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Tunisia: la rabbia di Zarzis

Ci sono state proteste e scontri tra forze dell'ordine e cittadini nei gironi scorsi a Zarzis, città sulla costa nord-orientale della Tunisia. A innescare la protesta, la scomparsa nel mar Mediterraneo di una barca partita il 20 settembre con 18 persone a bordo e scomparsa nel Mediterraneo centrale senza che le autorità intervenissero nella ricerca e nel soccorso dei naufraghi. A Zarzis la rabbia delle famiglie delle vittime dopo la scoperta che alcuni corpi rinvenuti erano stati sepolti a loro insaputa.

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Presidi contro il memorandum Italia-Libia.

Sabato 15 ottobre manifestazioni in decine di piazze d’Italia e d’Europa chiederanno al Governo italiano di porre fine al Memorandum Italia-Libia, definito “accordo criminale”. Promuovono Solidarity with Refugees in Libya, Abolish Frontex, Refugees In Libya, Mediterranea Saving Humans. I promotori chiedono lo stop ai finanziamenti e alla cooperazione con la guardia costiera libica e lo stop alla criminalizzazione al soccorso civile e alle persone migranti.

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Roma, sgombero in via del badile

Sgomberato stamani l'ex centro di accoglienza della Croce Rossa di via del badile, nel quartiere Tiburtino III a Roma. Lo stabile, dove trovavano rifugio alcune persone senza fissa dimora, perlopiù migranti, è stato oggetto di un'operazione richiesta con grande enfasi nelle scorse settimane dai dirigenti locali di Fratelli d'Italia.

Il nostro collegamento con una compagna presente sul posto.

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No all'inceneritore dei Castelli: assemblea ad Albano

Sabato 8 ottobre alle ore 16.30 Assemblea pubblica in P.zza San Pietro ad Albano contro il termovalorizzatore voluto da Gualtieri da 600mila tonnellate che dovrebbe sorgere non lontano da qui, a Santa Palomba. Le scelte dell’inceneritore e dei biodigestori anaerobici sono anacronistiche perché alternative alla strada più virtuosa della raccolta differenziata. Oltre all’immediata chiusura della discarica dal territorio arriva la richiesta della bonifica dell’area. Ne parliamo con una compagna dei Castelli.

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No sleep till Shengal

Da oltre vent’anni potenze internazionali tramano per eliminare il movimento di liberazione del Kurdistan. Un complotto ordito a partire dal 9 Ottobre del 1998, culminato con il rapimento di Abdullah Öcalan, il leader del PKK sotto sequestro dal 1999 nel carcere turco di Imrali.
Oggi quel complotto internazionale attraversa una nuova fase: dal 9 ottobre 2019 lo stato turco e le sue milizie jihadiste hanno invaso il Rojava con il benestare della NATO.
Una manovra diabolica che continua a dimostrarsi fallimentare.
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