Nel novembre 2018 in Francia nascevano i Gilet Gialli. A che punto è quella realtà che è stata protagoniste di settimane di lotta, mentre sullo sfondo si anima sempre di più il dibattito sulle presidenziali. Ne abbiamo parlato con Guido Caldiron
In questo cupo inizio d'estate capitolina continuano a susseguirsi timori e allarmi sulla possibilità di nuovi sgomberi di luoghi occupati della capitale, in queste ore la struttura più a rischio sembra essere quella di viale delle province, luogo di abitazione per decine di famiglie e di riferimento per diverse iniziative di lotta su vari fronti, dalla sanità alla cultura.
Un compagno dell'occupazione ci racconta il quadro della situazione e sottolinea la necessità di un'ampia e continua mobilitazione, che possa preparare nel migliore dei modi il corteo cittadino del 22 giugno. Insieme a noi anche i registi di un documentario sui gilets jaunes francesi che verrà proiettato nel corso di un'iniziativa di solidarietà che si tiene nella giornata di oggi, venerdì 14 giugno.
Un altro Sabato di cortei e blocchi in tutta la Francia. Siamo al 9o di seguito, con numeri anche maggiori a quello precedente. Ma come è stato dalla nascita di questo movimento la provincia è protagonista delle giornate di mobilitazione in maniera più forte delle grandi città come Parigi, storicamente unici centri nevralgici dei movimenti di protesta in Francia, come fu qualche anno fa con l'opposizione alla Loi Travail. Insieme alla crescita del movimento, cresce anche la violenza delle forze dell'ordine in piazza, che d'altro canto sono in seria difficoltà. Centinaia ormai gli arresti, non si contano i feriti, mentre i morti dall'inizio del movimento sono 12. Un elemento che ha unito le piazze di questo Sabato è stata la solidarietà al pugile che il Sabato precedente è stato arrestato dopo aver picchiato un poliziotto, ripreso in un video che è diventato virale in rete. Il presidente Macron ha lanciato un suo appello lanciato domenica sera attraverso in una "lettera aperta ai francesi", tenta di calmare le proteste dei gilet gialli. Dopo aver precisato che non si tratta "né di un'elezione né di un referendum" Macron ha posto nella lettera 35 domande ai cittadini francesi che riguardano la democrazia, l’ambiente, la questione dei migranti e la tassazione . Tra le domande più significative ci sono quelle in cui si chiede quali tasse dovrebbero essere abbassate per prime, quali servizi pubblici sono troppo costosi e dovrebbero essere eliminati, quali proposte concrete faciliterebbero la transizione verso un'economia più sostenibile e se ci dovrebbero essere più referendum. Ma per ora questi tentativi non sembrano però far vacillare il movimento, che prosegue da settimane andando ad attaccare in particolari i flussi economici delle grandi imprese, con blocchi stradali e di interi stabilimenti industriali, oltre alle più note giornate di manifestazione che si ripetono ogni sabato. Ne parliamo con una compagna di Parigi.
Anche Parigi si prepara a scendere in piazza nella giornata di sabato 8 ottobre, ci si aspetta una grandissima manifestazione nonostante i proclami del governo che parla addirittura di tentativi di colpo di stato e le operazioni di polizia, particolarmente pesanti soprattutto nei confronti delle mobilitazioni studentesche.
Da Parigi, uno dei nostri corrispondenti ci racconta l'atmosfera alla vigilia delle manifestazioni del fine settimana.
Le mobilitazioni dei "gilet gialli" hanno bloccato la Francia nell'ultimo mese protestando contro l'aumento delle imposte sulla benzina.
Ne parliamo con il protagonista di un video che ha avuto grande diffusione in questi giorni e che denuncia come il prezzo del carburante (e di tutte le risorse) sia in effetti estremamente basso in Europa, grazie allo sfruttamento del continente africano. Sfruttamento tenuto in piedi con neocolonialismo e politica militare aggressiva.
Anche oggi blocchi in varie zone della Francia e scontri a Parigi, in una lunga giornata di lotta.
Con un compagno, facciamo un riepilogo della situazione a partire dalle prime manifestazioni di novembre, cominciate con le proteste dell'aumento delle accise sulla benzina.
Si intensificano le proteste dei cosiddetti "Gilets jaunes" (Gilet gialli) in Francia, in vista della grande manifestazione che dovrebbe tenersi sabato prossimo a Parigi. Un singulto della "Francia profonda" o un mirabile esempio di autorganizzazione? Una risposta progressista alle politiche neoliberiste o un'occasione per tirare fuori dall'armadio il vecchio armamentario della destra francese? Con Guido Caldiron proviamo a capire come nasce e dove può arrivare il movimento dei gilet gialli.