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Nuovo Cinema Amûdê‎

Data di trasmissione
Durata 7m 24s
Nuovo Cinema Amûdê‎, così si chiama il sogno di pace e cultura che stiamo realizzando per il Rojava assediato. Un cinema vero e proprio, lì dove nasce una nuova speranza per il Medio Oriente, dove dalla Resistenza all’Isis, nel nord est della Siria, una comunità interculturale sta provando a creare forme solidali ed egualitarie di convivenza sociale. Stiamo raccogliendo fondi, grazie alla generosità di tante e tanti, per contribuire alla ricostruzione di un cinema e di un luogo di aggregazione e cultura polivalente, ad Amûdê‎.
Un progetto che si realizza per gli abitanti della città e dell’intero Rojava. Sarà il primo cinema del Paese, un cinema nuovo, a riportare la vita nel luogo dove il vecchio stabile fu distrutto, nel 1960, da un incendio. Lì dove persero la vita centinaia di bambini e bambine, vogliamo ricreare un polo di produzione e fruizione culturale, lì a pochi kilometri dal confine della dittatura Turca e nel cuore della guerra permanente della Turchia contro il Rojava. Un progetto concreto che sa di futuro, promosso dalla Comune del Cinema del Rojava, collettivo di cineasti che dal 2015 lavora per promuovere le arti visive nella regione autonoma del Rojava, nel Nord-Est della Siria. In Italia la campagna per la ricostruzione del Nuovo Cinema Amûdê è promossa da Ya Basta Bologna ODV in collaborazione con Un Ponte per, ARCI e UIKI Onlus.
Ricostruire un cinema dove la guerra imperversa, dove l’integralismo dell’Isis ha distrutto vite e annichilito la cultura, ha un enorme valore simbolico. Rimette al centro la persona e la comunità, parla di etica, cultura, umanità dove qualcuno vuole solo morte e distruzione. Un inno alla vita e alla possibilità di futuro e un sostegno concreto a un’idea di società di liberi, libere ed uguali.
I lavori di costruzione sono avviati e questo è il momento di essere con noi:
Sostieni il progetto concretamente, partecipa alla cena di sottoscrizione che si terrà il giorno 27 novembre presso il Laboratorio Sociale Autogestito 100celle (ex Casale Falchetti), in Viale della Primavera 319/B
A partire dalle 17:30, senza prenotazione, con un contributo di 12 euro potrai partecipare all’aperitivo e alla presentazione del progetto a cui parteciperanno Zerocalcare, Andrea Segre e Vanessa Scalera.
Alle 20:00 con un contributo di 35 euro avrai un posto a tavola e libero accesso al ricco buffet realizzato da una rete di ottimi ristoratori romani.
È richiesta prenotazione al numero 3762517272, pagamento anticipato via bonifico a:
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
Causale: Cena a sostegno Nuovo Cinema Amude

UIKI onlus sull'attentato ad Istanbul

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Ylmaz, direttore dell'Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, prende parola rispetto alle accuse mosse nei confronti del Pkk e delle compagne e i compagni curdi in Siria, accusati di essere mandanti dell'attentato del 13 novembre sul noto viale Istiklal, nel centro di Istanbul.

Basta repressione giudiziaria in Turchia.

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Si aprono ad Istanbul una serie di processi contro difensori dei diritti civili e politici di tutta la popolazione dello Stato, l'ultimo capitolo di una storia che purtroppo prosegue ormai da anni. Abbiamo parlato della situazione in Turchia con l'avvocato penalista Fausto Gianelli e con Ylmaz, di Uiki onlus.

Per la libertò di Abdullah Ocalan

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Sabato 13 febbraio 2021, in occasione del ventunesimo anniversario della sua cattura, giornata internazionale di solidarietà con Abdullah Ocalan. In diverse città italiane saranno organizzati presidi e manifestazioni in solidarietà con il popolo curdo, a Roma l'appuntamento è alle 11.30 di fronte alla sede della RAI di viale Mazzini. Di seguito il comunicato che indice la manifestazione romana.

Il 13 febbraio dalle 11.30 – concentramento davanti alla sede RAI in viale
Mazzini 146, per rilanciare la campagna “Il momento è arrivato: libertà per
Abdullah Öcalan!”

Dal 15 febbraio 1999, Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo e ideatore
del Confederalismo democratico, vive in carcere nell’isola turca di Imrali
in completo isolamento.

Durante questi anni in carcere ha teorizzato il progetto politico del
confederalismo democratico, un pensiero che parla di democrazia radicale e
diretta, liberazione delle donne ed ecologia sociale e che può essere una
soluzione di pace per molti popoli in Medio Oriente.

Tutto questo mentre la Turchia di Erdoğan mostra il suo volto più violento:
occupando la regione curda nel sud-est del paese, attuando una forte
repressione contro ogni forma di opposizione, opprimendo e uccidendo
sistematicamente donne e attiviste e invadendo il Nord-Est della Siria con
il supporto di truppe jihadiste.

Allo stesso tempo, ha inasprito le condizioni detentive di Öcalan.

Öcalan, infatti, non può incontrare altri prigionieri, gli viene impedito
di comunicare con l’esterno e non gode di nessuno di quei diritti legali
che sono concessi, invece, a migliaia di prigionieri in Turchia. Secondo le
convenzioni internazionali sui diritti umani, la sua sentenza è aggravata
dall’isolamento totale, che è una tortura incessante.

L’unica forza che può fermare lo Stato turco e mobilitare le istituzioni
internazionali e gli stati di tutto il mondo è l’opinione pubblica: sei tu
che stai leggendo questo testo in questo momento! Scendi in piazza per
chiedere alla RAI di fare informazione e pubblicizzare la campagna.

*Rete Kurdistan in Italia*
*Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia*

Sabato in piazza con il Kurdistan

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Durata 6m 58s

Sabato prossimo diverse manifestazioni avranno luogo, in Italia e in Europa, per esprimere solidarietà e appoggio alla causa del popolo curdo. A Roma l'appuntamento è alle 17.30 in piazza del popolo.

Ci illustra i contenuti della giornata un compagno di Uiki onlus.

Il comune di Roma vuole chudere il centro culturale Ararat

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Durata 7m 6s

Martedì 21 febbraio (ore 12) è indetta una conferenza stampa - in piazza del Campidoglio - per impedire la chiusura del centro culturale kurdo Ararat.

Il centro Ararat ha sempre pagato le quote concordate con il Comune di Roma. Si tratta quindi di una decisione unilaterale che avviene a fronte di reiterate richieste di incontri per l'individuazione di una soluzione condivisa.

 

Ne parliamo con Simonetta Crisci di Rete Kurdistan che si occupa della vicenda.

La Turchia continua ad attaccare i curdi

Data di trasmissione
Durata 10m 1s

Da 80 giorni c'è il coprifuoco in tutte le città del kurdistan turco. Emergenza per Cizre e per il centro storico di Diyarbakir, Sur. Neanche negli anni 90 il Governo bombardava le città. Al massimo bruciava i villaggi. La situaizone quindi è molto pesante e l'opinione pubblica non parla, non dice niente. Timidamente dice qualcosa solo per la Siria, dove la Turchia ha attaccato il cantone di Afrin. A Bakur anche c'è il coprifuco dopo che l'Hdp, dopo le elezioni, ha dichiarato autogoverno. 

 

Ypg ha smentito che l'attacco ad Ankara sia stato fatto da qualcuno delle sue unità. 

Così come il popolo curdo sta combattendo il Daesh così continuerà a combattere lo stato turco. 

 

Queste le dichiarazione nella corrispondenza che abbiamo fatto con la rappresentante di UIKI onlus.