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In questo spazio redazionale abbiamo parlato telefonicamente con due compagne, del Movimento No Muos e dell'Assemblea A Foras, che ci hanno raccontato come saranno i loro rispettivi campeggi durante l'estate e l'importanza di questi momenti d'incontro per la formazione politica delle nuove generazioni e la pianificazione della lotta contro l'industria bellica.
Torniamo a parlare della siccità in Sicilia, spacciata come un'emergenza quando la crisi idrica della regione è in atto da anni, in mancanza di piani di prevenzione, abbiamo parlato con il prof Christian Mulder che si occupa di ecologia e cambiamenti climatici all'università di Catania. E proprio riguardo l'impatto del "climate change" ci facciamo spiegare come e quanto tutto questo va a trasformare la regione con scenari drammatici e cioè 1/3 della regione rischia la desertificazione entro il 2030.
In questi giorni sui giornali nazionali e locali della Sicilia si è parlato della possibilità di espropriare le case delle persone per consentire i lavori. Sentiamo una compagne che ci restituisce degli aggiornamenti sullo stato dell'arte dei lavori e della lotta.
Giovedì mattina sono stati notificati arresti e misure cautelari nei confronti di compagni e compagne di Palermo. Queste misure si inseriscono all'interno di un contesto di guerra: chi prova a denunciare e fermare la macchina bellica viene attaccato dalla repressione. Al seguito di queste misure c'è stato un corteo e ci saranno ancora nuove iniziative contro la guerra, al fianco della palestina e di chiunque resiste in Sicilia, in Italia e altrove. Ne parliamo con un compagno di Antudo.
La Sicilia brucia e non è il primo anno: con due compagne di Palermo e Catania parliamo della situazione che è al tempo stesso effetto di lunghi processi di desertificazione della regione favoriti da pratiche parassitarie dei governi regionali e specchio della loro totale incapacità di governare un territorio abbandonato a sè stesso.
il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’infrastruttura devastante dal punto di vista sociale, economico e ambientale ma rappresenta anche il cavallo di Troia per legittimare l’ulteriore escalation del processo di militarizzazione e riarmo della Sicilia e del Mezzogiorno d’Italia, accelerando la conversione del territorio in piattaforma avanzata per le operazioni di guerra e distruzione del pianeta. Il progetto rientra nel Trans-European Transport Network (TEN-T), il cui scopo, tra gli altri, è quello di creare una rete in grado di soddisfare “un piano di azione sulla mobilità militare 2.0". A sostenerlo economicamente ci pensa l’UE con i finanziamenti provenienti dal Connecting Europe Facility (che finanzia progetti di infrastrutture di trasporto a duplice uso) e dal Fondo Europeo per la Difesa (che sostiene lo sviluppo di sistemi logistici e digitali interoperabili).
Michele Cinque, regista e filmmaker, presenta Iuventa, il documentario dedicato a un gruppo di giovani della Germania che nel 2016, dopo una rapidissima campagna di crowfunding, sono riusciti a mettere in mare un vecchio peschereccio, ribattezzato Iuventa, trasformandolo in nave salvataggio per offrire assistenza e aiuto alle e ai migranti in difficoltà nel canale di Sicilia. Un'operazione apertamente osteggiata dalle autorità raccontata attraverso un film frutto di centinaia di ore di girato.
Verso il G7 di Taormina di questa settimana abbiamo contattato una compagna di Palermo per parlare della mobilitazione che si terrà il 27 Maggio ai Giardini Naxos e per condividere alcune riflessioni insieme.
Riportiamo il comunicato dell'assemblea pubblica che si terrà il giorno precedente, il 26 Maggio sempre ai Giardini Naxos.
Il 27 maggio sfileremo in corteo sul Lungomare di Giardini-Naxos a ridosso della zona rossa del G7. Lo faremo perché la riunione dei cosiddetti “sette grandi” è la rappresentazione politica di una diseguaglianza globale spaventosa per la quale pochissime persone concentrano nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta nel nostro pianeta. Lo faremo perché le politiche economiche dei “sette grandi” spingono sempre più persone nella povertà e distruggono il sistema di garanzie sociali conquistate in occidente con decenni di lotte.
Lo faremo perché a Taormina verrà messa a punto la guerra ai migranti, quella strategia criminale finalizzata ad impedire a chi vuole conquistare una possibilità di vita per sé, per le proprie famiglie e per le proprie comunità di farlo. Ai muri che questa strategia vuole costruire noi rispondiamo con l’affermazione della libera circolazione delle persone. Il 27 maggio saremo a Giardini-Naxos per opporci alle politiche belliche dei “sette grandi”, che vedono la nostra terra (con la base di Sigonella e il Muos) disposta come avamposto fondamentale della guerra permanente, finalizzata a mantenere il controllo politico sui paesi aggrediti e controllarne le risorse energetiche, causando miseria e migrazioni. Ci saremo per opporci alla svolta razzista, xenofoba e maschilista che la figura di Trump (sarà la sua prima vera apparizione sulla scena globale) rappresenta.
Saremo in piazza perché pensiamo che la tecnologia vada utilizzata per migliorare la condizione di vita delle persone e non per mettere in atto sistemi di controllo sociale che mimetizzano dietro le espressioni “smart city” e “cybersecurity” e perché vogliamo difendere il pianeta dalla distruzione ambientale cui il sistema economico ci sta conducendo, nonostante le tesi negazioniste tendano a nasconderlo.
Il 27 maggio sfileremo in corteo per rivendicare il sacrosanto diritto di dire la nostra, di portare in piazza i nostri contenuti e, attraverso questo, di rivendicare il diritto all’autodeterminazione. Ma, soprattutto, il 27 maggio staremo col fiato sul collo dei potenti perché il g7 è una vera e propria occupazione militare, uno schiaffo tirato in faccia agli abitanti di questa terra. Da mesi, ormai, infatti, la libertà dei cittadini è limitata e tutti i poteri locali sono commissariati.
Per questo G7 una terra marginalizzata, umiliata, inquinata viene usata come il parco-giochi delle famiglie dei potenti. Una terra desertificata da generazioni di amministratori corrotti e che oggi si stendono supini ai piedi dei potenti viene utilizzata come un ottovolante dove poter fare muovere i loro aeromobili.
Noi alziamo la testa per difendere la nostra dignità. Chiediamo a tutti voi di farlo insieme a noi.