbone l'11 settembre del 1714. Oltre 700.000 persone sono scese in piazza, con una cospicua presenza della sinistra indipendentista, per continuare a chiedere la liberazione delle e dei prigionieri politici e degli esiliati e per il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione.
Sullo sfondo, le consultazioni del leader socialista Pedro Sanchez per formare un governo nazionale, che però rimane ancora lontano (e potrebbe invece avvicinarsi l'indizione di nuove elezioni) e gli aggiornamenti sulla coalizione che governa la città di Barcellona, con i socialisti locali che sembrano avere decisamente in mano il pallino.
Con Luigi Foffani, docente presso la facoltà di giurisprudenza dell'università di Modena e Reggio Emilia, facciamo il punto sul processo ai dirigenti indipendentisti catalani, che in questi giorni sta entrando nel vivo.
Il punto settimanale sulla situazione in Catalogna e nello Stato spagnolo: prosegue il processo agli indipendentisti e si avvicinano le elezioni generali convocate per aprile. Nel frattempo, il re si offende per una vicenda di mancati omaggi da parte delle autorità catalane nel corso della sua visita al Mobile world congress di Barcellona