Per una agricoltura rispettosa della terra
Un agricoltore chiama in radio e ci dice la sua sulla protesta dei trattori
Un agricoltore chiama in radio e ci dice la sua sulla protesta dei trattori
Ispirati dalla protesta dei trattori ci prendiamo uno spazio per fare il punto sulle cause del disagio del settore agricolo a livello internazionale, sul pesante impatto ambientale di tutta la filiera e sulla contestazione delle norme ambientali della UE. Affrontiamo il tema della sovrafertilizzazione, delle emissioni di ossidi d'azoto, di protossido d'azoto, di ammoniaca, approfondendo le connessioni con fra inquinamento dell'agricoltura e l'effetto serra, la formazione di particolato secondario, fino alla lisciviazione e all'inquinamento di falde acquifere e corsi d'acqua.
Con due compagni di Torino commentiamo e approfondiamo il nuovo libricino edizione Porfido.
Contatti: https://m.facebook.com/p/Centro-di-Documentazione-Porfido-1000649201927…
Un’autentica rivoluzione del XXI secolo, che rompa con il capitale e con la società divisa in classi, assumerà anch’essa le fattezze di una rivoluzione agraria, per quanto di segno significativamente diverso. Essa dovrà trasformare radicalmente il modo in cui il cibo viene prodotto e distribuito, non soltanto perché l’attuale sistema alimentare è fonte di spreco, risulta nocivo per gli esseri umani e distruttivo per l’ambiente; non solo perché il cambiamento climatico è destinato ad alterare radicalmente il quadro di ciò che sarà ancora possibile coltivare, e come e dove questo potrà effettivamente essere fatto; dovrà farlo, cosa ancor più importante, perché affidarsi all’agricoltura in quanto organizzazione capitalistica della natura vanificherà del tutto qualunque sforzo rivoluzionario, garantendo la restaurazione della società di classe.
Ripercorrendo la storia dell’agricoltura dai suoi albori fino alle ultime “controrivoluzioni” verdi,
gli evocativi testi raccolti in questo volume riportano al centro del dibattito la questione del cibo, della produzione alimentare e del ritorno della questione agraria come cuore di ogni ipotesi di superamento della società di classe.
Se l’attuale produzione agricola globale, sempre più condizionata da scelte di mercato e complessi accordi tra Stati piuttosto che dalla soddisfazione dei bisogni umani, si occupa di coltivare prima il denaro che il cibo, in quali termini è possibile oggi pensare una rottura rivoluzionaria? Come liberarsi dalle catene del valore globale senza essere condannati alla fame?
Inserendosi e misurandosi con l’attuale dibattito teorico sull’ecologia politica, gli autori (provenienti a vario titolo dalle fila della rivista Endnotes) discutono fra gli altri di tecnologia e autonomia, dipendenza energetica e fonti rinnovabili, frattura metabolica e crisi ecologica.
Con una compagna di Campagne in lotta raccontiamo la situazione di chi stagionalmente lavora nel settore della frutta nella provincia di Cuneo: nessuna stabilizzazione, mancanza di alloggi, sfruttamento per circa 10.000 persone che arrivano per lo più dall'Africa ma anche dall'est
Da Sud a Nord Italia sono le lotte di chi lavora nelle campagne a raccontarci cosa sta accadendo nei luoghi della produzione agricola. Situazione da sempre invivibile che si è complicata con la pandemia del Covid-19.
Ci facciamo raccontare da una voce diretta la giornata di mobilitazione del 18 giugno a Saluzzo, in provincia di Cuneo.
Buon Ascolto!
In tempi di restrizioni e decreti d'urgenza, insieme alla rete Terra-Terra, ragioniamo su come se la passano i piccoli agricoltori di fatto, i mercati contadini, gli orti famigliari, i coltivatori diretti e la piccola distribuzione informale mentre i mercati sono vietati e i supermercati sono pieni e gli spostamenti per raggiungere i terreni da coltivare diventano praticamente impossibili.
qui il comunicato di Terra-Terra
In collegamento telefonico con una compagna della rete Campagne in lotta parliamo della situazione lavorativa nel sud Italia e del caporalato.
L'associazione Terra Madre di Montelanico nasce con l’intento di dimostrare che le terre possono essere utilizzate dai cittadini e dalle cittadine di ogni dove come una risorsa. Tutelare l’ambiente tramite l’utilizzo di concimi naturali, la conservazione di sementi antiche e lo sviluppo e la riproduzione di specie vegetali autoctone da un lato, mentre dall’altro si può cercare di ricavare un reddito e di acquisire\trasmettere conoscenze che altrimenti verrebbero dimenticate, cosa non di poco conto in un contesto di disoccupazione diffusa, con la conseguente scomparsa dei mestieri più antichi e meno proficui in un’economia spietata come quella capitalista.
Da oggi 14 luglio a domenica 17 4 giorni di campeggio libero, buon cibo autoprodotto e
buona musica dal vivo.ù
ciclocolle.noblogs.org
Lo sfruttamento ai limiti della riduzione in schiavitù della manodopera stagionale immigrata nel settore dell'agricoltura non è appannaggio esclusivo delle campagne meridionali: tale è la condizione dei braccianti marocchini di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria. Dopo lo sciopero di oltre 70 giorni dell'estate scorsa, permangono inalterati i problemi di fondo, discussi però con maggior coscienza dai braccianti stessi e dagli attivisti che ne seguono i percorsi di lotta.