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genova 2001

G8: domani processo ai "cinque"

Data di trasmissione
Durata 9m 5s

Domani si apre il processo d'appello ai 5 accusati di  devastazione e saccheggio per i fatti di Genova 2001, come stabilito dalla corte di Cassazione nel luglio 2012. I giudici valuteranno se gli imputati siano stati o meno suggestionati dalla "folla in tumulto" durante le giornate del G8, usufruendo in tal caso di uno sconto di pena. Condanne in ogni caso pesanti e che rivelano il loro carattere di esemplarità, in special modo se si pensa a quelle inflitte a Marina, Alberto, Francesco che già da tempo si trovano in carcere.

24 maggio convegno su libertà di conflitto

Data di trasmissione
Durata 7m 48s
Durata 11m 13s

Intervista con Italo di Sabato di Osservatorio sulla repressione e con Giovanni Russo Spena sul convegno che si terrà venerdi 24 maggio al Teatro Valle occupato sulla libertà di conflitto alle ore 17.30. 17.000 sono i procedimenti aperti contro le lotte mentre si vogliono inasprire le pene per blocco stradale equiparato al sequestro di persona e occupazione per scopo abitativo. 

Russo Spena è anche avvocato di alcuni teramani accusati per il 15 ottobre di devastazione e saccheggio reato fascista usato contro gli oppositori politici. 

Massacro alla Diaz, g8 2001: risarcimento per Mark Covell

Data di trasmissione
Durata 9m 15s

Il giornalista inglese Mark Covell, massacrato e ridotto in fin di vita nel luglio del 2001 all'esterno della Diaz, ha ottenuto un risarcimento da parte dello stato italiano.  Mark ha dichiarato di voler andare avanti, affinchè siano riconosciute le responsabilità di tutte le violenze commesse nei confronti delle 93 persone della Diaz e di Bolzaneto.

Ne parliamo con il suo avvocato. 

Durata: 9'15''

Chi devasta e saccheggia? Solidarietà a Marina, Alberto, Francesco

Data di trasmissione

 

Dieci, nessun@, trecentomila

G8 Genova 2001, non è finita

Venerdì 13 Luglio 2012: a 10 manifestanti ancora sotto processo la
Corte di Cassazione ha confermato il reato di "devastazione e
saccheggio", tragica eredità del fascista Codice Rocco.

Per 2 di queste persone, ad 11 anni di distanza dai fatti
contestati, si sono aperte le porte del carcere.

Il reato di "devastazione e saccheggio" prevede una pena tra gli 8 e
i 15 anni.
Questo vuol dire che danneggiare degli immobili viene ritenuto di una
gravità quasi alla stregua di un omicidio preterintenzionale.
E' come se dare un calcio alla vetrina di una banca equivalesse ad
uccidere una persona.

Dal dopoguerra ad oggi, il reato di "devastazione e saccheggio" è
stato utilizzato in 20 occasioni, 11 delle quali dopo l'anno 2000.
Contro questa sproporzionata mostruosità giuridica è stata lanciata
la campagna http://www.10x100.it/, che in poco più di un mese ha
raccolto quasi 30 mila firme.

Uno dei condannati è Alberto, storico compagno della redazione di Radio Onda Rossa.
 

Per mandare lettere e telegrammi o anche soldi:

 

Marina Cugnaschi c/o Seconda Casa Di Reclusione Di Milano – Bollate - Via Cristina Belgioioso 120 - 20157 Milano (MI)

 

Per Fagiolino

Alberto Funaro c/o Casa di reclusione di Rebibbia - Via Bartolo Longo 72 - 00156 Roma
 

Per Gimmy:
Francesco Puglisi - Casa Circondariale di Roma Rebibbia - G9 – cella 12 – piano 2 – sezione A - Nuovo Complesso in Via Raffaele Majetti, 70 - 00156 Roma

Genova non è finita: intervista ad uno degli imputati

Data di trasmissione
Durata 18m 1s
Durata 14m 14s

Ospite ai nostri microfoni, per raccontare la sua storia, uno dei dieci imputati del processo per devastazione e saccheggio, la cui sentenza sarà pronunciata il prossimo 13 luglio dalla Corte di Cassazione.

 

Durata 1° audio: 18':01''

Durata 2° audio: 14:14''

 

Per info sulla campagna 10x100, Genova non è finita:

http://www.10x100.it/

 

 

 

 

Costruire il nemico, criminalizzazione degli indesiderati, da Genova 2001 ad oggi

Data di trasmissione
Durata 1h 35m 45s

Dibattito a Piazza dell'Immacolta, S.Lorenzo, 3 Luglio 2012, h. 19,30

 

Nel luglio del 2001 ci recammo a Genova in 300 mila per gridare ai potenti del G8 “un altro mondo è possibile”. Un mondo dove le scelte politiche non fossero dettate dalle banche e dagli speculatori e dove la voce dei molti non fosse zittita dall’arroganza dei pochi. Da una parte c’era il “movimento dei movimenti”, la più imponente ondata di mobilitazione collettiva – a livello mondiale, peraltro – dalla fine degli anni Settanta, la cifra distintiva della pluralità ne costituiva la forza e l’imponenza. Dall’altra i governi e il Potere economico, che a Genova trovarono il teatro ideale per la rappresentazione della tragedia, il cui finale doveva essere uno e uno solo: fare degli anni a venire un deserto dell’ opposizione sociale, per dare libero sfogo alla globalizzazione selvaggia, al neoliberismo rampante, alla finanza da rapina.

Dopo 11 anni da quelle giornate e in vista delle sentenze che andranno a chiudere i processi genovesi, vorremmo leggere quel G8 come un primo esperimento, un vero e proprio laboratorio del controllo della conflittualità sociale.

In questi 11 anni, in Italia e non solo, i governi hanno dato vita ad una sperimentazione continua degli apparati di controllo, costituita dal connubio indissolubile tra la le misure repressive attuate nelle piazze e i sottili meccanismi preventivi e punitivi che colpiscono determinate “categorie di persone” indesiderate. Un filo rosso che passa per i dispositivi penali rispolverati dai tempi bui della storia del nostro paese, come il reato di devastazione e saccheggio.

Dagli stadi alle piazze, passando per i CIE, veri e propri lager per migranti, questo reato, concepito dal codice penale fascista, il codice rocco, è stato recuperato per annichilire qualsiasi espressione del dissenso, uno spauracchio ingombrante, grazie al quale è più facile comminare pene enormi a chi si vuole colpire. Pene persino superiori a quelle previste per reati come l’omicidio.