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Castrovillari (CS): 26 marzo presidio per Maysoon Mjidi

Data di trasmissione

Il 26 marzo alle 11 presso il carcere di Castrovillari ci sarà un presidio per la compagna curdo iraniana Maysoon Mjidi.

Maysoon Majidi, 27 anni, regista e attivista curdo-iraniana,  dopo la
fuga dall’Iran e il viaggio via mare, è finita suo malgrado
nell’antro del ciclope, in un carcere a Castrovillari in Calabria.

I motivi per cui è dovuta scappare sono quelli condivisi da molte altre
persone. Maysoon Majidi è diventata una figura scomoda in Iran dopo
l’uccisione di Mahsa Amini, la 22enne curda uccisa dalla polizia
iraniana.

A seguito della morte di questa giovane donna, simbolo della ribellione
al potere e vittima della Polizia Morale iraniana, c’è stata
un’ondata di proteste a cui la regista Maysoon Majidi, insieme ad
altre donne, ha partecipato attivamente tanto da diventare, a sua volta,
una figura scomoda per il governo iraniano e rischiare la carcerazione.

Da qui, negli ultimi mesi, la fuga dall’Iran e l’arrivo in Calabria
il 31 dicembre, dove, colpo di scena, diventa per la procura di Crotone
una “sospetta scafista”, una presunta trafficante di vite umane, per
cui con questa accusa, in attesa del processo, viene rinchiusa nel
carcere di Castrovillari.

In questo caso l’ingiusta carcerazione non passa del tutto
inosservata, come molto spesso, invece, accade nel caso delle persone
migranti che approdano sulle nostre coste e finiscono dimenticate in
strutture detentive di vario tipo.

Maysoon Majidi, forse sostenuta dall’idea che i soprusi subiti in
Italia erano inconcepibili in un paese democratico, continua a
chiedersi: “_Perché sono qui_ [in carcere]?’’.

Questa è la domanda che l’attivista curdo-iraniana continua a porre a
chi le fa visita perché – vista con gli occhi di chi scappa da un
regime per paura di finire in carcere e poi invece vi si ritrova
detenuta in Italia, dove pensava di poter richiedere la protezione
internazionale – la storia assume i caratteri dell’incubo che si
avvera.

Il caso di Maysoon è l’ennesima dimostrazione dell’ipocrisia di una
classe politica che ha finto interesse per il caso di Mahsa Amini e le
proteste delle donne iraniane al fine di fare becera propaganda
orientalista e islamofobica, per poi negare supporto a un’attivista
curdo-iraniana che lotta contro gli abusi della polizia morale.

Sapere che Maysoon Majidi continua ad essere rinchiusa nel carcere di
Castrovillari è per noi fonte di preoccupazione e d’indignazione, ed
è per questo motivo che abbiamo pensato di attivarci, per fare in modo
che non rimanga da sola a combattere la sua battaglia nell’antro del
ciclope.

Contro il decreto Cutro e in solidarietà a Maysoon Majidi e a tutte e
tutti coloro che in fuga per la loro resistenza e lotta vengono
imprigionati nelle carceri dei diversi paesi, si terrà un presidio il
26 marzo a partire dalle re 10.00 un presidio davanti al carcere di
Castrovillari.