Con Murat Cinar, redattore di Pressenza, commentiamo quella che è stata l'ennesima vittoria politica di Erdogan supportato dal sedicente occidente: Svezia e Finlandia condannano il PKK, si dispongono a concedere estradizioni, viene inoltre lasciato mano libera alla Turchia in Siria.
Si parla poi del tentativo di portare nelle strade di Istanbul, vietato dal 2015
ICRSE, il Comitato Internazionale per i Diritti delle Sex Workers in Europa invita tutti i suoi membri, le organizzazioni, gli individui, i/le professionist* del sesso e sue/suoi alleat* a unirsi e protestare contro i recenti omicidi di Jasmine e Dora, contro il violento attacco a Ela e contro tutti/e i/le sex workers in Europa e nel mondo.
LA VIOLENZA CONTRO I/LE SEX WORKERS DEVE FERMARSI.
La Turchia e la Svezia sono stati, durante questa settimana, luogo di omicidi violenti alle sex workers – ma la violenza è costante e tre sex workers sono state uccise in Italia dall’inizio dell’anno. In Francia, Kassandra e Karima sono state assassinate e spinte al suicidio.
Noi chiediamo a tutti i nostri amici e familiari, di protestare contro i sistemici omicidi transfobici e contro la violenza in Turchia e in tutto il mondo. Dora, prostituta trans è stato uccisa questa settimana, ad un’altra sex workers trans in Turchia, Ela, hanno sparato; è stata gravemente ferita ed è improbabile che il suo braccio possa funzionare di nuovo. Dora è la 31esima vittima, dal 2008, transgender di un violento e mortale attacco in Turchia.
Chiediamo a tutti i nostri amici e familiari di protestare contro il modello svedese, che ha portato via i figli di Jasmine e ha dato la custodia al suo ex marito violento che infine l’ha assassinata. Gli assistenti sociali e lo Stato svedese si sono rifiutati di ascoltare Jasmine. Perché, d’altronde, ascoltare una sex worker che si ritiene non sappia cosa è bene per lei? Questa criminalizzazione messa in atto dal sistema è costata a Jasmine la sua vita.
In tutti i paesi in Europa e in tutto il mondo, i/le sex workers vengono assassinati perché le nostre vite sono viste come meno degne di altre. Noi non siamo cittadin* a pieno titolo e questo stato di discriminazione giustifica lo stigma che ci viene inflitto e la violenza soffriamo. E ‘ ora di dire NO a tutte le violenze contro i/le sex workers! NO a ignorare/zittire le nostre voci, NO alla sottrazione dei nostri figli! NO ad attacchi, stupri e omicidi!
Le iniziative di protesta saranno realizzate in molti paesi, in tutto il mondo, venerdì 19 luglio alle 15:00. Incoraggiamo i membri del Comitato Internazionale per i Diritti delle Sex Workers in Europa e tutte le organizzazioni e gli individui a organizzare manifestazioni, proteste, azioni presso le ambasciate turche, svedesi, italiane, o presso qualunque altro luogo simbolico.
Noi daremo aggiornamenti su questa pagina con informazioni sulle proteste, comunicati stampa dell’ICRSE, immagini, banner che potrebbe essere utile condividere etc. Se avete bisogno di aiuto in qualsiasi modo, chiedete info sulla pagina (facebook o Evento) e forse qualcuno può essere in grado di offrire sostegno.
In solidarietà.
Una testimonianza su quello che sta succedendo a Stoccolma e in particolare nel quartiere di Husby dopo che la polizia ha sparato in testo ad un signore di 68 anni. Husby (e questo i media non lo dicono) è un quartiere politicizzato che nell'ultimo anno si è ribellato spesso all'aumento degli affitti, alla chiusura degli ospedali. Non è un caso che le rivolte siano iniziate proprio li. In una nazione dove gli abitanti sono molto indebitati e il divario sociale si fa sempre più forte e dove i fascisti sono nel governo.