1) Intervento con un compagno dei movimenti di lotta per la casa su iniziativa del 14/6 ore 18 sotto la sede della regione Lazio a Garbatella per il recupero dell'occupazione di Casal de Merode e rilanciare la vertenza con la regione lazio;
2) corrispondenza con un compagno dei movimenti di lotta per la casa sulla vertenza Metropoliz e i percorsi di lotta per casa, reddito e salute. Rilancio del picchetto antisfratto di giovedì 8/6 ore 7 a via Flavio Stilicone 215;
3) presentazione, a cura di un compagno del Forum per il diritto alla salute, dell'assemblea nazionale del 17/6 ore 10 - 17 a Firenzepresso la casa del popolo Il Progresso via Vittorio Emanuele II n 135;
Un testo scritto da chi vive nel Cas di Via Mattei (Bologna). Sabato 22 febbraio (ore 15 in Montagnola, lato piazza VIII agosto) saremo al loro fianco per supportare la loro protesta.
Alcune/i solidali
Siamo le persone che abitano nel CAS di via Mattei. Prima stavamo in altri centri gestiti da Lai Momo e non abbiamo capito perché ci hanno portato via da lì all’improvviso portandoci nel CASdi via Mattei senza spiegazioni. Perché ci hanno deportati lì dentro? Le cooperative, la prefettura e il governo hanno deciso al nostro posto dove e come dobbiamo vivere da quando siamo arrivati in Italia, e da novembre hanno deciso di buttarci qui. Ci sembra di essere stati gettati in prigione ed esclusi dalla società.
Per noi questo posto è una prigione ed una tortura mentale. Non ci sono cure mediche, il posto è sporco, 10 persone o più vivono in una stanza… A nessuno importa del nostro benessere. Non c’è la possibilità di cucinare in autonomia. Per entrare ed uscire dobbiamo usare il badge. Le condizioni igieniche fanno schifo e ci si ammala facilmente. Quando qualcuno si ammala, deve fare tutto da solo acquistando i farmaci. Ma come facciamo a comprare i farmaci se non possiamo lavorare? E come possiamo lavorare se non abbiamo i documenti? E chi ha il permesso di 6 mesi e sta lavorando ha dei contratti di 1 solo giorno. Immaginate se la persona non parla bene l’italiano, è tutto ancora più difficile. Ci sono operatori che affermano di lavorare per noi, però ci trattano come animali e sono proprio dei guardiani.
Questa non è vita, noi vogliamo libertà, documenti, e possibilità di decidere sulla nostra vita.
SE LA SCHIAVITÙ NON È ANCORA FINITA, DOBBIAMO DIRLO.