Nel novembre 2018 in Francia nascevano i Gilet Gialli. A che punto è quella realtà che è stata protagoniste di settimane di lotta, mentre sullo sfondo si anima sempre di più il dibattito sulle presidenziali. Ne abbiamo parlato con Guido Caldiron
Un'analisi della situazione francese a partire dalle proteste dei gilet gialli e dagli scioperi contro la riforma delle pensioni. Un mix formidabile che nessuno al momento riesce a irregimentare.
Insieme ad un compagno francese di Antifa Paris Banlieu presente in studio analizziamo il movimento dei gilet gialli dalla sua nascita ai suoi ultimi passaggi, riflettendo sul ruolo dei compagni all'interno del movimento e sullo scontro con il governo Macron.
L'ultimo Sabato, nella 22esima giornata di protesta, dopo che è entrata in vigore la nuova legge che punta a limitare le manifestazioni non autorizzate, gli episodi più violenti si sono avuti a Tolosa, dove la polizia ha arrestato 23 manifestanti. La prefettura locale ha riferito che due persone sono state ricoverate in ospedale. A Parigi il confronto tra i manifestanti, che protestavano contro la nuova legge, e la polizia si è svolto in maniera più pacifica, anche se la prefettura in serata ha riferito di avere effettuato 27 fermi. Per sabato prossimo, 20 aprile, è previsto un nuovo appuntamento nazionale a Parigi, mentre si effettuano i preparativi, con diverse iniziative che si metteranno in campo per il grande corteo del 1 maggio.
A Saint-Nazaire, in Bretagna, il movimento dei gilet gialli ha messo in piedi una casa del popolo. Si tratta di un esperimento riproducibile? Dell'apertura di una nuova stagione politica? Lo abbiamo chiesto al nostro amico e compagno Filippo Ortona, autore di due begli articoli: uno sulla casa del popolo di Saint-Nazaire, pubblicato sul manifesto, qui, e uno sulla manifestazione dei gilets gialli a Parigi di sabato scorso, su Napoli monitor, qui.
il movimento dei gilet gialli continua a riempire le strade di tutta la francia ogni sabato, nella giornata di mobilitazione decretata dal movimento come anniversario dei 3 mesi dalla nascita. Cortei da Parigi alle città più piccole, per un movimento che continua nonostante i tentativi repressivi molto forti, con violenza della polizia in piazza e tantissimi arresti. Proprio in questa settimana si sono tenuti i processi processi per due figure simbolo del movimento come il pugile di Massy e Eric Drouet, uno dei portavoce del movimento. Macron continua con le sue consultazioni a tentare di mostrarsi interessato alle questioni che agita il movimento, ma l'unico risultato da parte della politica per ora è la cosiddetta leggi anti casseur e l'aumento dei salari per la polizia. Per il 16 Marzo si sta preparando una grande mobilitazione, in concomitanza con il termine delle consultazioni indette da Macron. Da segnalare la contestazione al filosofo sionista Finkielkraut, raccontata dai media nostrani come un attacco antisemita come accade sempre quando si contestano sostenitori dello stato di Israele.
Ormai giunti al decimo atto, i gilet gialli continuano ogni Sabato a scendere in piazza, mentre durante la settimana si producono momenti di incontro e organizzazione, e momenti pratici di lotta con blocchi stradali e della produzione. A Marsiglia le mobilitazioni sono iniziate anche qualche settimana prima, data l'attivazione che aveva provocato il tentativo di gentrificazione del quartiere de La Plaine e il crollo dei palazzi nel quartiere di Noailles. Facciamo un quadro di questo ultimo Sabato e delle prospettive di questo movimento insieme ad un compagno italiano che vive a Marsiglia.
Un altro Sabato di cortei e blocchi in tutta la Francia. Siamo al 9o di seguito, con numeri anche maggiori a quello precedente. Ma come è stato dalla nascita di questo movimento la provincia è protagonista delle giornate di mobilitazione in maniera più forte delle grandi città come Parigi, storicamente unici centri nevralgici dei movimenti di protesta in Francia, come fu qualche anno fa con l'opposizione alla Loi Travail. Insieme alla crescita del movimento, cresce anche la violenza delle forze dell'ordine in piazza, che d'altro canto sono in seria difficoltà. Centinaia ormai gli arresti, non si contano i feriti, mentre i morti dall'inizio del movimento sono 12. Un elemento che ha unito le piazze di questo Sabato è stata la solidarietà al pugile che il Sabato precedente è stato arrestato dopo aver picchiato un poliziotto, ripreso in un video che è diventato virale in rete. Il presidente Macron ha lanciato un suo appello lanciato domenica sera attraverso in una "lettera aperta ai francesi", tenta di calmare le proteste dei gilet gialli. Dopo aver precisato che non si tratta "né di un'elezione né di un referendum" Macron ha posto nella lettera 35 domande ai cittadini francesi che riguardano la democrazia, l’ambiente, la questione dei migranti e la tassazione . Tra le domande più significative ci sono quelle in cui si chiede quali tasse dovrebbero essere abbassate per prime, quali servizi pubblici sono troppo costosi e dovrebbero essere eliminati, quali proposte concrete faciliterebbero la transizione verso un'economia più sostenibile e se ci dovrebbero essere più referendum. Ma per ora questi tentativi non sembrano però far vacillare il movimento, che prosegue da settimane andando ad attaccare in particolari i flussi economici delle grandi imprese, con blocchi stradali e di interi stabilimenti industriali, oltre alle più note giornate di manifestazione che si ripetono ogni sabato. Ne parliamo con una compagna di Parigi.
L'VIII atto dei gilet jaunes Sabato scorso ha di nuovo visto migliaia di persone in tutta la Francia impegnate in manifestazioni, blocchi e scontri con la polizia. Nonostante le promesse di Macron il movimento continua a scendere regolarmente in piazza ogni Sabato, mentre durante la settimana si susseguono assemblee, blocchi e occupazioni. Ne parliamo insieme ad un compagno francese che vive nella zona di Nantes, anch'essa protagonista delle proteste.