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Estrattivismo dei dati

Data di trasmissione

PARTE 1

- Ciclo estrattivismo dei dati. Oggi un'esperienza territoriale di autonomia digitale. Comunità che si autodetermina e costruisce le proprie infrastrutture.

- Dati e cifratura (a riposto e in transito, ma non in elaborazione). Capitalismo della sorveglianza. Ricavare dalla conoscenza e dal condizionamento delle abitudini degli utenti.

- Utenti (e sfruttati dai GAFAM). Anche a noi è stato chiesto di lavorare per gli utenti. E' una buona idea?
    - Debian/Ubuntu: popolarizzare
    - LUG
    - Windows: utente da proteggere in modo oppressivo (no protetto, piuttosto capitalizzato: dati, abitudini...)

- Autonomia digitale: impone impegno e non delega
    - A parte avere Sistemi Operativi e software liberi, vogliamo avere delle infrastrutture libere. E vogliamo dei servizi online autogestiti.

- Come Ninux, insegnare a chi è interessata ad unirsi alla rete, quali sono le procedure per essere autosufficienti ed avere infrastruttura fai-da-te. Dall'altra parte gestirsi come comunità.

 

PARTE 2

- Le valli: una descrizione del progetto
    - Una internet che non è Internet, è un pezzo che si può attaccare a Internet (costa) 

- La parola comunità non è per niente scontata. Contrapposto alla parola utente.
    - Non ti monto l'antenna, ti mostro come si fa
    - Non è una infrastruttura che fa una comunità.
    - I protocolli dell'infrastruttura influenzano la comunità.

- Come facciamo a separare l'infrastruttura dai servizi? Google è una infrastruttura. I meccanismi di interazione utente non sono neutrali, ti manipolano.
    - Si può dire: tengo l'internet così com'è e poi faccio altro (servizi).
    - Il design con la comunità è iniziato dalla base. Reti wireless a vista. Software Libero (per qualunque scopo?)

- Si ispirano a Ninux. La comunità non si autogenera.
    - Comunità cosciente di esserlo?
    - Altre comunità che esistono sul territorio. Diverse ma antifasciste.
    - Chi abita i territori (antifascisti)

- Cresciamo lentamente, ma con persone che si conoscono e si riconoscono. Non ci sono paletti rigidi su cosa sia questa comunità.

 

PARTE 3

- Digitale e campagna. Tempi e meccanismi diversi.
    - Programma a 4/5 anni (vs. precariato)
    - Valori
    - Contadinanza
    - Con il Covid nuovi arrivi

- Servizi: connessione ad Internet
    - le 4 valli, isole?
    - NextCloud -> Manutenzione
    - Prometheus e libre mesh
    - Progetti futuri?

- Decentralizzazione: importanza
    - es: PeerTube

- Antenne e persone. Quanti siete?
    - Manutenzione
    - Sviluppo
    - Siete una entità oppure no?

- Divulgazione, educazione all'autocostruzione
    - Incontri
    - Comunicazione

- Dati?
    - Mappa
    - Statistiche di rete (affascinanti). Ti fanno capire quanto è mostruoso quello che fanno i GAFAM
    - Fiducia

Smart city dal basso

Data di trasmissione
Durata 15m 53s

Dal post smart city si, ma dal basso ed ecocompatibile, una riflessione radiofonica con Graffio.

 

Una città non è più smart e i propri cittadini non vivono meglio se le grandi imprese immettono grandi quantità di sensori collegati in rete che raccolgono dati (che finiscono in server di proprietà dell’impresa stessa e quindi vengono espropriati ai cittadini che li producono) con il fine (di facciata) di usarli per riprogettare meglio le città. La prospettiva, neanche tanto lontana, è quella di avere il frigorifero in rete che rileva la mancanza di yougurt, si collega con il supermercato e ordina la marca di yougurt preferita.
 
Al contrario i cittadini di una città vivono meglio, per fare un esempio, se si possono spostare più facilmente senza inquinare: illuminazione a led, piste ciclabili e microsolare. In sostanza i cittadini vivono meglio se vengono utilizzate tecnologie decentrate e controllabili dal basso.